Forse non tutti sanno che l'ultimo libro della De Mari (L'ultima Profezia) sta uscendo un capitolo alla volta sul blog della scrittrice
A questo indirizzo la versione in pdf pero' solo fino all'ottavo capitolo
Gli ultimi capitoli si trovano nel blog
Mi pare che la De Mari si sia un po' fumata il cervello ultimamente. E' diventata una specie di Fallaci, assolutamente anti-islamica e di riflesso filo-ebraica.
La conoscevo solo come scrittrice mi aveva appassionato con le sue storie e anche i messaggi che trasparivano dai suoi libri mi erano parsi bellissimi: tolleranza, rispetto reciproco, valorizzazione dei più umili, delle donne ecc. ecc. mi pare invece ora, anche dal suo ultimo libro (Gli ultimi incantesimi) che abbia cambiato le sue idee, ma soprattutto mi pare che le manchi una certa onestà intellettuale.
Mi spiego: per contrastare idee che ritiene errate non riconosce mai gli errori delle idee che invece approva. Attacca a testa bassa tutto ciò che non approva, riporta giustamente tutte le cose non dette o poco conosciute, ma non ammette mai che anche i 'suoi' abbiano sbagliato. E' sempre colpa dell'islam, dei terroristi, dei barbari e mai (e dico MAI) delle multinazionali, dei cristiani, della Chiesa.
E così, secondo me, non va.
E' giusto valorizzare i propri ideali, notare le cose che ci piacciono e che ci fanno scegliere una certa cultura o una certa religione, è giusto notare le differenze con gli altri pensieri, ma se si vuole un confronto costruttivo, se si vuole che questo porti a qualcosa, bisogna anche ammetter le proprie colpe. Soprattutto se si ci si fa paladini di un'idea di tolleranza, di uguaglianza, di diritti delle donne, dei bambini... allora bisogna essere tolleranti con tutti. Trovo assurdi i ragionamenti tipo: "Vai a fare una chiesa da loro!!!", se ci si basa su questo in cosa e' migliore la nostra cultura? se facciamo le loro stesse cose allora perchè ci consideriamo migliori?
Tutto questo nulla toglie al piacere di leggere i suoi libri davvero bellissimi.
Riporto qui le motivazioni della scrittrice per la pubblicazione on-line
- Come mai è arrivata alla decisione di pubblicare on-line L'ultima
profezia?
Vengo da una famiglia di socialisti: i sindacati dei braccianti a Santa Maria Capua Vetere, mio paese natale, sono stati organizzati da Zio Tonino ( Avvocato Antonio Indaco) negli anni 20 e da mio padre, avvocato Alberto De Mari nel dopoguerra. Il mio, molto semplicemente è uno sciopero, contro lo strapotere delle case editrici che dicono o qui si cambio come voglio io o il libro non si pubblica. Bene. Non si pubblica. L’editing deve essere una proposta,mai un’imposizione, gli editori devono imparare a fermarsi, a fare un passo indietro. Io ho delle tirature alte e in più sono venduta al’estero. Sono nella condizione di causare danni economici con il mio sciopero. Se non io, chi?
In un certo senso non ho avuto scelta: l’idea di dover affrontare un altro editing, una procedura straziante mi ha fatto passare la voglia di scrivere. Quando scrivo prima scrivo l’inizio, poi la fine, ( devo sapere dove vado a parare, quindi le scene madri, quelle che ho chiare nella testa, e poi i riempio. La fine della saga è scritta da 2005, ma io non aveva più voglia di finire. Non si tratta di logica, ma di mongolfiere.
Palloni gonfiati.
Una mongolfiera è un pallone gonfiato. Per lo meno per me è così. Qualcosa di straordinario fino a che è integro, che non ha margini di dialogo, perché è sufficiente un taglio di pochi centimetri che la mongolfiera si sgonfia, diventa un pallone non più gonfio un ammasso di teli fastidiosi,inutili e ridicoli.
La storia di Yorsh e Rankstrail e Rosalba è nata nel dicembre del 2002: è nata vista dall’alto, come se io fossi stata su una mongolfiera. Io questo libro non l’ho scritto, l’ho descritto e ancora oggi non sono sicura che non sia stato un fenomeno neurologico. C’è stato un periodo in cui ho pensato di fare una risonanza, perché era un delirio lucido, poi ho pensato chi se ne frega, se anche fosse stato un tumore a sostenere tutto questo me lo sarei tenuto perché non ci avrei rinunciato per niente al mondo. Per inciso: scrivere non era minimamente faticoso. Ogni tanto dovevo interrompermi per l’eccitazione. Io ho visto dall’alto la storia delle quattro “razze”, dei quattro archetipi, ognuno con la sua forma di intelligenza. Era il seguito ideale di Tolkien, riuscivo a dare una conclusione degna al Signore degli anelli. Un editor mi ha “imposto” ( non è un accusa, ma una giustificazione, però è successo, è così, è stata un’imposizione) perché voleva che il libro fosse perfetto ( dal suo punto di vista) un taglio ( che però era un disastro dal mio punto di vista) di alcune pagine che secondo lei erano una ripetizione, in realtà dimostravano come la comprensione di Yorsh per la morte, quella che lui tira fuori davanti alle Erinni e che lui, rampollo di una stirpe immortale che della morte ha sempre avuto una paura assoluta non potrebbe avere, gli arriva dall’umile madre di Robi. È stata la prima picconata ai quattro archetipi, il senso che io aveva dato al libro, al mio libro.
