Mi è stato mandato questo articolo di Antonio Socci: non è un personaggio di cui condivido molte idee (a parte la fede), ma trovo i suoi interventi spesso interessanti Anche in questo articolo mi pare malato di anticomunismo e il confronto animali vs umani mi pare sempre sbagliato: occorre difendere entrambi, sbaglia chi si indigna solo per gli animali ma anche chi si indigna solo per gli uomini, queste contrapposizioni sono sempre inutili. Mi paiono interessanti invece le considerazioni sull'aborto: 130.000 in un anno su 560.000 nati, 4 milioni e 500 mila dall'approvazione della legge, parafrasando Pio XII: Un'inutile strage
Valgono più tre orsi morti di 130 mila aborti all'anno?
Il 5 ottobre nelle pagine di Repubblica si leggeva questo titolo: "Aborti, mai così pochi in Italia". Cosa volete che siano 130.033 aborti legali in un anno (senza contare quelli farmaceutici) su 560 mila bambini nati. In tutto fanno 4 milioni e 500 mila aborti legali da quando è stata approvata la 194. Dicono sia una grande conquista civile. Tutti i media, al seguito del ministro Turco, ci hanno spiegato trionfalmente che 130 mila sono davvero "pochi". E dunque allegria! Brindiam nei lieti calici!
Ma non ci sono solo le "buone" notizie come questa. Purtroppo ci sono anche le "stragi". Infatti il 3 ottobre sempre La Repubblica titolava drammaticamente: "Strage di orsi in Abruzzo". Sono stati trovati avvelenati tre orsi nel Parco. L'articolo iniziava così: "Una strage, una mattanza che nasconde un piano criminale' contro il Parco Nazionale d'Abruzzo". Tutti i tiggì hanno parlato di questo orrore. Un'ondata di emozione ha scosso il Paese.
Il ministro Pecoraro Scanio prospetta "l'arresto per questi criminali" e annuncia di costituirsi parte civile. La Lipu pure.
L'associazione "Amici dell'orso Bernardo" ha fatto una fiaccolata di protesta. La Lega antivivisezione parla di "emergenza criminale" che sarebbe "purtroppo diffusa" fra "cacciatori, pastori e cercatori di tartufi".
"Il Wwf" c'informa Repubblica "ha messo una taglia di 10 mila euro sui killer" (quando il senatore Calderoli mise una taglia per avere notizie sugli assassini del benzinaio di Lecco tutti insorsero indignati, ma la taglia del Wwf per sapere chi ha avvelenato gli orsi è parsa a tutti nobile).
Fulco Pratesi, presidente del Wwf, è fra gli indignati speciali: "Si tratta di un atto criminale gravissimo. Un Paese civile non può permettersi questi scempi". E' sempre dei tre orsi che si parla… Perché pare che l'orso sia diventato il metro della civiltà. Che vita è la vostra se non avete un orso in giardino. La scrittrice Dacia Maraini, nostra coscienza civile, l'ha spiegato da par suo: "L'orso non si fa vedere facilmente, ma la sua presenza è come una certezza di vita, qualcosa che ci fa sentire meno soli, meno padroni e tiranni, meno distruttori e soprattutto meno volgari" (Corriere della sera, 4 ottobre 2007).
L'orso ci fa sentire "meno soli e meno volgari"? C'è qualcuno al Corriere della sera che chiede e pubblica commenti del genere e che sa spiegarci questa folgorante rivelazione? Esistono orsi di compagnia? La Maraini va a lezione di buone maniere dagli orsi? Capisco il commovente grido di dolore della scrittrice quando ha saputo del luttuoso evento: "Di fronte alla carneficina provo strazio e stupore". Simpatizziamo anche noi con l'orso Bernardo. Ma siamo proprio sicuri che non ci siano altre carneficine, un po' più tremende, che passano nell'indifferenza o che addirittura vengono presentate come "conquiste civili" ?
Il dolore degli esseri umani innocenti ha mai interessato i nostri intellettuali? Parlo ovviamente degli intellettuali di Sinistra perché se non sei di Sinistra non puoi neanche sognarti di veder riconosciuta dignità intellettuale a ciò che pensi a che dici. Ricordo una memorabile citazione della stessa Maraini che su Paese sera, il 7 maggio 1969, scriveva: "Gli intellettuali, guarda caso sempre di sinistra, sono gli unici, assieme ai politici guarda caso sempre di sinistra, che dicono la verità".
Anche quel memorabile pensiero della Maraini sessantottesca conteneva due strepitose rivelazioni. La prima: un vero intellettuale deve essere per forza di sinistra (in effetti a quel tempo non si potevano considerare intellettuali individui come Eugenio Montale, Rosario Romeo, Mario Luzi, Augusto Del Noce, Indro Montanelli, Geno Pampaloni, Nicola Abbagnano, Vittorio Mathieu, Sergio Ricossa, Renato Mieli, Renzo De Felice, Federico Fellini e via dicendo).
Seconda rivelazione: intellettuali e politici di sinistra "sono gli unici che dicono la verità". Erano gli anni dell'impazzimento ideologico. Avete mai sentito in quegli anni intellettuali e politici del Pci e della Sinistra dire la verità – per esempio – sull'orrore dei regimi comunisti, sul fanatismo rivoluzionario che imperversava in scuole, fabbriche e università (e che di lì a poco sarebbe degenerato) o sulla Resistenza? Avete mai sentito gli intellettuali di sinistra denunciare le "carneficine" comuniste e l'orrore del Gulag ? Di solito più che la verità si sentiva la "pravda", una forma di "verità" molto sinistra. E – ad essere sinceri – ancora oggi, anno di grazia 2007 - siamo in attesa di sentirla dire tutta la verità, come lamenta anche l'ultimo libro di Giampaolo Pansa, "I gendarmi della memoria".
Ma fra tutti, il genocidio più censurato è quello di cui parlavo all'inizio di questo articolo. Lo si continua a presentare addirittura come una conquista civile: 130 mila bambini valgono almeno quanto un orso marsicano?
Antonio Socci
(da Libero 10 ottobre 2007)
martedì 16 ottobre 2007
Ma in che mondo viviamo ???
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3 commenti:
Era ora che te ne accorgessi!
Evviva Socci! Chissenefrega degli orsi!
Io questo articolo l'avevo già letto e molto apprezzato!
Torna con noi magico Ungu!
Nepo
come ben sai sono sempre stato contro l'aborto anche in tempi non sospetti!!! Quand'e' che tu sarai con gli orsi???
Confermo: sei sempre coerentemente stato contro l'aborto. La mia sorpresa non derivava naturalmente da questo, ma dalla citazione socciana, che un po' mi ha preso alla sprovvista...
Comunque viva anche gli orsi, ci mancherebbe...
un salutone
Nepo
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