Da PeaceReporter
Ventun miliardi alla Difesa, Natale ricco per le aziende belliche
Le minacce del Ventunesimo secolo, evocate con forza sempre maggiore, dopo l'11 settembre, ad ogni vertice annuale della Nato, si chiamano terrorismo e armi di distruzione di massa. Entrambe hanno fatto della paura un elemento di strategia politica. E per contrastare la paura si affinano e si consolidano i sistemi di difesa. Ovvero: ci si arma. Secondo il Sipri (Istituto di studi per la pace di Stoccolma), nel mondo le spese militari sono cresciute nel 2006 del 3,5 percento rispetto all'anno precedente, superando i mille miliardi di dollari (quasi 680 milioni di euro). Nella classifica dei Paesi produttori di armi, l'Italia è al settimo posto, con 20 miliardi di euro. Il nostro Paese destina al settore difesa l'1,5 percento del proprio prodotto interno lordo.
Risorse sparse. Le spese militari rappresentano una delle voci più onerose nel bilancio del nostro Paese. Grazie alla Finanziaria, passata a fine estate al Senato per un pugno di voti e in attesa della votazione alla Camera, sono previsti stanziamenti per 23 miliardi e 352 milioni di euro (21 miliardi nel bilancio preventivo della Difesa, 2.424 aggiunti dalla Finanziaria). L'aumento rispetto al 2007 (la misura allora ammontava a 21 miliardi e 11 milioni) è dell'11,1 percento. Le previsioni di spesa per il comparto militare, invece di far capo solo al ministero della Difesa, sono disseminate nelle più disparate allocazioni: oltre alla Finanziaria e al bilancio della Difesa, come detto, i contributi spaziano dal ministero per l'Economia a quello dello Sviluppo economico. Essendo sparse in vari bilanci, le risorse rendono opaca la loro interpretazione. Vediamo di cominciare a far luce sulla loro allocazione, andando a verificare, punto per punto, dove e a cosa sono destinate le risorse stanziate nella Legge Finanziaria.
L'articolo 5, comma 12, stanzia un fondo di 107 milioni di euro per il pagamento dell'accisa (imposta) sui prodotti energetici delle Forze Armate.
All'articolo 21 del Disegno di Legge, il comma 1 cita: "Per l'organizzazione del vertice G8 previsto per l'anno 2009 è stanziata la somma di euro 30 milioni per l'anno 2008." Il vertice si terrà alla Maddalena, in Sardegna, da dove il mese scorso sono partiti 1.500 soldati Usa, nell'ambito della dismissione della base militare, che verrà definitivamente lasciata dalla Marina statunitense nel febbraio 2008.
L'articolo 22 integra con 30 milioni di euro il taglio del 15 percento della scorsa Finanziaria per la 'professionalizzazione' delle Forze Armate; stanzia inoltre 140 milioni di euro per 'garantire la capacità operativa' delle stesse. Venti milioni di euro vanno poi all'arsenale della Marina militare di Taranto e 40 per il funzionamento dell'Arma dei Carabinieri.
Nell'articolo 31 si propone l'allocazione di risorse per: 15 velivoli addestratori Aermacchi M346; 12 elicotteri Agusta Westland EH101; sistema di comunicazioni Sicote per i Carabinieri in funzione anti-terrorismo; progetto Soldato futuro; partecipazione, con la Francia, alla costruzione del satellite di comunicazioni Sicral 2. Per l'attuazione di tale piano sono autorizzati contributi quindicennali per un totale di 1 miliardo e 50 milioni di euro.
All'articolo 31, comma 2, figurano, per la partecipazione al programma del Caccia Eurofighter: 318 milioni di euro per il 2008, 468 per il 2009, 918 per il 2010, 1.100 per il 2011 e 1.100 per il 2012. Aggiunti a quelli già previsti dalla Tabella F della Finanziaria (importi da iscrivere in bilancio alle autorizzazioni di spesa delle leggi pluriennali), si raggiungono, per 5 anni, 4.884 milioni di euro. Al comma 3, si dispone l'erogazione di ulteriori fondi per il programma di sviluppo delle fregate multiruolo Fremm, in cooperazione con la Francia. Il totale è di un miliardo e 50 milioni in 15 anni. Sempre nella Tabella F della Finanziaria vi sono fondi aggiuntivi per le fregate Fremm di circa 800 milioni di euro.
Nell'articolo 93, per esigenze legate alla tutela dell'ordine pubblico, è previsto, per un piano di assunzioni, uno stanziamento di 50 milioni di euro per il 2008, di 120 per il 2009 e di 140 per il 2010. Risorse, queste, destinate all'Arma dei Carabinieri, alla Polizia di Stato, alla Guardia di Finanza, alla Polizia penitenziaria e al Corpo forestale.
L'articolo 95 destina 200 milioni di euro in più per 2008, 2009 e 2010 ciascuno per i rinnovi contrattuali e la 'valorizzazione delle specifiche funzioni svolte nella tutela dell'ordine pubblico e della difesa nazionale. Destinatari il corpo di Polizia e le Forze Armate. Nella tabella del ministero per l'Economia è inoltre iscritto oltre un miliardo di euro per il finanziamento delle missioni italiane all'estero.