Pazienza. Saltato quello L’ultimo orco l’ho scritto un po’ meno volentieri, perché c’era un salto logico: perché Yorsh aveva la conoscenza di chetare le Erinni? Poteva essere una conoscenza teorica, d’accordo, però era troppo bravo come elfo, mentre tutti gli altri erano deficitari, faceva un po’ razza superiore., ha cambiato quell’unica frase, abbattendo il senso dei quattro archetipi e in più ferendo gravemente quello che avrebbe dovuto essere il protagonista del libro successivo. Non è stata colpa sua, in nulla, la sua era una proposta, lei dava per scontato che io avrei riletto. Quel cambiamento è stato un disastro. In più durante la stesura dell’Ultimo Orco sono saltate 15 righe ( o questo si taglia o questo libro non si pubblica) che erano le mie idee di politica estera e come tale erano state identificate ( per inciso, stavo dalla parte dei cattivi, come Andrè Gluskman e Paul Berman, una sparuta minoranza contro un esercito. Era fondamentale tagliare quelle 15 righe e uniformare il panorama culturale? )
Torniamo al 2006.
Niente più mongolfiera. Niente più volo. Niente più svegliarsi al mattino avendo Rankstrail come primo pensiero, andare a letto avendo lui come ultimo.
Gli ultimi incantesimi è stato scritto, non descritto, una fatica insopportabile, eccitazione zero.
Per fortuna io scrivo a pezzi e bocconi. Di un libro, di tutta la saga, scrivo l’inizio, la fine e poi le scene madri. Le scene madri sono già scritte dal 2005, per fortuna la morte di Joss era già scritta.
Dopo di che questo libro faticoso è stato finito altri editing, dove per la terza volta ho ceduto davanti alle decisioni di altri. Sono state tagliate dieci righe che erano le mie idee religiose, trovate ridicole dal mio laico editor. Porca miseria è il mio libro. Siete così intelligenti e così bravi: scriveteveli da soli. A questo punto sono arrivata alla paralisi. Non me ne fregava più niente, volevo sono non sentirne più parlare.
Ho quasi sessanta anni e sono messa piuttosto bene a quattrini. Posso permettermi di non fare le cose che detesto e oramai detestavo essere l’autore di questi libri. Volevo solo liberamene, concludere, non averli più sul computer, non avere più Rankstrail in memoria sul glossario. Questa gente non era più viva, erano solo macchie di inchiostro su delle pagine.
Io non avevo più voglia di pubblicare l’ultimo libro. Né di finirlo. Mancano pochi capitoli e in effetti quando dico che è bellissimo lo dico tanto per dire qualcosa, perché non sono più in grado di giudicarlo, non mi interessa e non lo amo, voglio solo liberarmene, perché è mio dovere finire la storia, non per Rosalba e Rankstrail, che non esistono, sono solo macchie di inchiostro, ma per i lettori, per quelli che ci hanno creduto che hanno speso i loro soldi per comprarsi i libri precedenti. Loro devono sapere come va a finire.
Il libro è su Internet,al mio sito, lo sto pubblicando un capitolo la settimana. È stata una buona idea. La voglia di scrivere sta ritornando. La mongolfiera si sta rialzando. Sto ritrovato le linee narrative, finalmente lo sto finendo. Non posso fare la figuraccia di non avere il capitolo successivo, ma non è solo per questo. Sono di nuovo vivi, Rankstrail e Rosalba, e Skardrail, sono di nuovo vivi,porca miseria, hanno di nuovo un odore, sento le loro voci, forse è un fenomeno neurologica, ma nel caso, chi se ne frega, è magnifico. . Gli errori fatti vanno bene così. Il discorso sui quattro Archetipi verrà esplicitato da Yorsh. Le meditazioni sulla morte gli saranno arrivate dagli orchi, meglio ancora, il rigo modificato da sarà citato i un discorso diretto e rimesso a posto. So dove inserire le parti tagliate, è di nuovo il mio libro.
Adesso la mongolfiera si sta alzando di nuovo, Rankstrail è tornato è di nuovo una persona, qualcuno con una voce e un odore, che riesco a sentire. Lo incontrerò nel mondo dei morti e mi ringrazierà di aver raccontato questa storia.