io ne ho viste cose, che voi umani non potete immaginare...
Ho trovato sul sito di don Franco Barbero (un vero sovversivo) la "lettera di don Dino d'Aloia al vescovo di san severo Lucio Renna", e' piuttosto lunga quindi rimando al link per leggerla completamente. Voglio dare un mio parere: trovo tutta la lettera, con cui don Dino praticamente esce dalla Chiesa, molto profonda e toccante, trovo alcune considerazioni, sopratutto quelle di "ambiti di tipo più strettamente disciplinari o pastorali" come dice don Dino, molto condivisibili. Già da tempo e ancor più con dopo l'elezione di papa Ratzinger mi pare che la Chiesa gerarchica si sia allontanata dalla Chiesa popolo di Dio, mi pare che troppi argomenti vengano affrontati con il magistero invece che con la carità, mi pare che la paura dell'errore superi la forza del dialogo e della comprensione. Prendo alcuni punti della lettera riguardo a temi importanti e che mi trovano spesso perplesso sulle affermazioni del magistero: il divorzio, il celibato dei preti, le donne sacerdote, la sessualità "Sono aperto alla prassi delle seconde nozze (...) E' lodevole l'impegno che la Chiesa mette per sottolineare l'importanza della fedeltà (...) Tuttavia io credo che nel caso si venga abbandonati dall'altro non ci si debba sentire obbligati a solitudine sentimentale e sessuale, o impediti a vita a passare a nuove nozze. Inoltre credo che va data la possibilità di sanare la situazione e di" riparare" anche a chi ha colpevolmente causato il divorzio e ormai non è più in grado di ripristinare la prima unione. Anche se il suo errore è stato grande, la misericordia è sempre più grande." Il divorzio resta l'unico peccato da cui non si può essere perdonati: solo restando soli o ritornando indietro si può accedere nuovamente al sacramento della comunione, ma tornare indietro spesso è impossibile ed esere condannati ad una vita di solitudine mi pare eccessivo come penitenza. Se poi si è lasciati si paga per un peccato commesso da altri "Il celibato nella Bibbia è visto indubbiamente come una grande vocazione alla quale tuttavia il sacerdozio non è legato né in modo obbligatorio né in modo preferenziale. La Bibbia ne parla come due vocazioni diverse,(...) Nella 1Tm 3 si vede chiaramente che (...) la nomina di qualcuno come vescovo avveniva dopo averne saggiate le qualità di buon padre di famiglia" "Sono convinto che il ministero di guida e di presidenza della comunità cristiana spetti di diritto agli uomini quanto alle donne. Mi pare che da nessun passo del vangelo si possa evincere la volontà di Gesù di escludere delle persone in quanto donne dalla piena responsabilità nell'impegno di evangelizzazione" L'affermazione che Gesù abbia affidato il ministero del sacerdozio solo a uomini è poco significativa, erano anche tutti ebrei, bianchi, allora nessun nero o non ebreo potrebbe fare il prete. "Sono convinto inoltre che la sessualità in genere vada vista ancora di più in tutta la sua potenzialità di esperienza liberante ed umanizzante. (...) [la Chiesa] purtroppo è rimasta quasi sola a proteggere la sessualità da tanta superficialità e mercificazione. (...) occorre, a mio avviso, liberare il campo dalle regole etiche che vogliono dire troppo in dettaglio ciò che le coppie possono o non possono fare: mi riferisco ai rapporti prematrimoniali, alla contraccezione. Ci possono essere situazioni in cui sono lecite e altre in cui possono essere illecite, senza che la illiceità possa essere decretata dalla regola morale generale in modo univoco. Non è sulle regole che bisogna insistere,(...) ma sulla formazione di coscienze adulte capaci di discernere secondo coscienza autonoma e responsabilità. Riguardo alle persone omosessuali penso che la comunità cattolica abbia nei loro confronti un grave debito di ascolto e di simpatia che finora non gli ha dato. Quanto a me, sto convincendomi che l'amore omosessuale meriti rispetto e un doveroso riconoscimento sia ecclesiale che civile."
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