In conclusione, le spese militari aumentano, a dispetto delle promesse del governo Prodi. Che nel programma pre-elettorale si era impegnato, "nell’ambito della cooperazione europea, a sostenere una politica che consenta la riduzione delle spese per armamenti". Promesse da marinaio.
Luca Galassi
Una forsennata corsa al riarmo
Intervita al senatore Silvana Pisa, membro della Commissione Difesa del Senato
Ventitrè miliardi e rotti per le spese militari. Un aumento dell'11,1 percento rispetto alla precedente Finanziaria. Perché tale incremento, in palese contraddizione con l'annuncio fatto in campagna elettorale dal governo Prodi?
Non solo in palese contraddizione con il programma, ma anche con la risoluzione fatta a luglio, prima firma Finocchiaro e altri, che si impegnava a non aumentare le spese per le armi e di considerare il tema della riconversione. Due impegni molto chiari che sono stati disattesi. L'aumento rientra in un quadro generale che coinvolge Stati Uniti, Russia, Cina. Tutti si armano a più non posso. Noi cerchiamo di combattere questo orientamento da anni, e dobbiamo riscontrare che questo governo ci ha molto deluso. Avevamo presentato degli emendamenti minimalisti, che toglievano un po' di soldi dall'articolo 31 della Finanziaria per passarli ai servizi sociali, nella fattispecie agli asili nido: anche su questi emendamenti, marginali, si trattava infatti di 150 milioni, il governo non ha dato il suo assenso.
Quali sono allora le logiche che portano ad un aumento così forsennato degli armamenti?
Abbiamo rivolto al governo più volte questa domanda, senza ottenere risposta. Abbiamo un modello di difesa che si ispira a una politica estera sostanzialmente di pace, che segue l'Onu, la tutela dei diritti umani. Non si capisce a cosa serva una tale spesa, soprattutto nel settore aeronavale. La maggior parte delle nostre missioni, a prescindere che si sia d'accordo o meno, come per il Libano, che è una classica missione di interposizione, per la quale eravamo favorevoli, le spese per gli armamenti riguardano strumentazioni terrestri, come ad esempio blindati per difendere i nostri soldati, quindi armamenti leggeri. Ma i cacciabombardieri, le portaerei Cavour, le fregate Fremm non capiamo a quale modello di difesa si isipirino. Secondo noi sono incoerenti con le nostre linee di politica estera.
Proprio in merito a questo, il generale Fraticelli, che fu Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, diceva: a che servono cento aerei d'attacco in più, fregate multiuso e portaerei?
C'è da dire che Fraticelli oggi è consulente in Oto Melara, un fatto che abbiamo denunciato spesso. Capi di Stato maggiore in pensione che entrano nei consigli di amministrazione delle industrie degli armamenti...
Fraticelli non è il solo, l'ammiraglio Venturoni alla 'Marconi', Ferracuti dell'Aeronautica all'Ams...
Gianni Castellaneta, ambasciatore degli Stati Uniti, è uno dei casi più vistosi, essendo stato anche lui in Finmeccanica come vice-presiente. Ce ne sono tanti...
Quanto pesa questa lobby...?
Moltissimo, e c'è da dire che ci sono addentellati anche a livello del ministero della Difesa. Alcuni nostri sottosegretari sembra quasi che in qualche modo partecipino all'attività di governo come 'difensori' di Finmeccanica.
Si riferisce a Lorenzo Forcieri, che ha dato notevole impulso alla produzione navale della Oto Melara, l'industria situata nella provincia dalla quale proviene, La Spezia, con il contratto delle fregate multiuso Fremm, costruite in cooperazione con la Francia?
Forcieri è il più sordo alle nostre richieste. Trova sempre giustificazioni più o meno plausibili per opporvisi. I giudizi sui nostri emendamenti, in questa sede di Finanziaria, li ha dati Forcieri, sia al Senato che alla Camera. E' vero che Finmeccanica è al 30 percento azienda dello Stato, quindi con un ulteriore conflitto di interessi, ma non produce certo un 'made in Italy' neutrale, perchè le armi non sono neutrali. Lo scopo delle armi, specie di questi armamenti pesanti, è uccidere. Allora, questo tipo di produzione non può certo essere indifferente a un certo tipo di politica. Ci si nasconde dietro il tema dell'occupazione, ma noi questo tema l'abbiamo affrontato chiaramente con i sindacati, introducendo il tema della riconversione e chiedendo che fosse finanziata un'agenzia, un coordinamento, che mettesse a tema la riconversione nel nostro Paese. Le spese per gli armamenti sono in parte nel bilancio della Difesa, ma una parte molto consistente è nel bilancio per lo Sviluppo economico. E perchè il ministero di Bersani finanzia le armi? Le finanzia con le scuse del 'dual use' (doppio uso, ndr), dicendo: noi finanziamo tutto quello che, in qualche modo, significa progresso tecnologico. Ma come si fa a usare le fregate Fremm o la portaerei Cavour per andare in crociera? Il 'dual use' è una scusa inaccettabile. Il tema della riconversione sta a monte delle grandi scelte del disarmo europeo, ricordo Olaf Palme, Willy Brandt, invece è stato abbandonato per una corsa al riarmo che, secondo noi, non ha nessuna giustificazione.
Luca Galassi
venerdì 14 dicembre 2007
Finanziaria in divisa
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1 commento:
BUON NATALE E FELICE 2008
Nepo e famiglia
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