Copio il post Punti di vista dal blog di Licia Troisi
Sono pienamente d'accordo con Licia. Il razzismo e' una cosa odiosa, sarà che sono stato allevato con i racconti degli schiavi negri portati in america (tanto che alla fine non ne potevo più), ma tutte le discriminazioni che derivano da razza, religione, preferenze sessuali ecc mi trovano sempre in disaccordo: i buoni e i cattivi ci sono dappertutto, non sono fatti genetici ma solitamente sociali. E questo governo di 'sinistra' potrebbe anche fare delle politiche di accoglienza serie anziché fare 'pacchetti sicurezza'. Veltroni poi, dubitavo già di votarlo ora proprio non posso.
Sulle espulsioni ho già detto quello che penso, ora anche i prefetti possono espellere e anche cittadini comunitari a loro insindacabile giudizio! Così fra l'altro si perde completamente il concetto di Europa: già mi sembrava restrittivo dividere il mondo in comunitari ed extra-comunitari, ma ora per salvaguardare gli italiani si possono espellere anche i comunitari, ma allora che comunità è? torniamo al concetto di Italia che con l'Europa unita e con la zona shengen si doveva pian piano trasformare in Europa. Il campo nomadi poi, verrà distrutto, probabilmente per rappresaglia.
Che schifo, ma le pagheremo tutte purtroppo, e probabilmente i nostri figli e questo mi spiace ancora di più.
Punti di vista
Siamo in un ristorante. È giorno. Ampie vetrate, tavoli di legno.
È un periodo particolare. Si fa un gran parlare di crimine e immigrazione, perchè sono successi fatti piuttosto eclatanti, di recente.
Ad un tavolo sono seduti due uomini. Resti di un pasto davanti a loro.
"Certo che non se ne può davvero più".
"Sì, guarda, veramente allucinante…ma se ne stessero a casa loro".
"Come se non bastassero i criminali nostrani".
"Che poi, scusa, prima dell'arrivo di 'sti qui era tutta un'altra cosa. Vengono qua a non fare niente, rubano e ammazzano. Le loro guerre ce le portano dentro casa, a noi che ci facciamo i fatti nostri. Io li caccerei tutti".
"Pienamente d'accordo, guarda".
Piccolo quiz: secondo voi dove si è svolta questa conversazione?
a. siamo in Italia, e a parlare sono due italiani, in merito ai rumeni e a quel che è successo tre giorni fa a Roma
b. siamo in Belgio, e a parlare sono due belgi, in merito all'immigrazione italiana e a quel che è successo a Duisburg pochi giorni prima.
Forse non ha davvero importanza sapere dove quella conversazione è avvenuta. L'essenza è la stessa, il suo senso identico. Anni fa eravamo noi i rumeni della situazione; portavamo la mafia ovunque, eravamo sporchi e facevamo lavori umili, conducendo vite invivibili, che facevano di noi delle bestie. Mi torna in mente Pane e Cioccolata, che spiega molto bene la cosa.
Poi abbiamo iniziato a fare i soldi, e i rumeni sono diventati i napoletani, i siciliani. Vietato l'ingresso ai cani e ai meridionali, scrisse un negoziante torinese sulla vetrina del proprio negozio.
Sono una donna, e non posso non sentire il sangue che mi si rimescola quando penso a quel che è successo a Tor di Quinto. Ho intorno a me persone che amo, senza le quali non potrei vivere, e non posso non sentirmi male se rifletto su quel che sta passando il marito della vittima. Ma affermare "prima dell'ingresso della Romania in europa Roma era la città più sicura del mondo", come ha fatto Veltroni, è lucrare sulla paura, è sparare nel mucchio perchè sai che ora le gente è indignata e vuole quello.
Adesso raderanno al suolo le baracche a Tor di Quinto. Anche la baracca della rom (sì, della rom, di una zingara che rapisce i bambini e viene a rubare nelle nostre case) che ha permesso l'arresto dell'omicida. E quella gente dove andrà? Passerà alla riva di fianco, tirerà su altre baracche, più incazzata di prima? Si riverserà in giro per Roma senza speranza?
Li espelliamo. D'accordo, espelliamoli. Un criminale è un criminale, italiano, rumeno o alieno. Preferirei avere la certezza della pena, piuttosto che vederli rispediti, liberi, a casa, ma diciamo che li espelliamo. Restauriamo la legalità, è l'unica via, è vero. Poi però leggo che esisteranno gli indesiderabili a priori. Gente incensurata. Che però è ritenuta "pericolosa". In base a cosa? A come guarda sulla metro? Al colore degli occhi, alla lunghezza del naso?
Via tutti quelli che non hanno un lavoro. Pensa che io prima o poi vorrei andare a tentare la fortuna in Germania. Ci andrei a cercare lavoro. Fossi rumena e volessi venire in Italia non potrei farlo.
E poi, ma la polizia dove sta? Ma il crimine mi fate capire come intendiamo combatterlo? Ho vissuto a Torre Angela per 23 anni, ci sono nata. Non un bel quartiere, ve l'assicuro. Ho visto una volante della polizia una volta sola.
Ora li cacciamo, e infiliamo tutti nel mucchio, chi è irregolare e lavora in nero 15 ore al giorno e chi stupra e ruba. Tuoniamo contro lo straniero che viola il sacro suolo, guardiamo con sospetto il rumeno accanto a noi in metro. Poi torneranno a popolare gli argini dell'Aniene, di nuovo invisibili. Non ci fermeremo a guardarli, non ci interesserà sapere come conducono le loro vite impossibili, cosa devono fare per sopravvivere. Fino a quando potremo di nuovo sfogare la nostra rabbia su di loro.
A leggere questo, stamattina, mi è tornato in mente Una Vita Violenta, uno dei libri più belli e terribili che ho letto quest'anno. È sempre la solita storia. La società si getta dietro i propri relitti, spinge al margine chi per qualche ragione non riesce a stare al passo. Ne fa delle bestie, e poi si stupisce se da animali si comportano, e inizia a blaterale di razza, di propensione genetica al crimine. Io vi consiglio di dare una letta a quel libro. Per spostare il punto di vista. Non per giustificare. Ovviamente no. Per capire, per cercare una via d'uscita.
Per la cronaca, la scena iniziale è liberamente romanzata da un fatto raccontato su un forum.
giovedì 8 novembre 2007
La sicurezza
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