Ebbene si, dopo il mio post sull'ora di Religioni, un comunicato ufficiale della Congregazione vaticana per l'Educazione cattolica, sconfessa le mie posizioni!!!!
Ma andiamo con ordine: il 12 agosto pubblicavo un post dal titolo Chiesa e società in cui fra le altre cose dicevo: "Già allora, credente e praticante come ora, ma pure di destra, pensavo che sarebbe dovuta diventare Religioni al plurale per parlare delle religioni nella storia, nella cultura dell'uomo: come l'ora di filosofia o quella di storia ci raccontano il pensiero umano e le azioni conseguenti, cosi' quella di religioni ci avrebbe dovuto far capire che l'uomo sempre ha cercato qualcosa fuori da se."
Il 9 Settembre esce un articolo di Repubblica Ora di religione, no del Vaticano a quella "multiconfessionale" che riporta stralci di una lettera inviata nel maggio scorso alle conferenze episcopali di tutto il mondo e che sta circolando in questi giorni in cui si afferma:
- L'insegnamento dell'ora di religione nelle scuole non può essere sostituito "con lo studio del fatto religioso di natura multiconfessionale o di etica e cultura religiosa"
- La natura e il ruolo dell'insegnamento della religione nella scuola è divenuto oggetto di dibattito e in alcuni casi di nuove regolamentazioni civili, che tendono a sostituirlo con un insegnamento del fatto religioso di natura multiconfessionale o di etica e cultura religiosa, anche in contrasto con le scelte e l'indirizzo educativo che i genitori e la Chiesa intendono dare alla formazione delle nuove generazioni''.
- ''se l'insegnamento della religione fosse limitato ad un'esposizione delle diverse religioni, in un modo comparativo e neutro, si potrebbe creare confusione o generare relativismo o indifferentismo religioso''.
- ''le famiglie dei credenti, le quali debbono avere la garanzia che la scuola pubblica - proprio perché aperta a tutti - non solo non ponga in pericolo la fede dei loro figli, ma anzi completi, con adeguato insegnamento religioso, la loro formazione integrale".
- "I diritti dei genitori sono violati se i figli sono costretti a frequentare lezioni scolastiche che non corrispondono alla persuasione religiosa dei genitori o se viene loro imposta un'unica forma di educazione dalla quale sia completamente esclusa la formazione religiosa"
In toto direi che e' la solita paura della Chiesa per la liberta' individuale, mentre il rischio della libertà, che deriva dalla dottrina del libero arbitrio, dovrebbe essere la base dell'insegnamento della Chiesa.
E anche la solita commistione col potere: posso imporre nella scuola lo studio della religione cattolica perchè sono un potere forte anch'io.
Proviamo punto per punto:
- e prechè no? non sarebbe importante studiare l'etica e la cultura religiosa?
- le scelte e l'indirizzo educativo che i genitori e la Chiesa intendono dare alla formazione delle nuove generazioni se non sono condivise da tutti verranno fatte all'esterno della scuola
- se l'insegnamento della religione fosse limitato ad un'esposizione delle diverse religioni si potrebbe creare confusione o generare relativismo o indifferentismo religioso . E su questo dissento in toto: si creerebbe una coscienza religiosa, si capirebbe che da sempre l'uomo ha cercato qualcosa fuori da se. E' proprio l'insistere su una sola religione che crea indifferentismo religioso. Ritorniamo al rischio della libertà
- non solo non ponga in pericolo la fede dei loro figli, ma anzi completi, con adeguato insegnamento religioso, la loro formazione integrale. Ok non mettere in pericolo la fede, ma completare nella scuola pubblica, quindi laica, la formazione comprendendo un insegnamento di religione specifico, bho? ripeto che mi sembra più adeguato un insegnamento di religione generale, questo si che completa la formazione.
Se invece percorrendo la storia dell'uomo studiassimo tute le sue religioni e approfondissimo quelle attuali, probabilmente non avremmo quela che io chiamo iper-correzione laica.
Come dico spesso il mio 'nemico' non e' la religione diversa, ma la secolarizzazione, il consumismo... sono molto piu' vicino ad un mussulmano che a un materialista.
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