Conclusa tragicamente le vicenda di Eluana Englaro (non mi piace chiamarla solo per nome, presuppone una conoscenza e confidenza che non avevamo), diro' anch'io due parole. Non tanto sulla vicenda su cui mi e' ancora difficile pronunciarmi con chiarezza, ma sull'orrendo teatrino politico.
Apprezzo solo due posizioni: Ferrara che ha fatto della scelta pro vita il suo cavallo di battaglia e i radicali che sempre sono stati per la liberta' di decisione: divorzio, aborto, eutanasia. Posizioni condivisibili o meno, ma rispettabili e coerenti.
Trovo invece penose le posizioni di destra e sinistra.
La sinistra appiattita in modo ottuso su una posizione iper liberale (radicale appunto) pro-choice, senza alcun dubbio, senza alcuna perplessita'. Ma la liberta' di scelta non e' un valore tipicamente di sinistra, anzi mi pare per certi vesri lontano dalla sensibilta' di chi e' per i poveri, contro la guerra ecc. ecc.
Ancora peggio pero' la destra guerrafondaia, xenofoba, forcaiola e abortista che parla di diritto alla vita. Cota (lega nord) che tutti i giorni tuona contro gli immigrati parla di eutnasia, La Russsa anche....ma peggio di tutti e' sempre Berlusconi: con la stessa faccia e lo stesso tono che usa per parlare di toghe rosse, di cosituzione scritta da bolscevichi, parla di vita, di morte, di un padre che ha una figlia in SVP da 16 anni!!! ma che ne sa lui! parla di diritto alla vita! di eutanasia!! e' meglio quando si occupa dei fatti suoi, almeno sa di cosa parla
Comcludo ripetendo quanto dice Andrea de Pasquale:
Chiudo con un abbraccio a tutti e a ciascuno, tanto più sentito in questo momento, in cui i rapporti di stima intellettuale e di comprensione affettiva tra molti di noi sono duramente messi alla prova da una polarizzazione che dipinge chiunque onestamente e sinceramente su questi temi manifesta un punto di vista diverso come un nemico, un pervertito, un servo stupido (o peggio interessato) dell'ideologia dominante, sia essa quella relativista oppure oscurantista, radicale oppure clericale. Non credo sia così, non la vivo così, e ritengo di non essere il solo. Un saluto, e alla prossima.
1 commento:
“L’interruzione di procedure mediche dolorose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati ottenuti può essere legittima. Si rinuncia all’accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni spettano al paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o altrimenti a coloro che ne hanno legalmente diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.”
Cardinal Joseph Ratzinger, catechismo della Chiesa cattolica, 1994, par. 2278.
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