io ne ho viste cose, che voi umani non potete immaginare...
Da il Bologna di oggi Il punto di Gianni Vattimo Il peso delle scelte e le ferite a sinistra Ma davvero lo stesso Giordano pensa che qualcuno creda ancora alla sua promessa che “questa è l’ultima volta?” Persino il malumore di Prodi su cui insistono tanto i giornali moderati, la sua preoccupazione di ricucire al più presto con la sinistra, non ci sembra altro che il solito contentino previsto dal gioco delle parti, del tipo “me ne ha date, ma gliene ho dette”. Bisogna che la sinistra abbia l’impressione di aver spaventato il presidente del Consiglio, almeno forse qualcuno degli elettori che hanno dato il loro voto a Rifondazione, al Pdci, ci crederà e, appunto, si sentirà comunque in parte soddisfatto, mentre si lecca le ennesime ferite. Del resto la storia del governo Prodi nato dalle “vittoriose” elezioni del 2006 era già chiaramente segnata fin dall’inizio, dal momento in cui la sinistra accettò di rivotare la missione in Afghanistan, di mandare soldati in Libano, o più di recente da quando si è piegata a non discutere il raddoppio della base di Vicenza... Non diteci che dimentichiamo qualcosa in questo elenco, lo sappiamo benissimo che dovrebbe essere chilometrico. Il punto è che, come ha detto Diliberto, qui non si tratta solo della violazione e dello stravolgimento degli accordi di programma. Qui si tratta delle progressiva distruzione della sinistra, della drammatica riduzione delle sue possibilità di contare ancora qualcosa dopo le prossime elezioni. Sondaggi recenti calcolano che la sinistra-sinistra oggi vale un cinque per cento dell’elettorato. Ammettendo - ma non si sa mai - che il sondaggio non sia troppo ottimistico, davvero un bel risultato dopo quasi due anni di governo. Occupiamo, sempre più monumentalmente, la terza poltrona dello Stato, abbiamo un ministro degli Esteri che - anche contro il parere di autorevoli commentatori israeliani – considera un successo la pseudo-conferenza di Annapolis, un ministro delle Difesa che pensa a un aumento del nostro contingente in Afghanistan, un ministro del Lavoro che difende il protocollo capestro sul welfare ripetendoci continuamente che è stato votato con un referendum a cui hanno partecipato cinque milioni di lavoratori - dopo una democratica campagna in cui era vietata, nel sindacato, la propaganda degli oppositori. Non solo si distrugge la sinistra; finiremo per prendere il referendum sindacale come vero modello di democrazia?
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