io ne ho viste cose, che voi umani non potete immaginare...
Da tempo cerco di spiegare, piu' a me stesso che agli altri, perche' il fantasy 'deve' finire bene, qualche giorno fa in una discussione in aNobii su come definire il fantasy Maximus Kuseikos ha dato questa definizione, secondo me molto azzeccata Ritengo in ultima analisi che il genere Fantasy debba avere come elemento chiave e fondante la celebrazione di un mondo archetipico, scevro di tecnologie moderne, dove lo strumento che conduce alla sopravvivenza è il coraggio personale, l'eroismo epico, e l'eterna lotta del bene contro il male conduce sempre a quello che chiamo "il Grande Sospiro Finale" del lieto fine Mi spiego meglio. Definito il genere fantasy, in esso il lieto fine non deve essere inteso come una melassa mielosa appiccicaticcia in cui sdilinquere le ultime pagine di un romanzo! Ci può essere malinconia e tristezza a volontà; quello che è importante, a mio avviso, è che si segua una certa struttura (e non a caso). L'idea è che una forza malvagia (essenziale, primigenia) metta in atto un piano di qualche genere, il cui successo provocherebbe la sostanziale distruzione della controparte "buona" del mondo immaginario. Durante il romanzo, la forza malvagia aumenta via via il suo successo, fino ad arrivare ad una grande catastrofe finale in cui tutto sembra destinato al successo del male. Proprio allora, avviene qualcosa all'interno di questa catastrofe, che distrugge il male e porta al trionfo del bene. Ecco quindi il Grande Sospiro. Poi ci può essere malinconia e tristezza per ciò che il male ha distrutto, a patto che vi sia sempre una speranza, in fondo alla storia. Ecco: il lieto fine è questo. La speranza. Credo che gli esseri umani abbiano bisogno di storie che si chiudono con la speranza in un futuro dove il male è stato sconfitto, e credo che questo bisogno debba essere soddisfatto in ultima analisi proprio dal genere fantasy. Perché, scusate se mi dilungo, ma il genere fantasy ha in sé l'essenza dell'eternità: delle cose che durano, dei valori essenziali e non transienti... Faccio degli esempi: Dove nel romanzo verista si parla di lampadine e nella fantascienza di raggi laser, nel fantasy si parla di fulmini, o di magia. Entità eterne, non legate ad alcun tempo e luogo, eternamente evocative, e tali sono per uomini e donne di qualunque tempo ed epoca. Per questa sua natura "universalistica", il fantasy è, tra tutti i generi, quello che meglio di qualunque altro può essere l'allegoria della lotta del bene contro il male che conduce l'umanità alla Speranza - ecco dunque la necessità del lieto fine... mi rendo conto che così ho complicato parecchio le cose, ma ho solo cercato di dire con molte più parole qualcosa che avevo già detto prima con pochissime. Insomma, a quel Grande Sospiro non solo ci conto, ma credo che sia proprio essenziale! ovviamente, è la mia opinione, non pretendo che tutti siano d'accordo. In fondo, le categorie servono solo ad uso personale, non è necessario che siano condivise universalmente... giusto?
In linea di massima sono d'accordo con Te.Il rischio però, del lieto fine, è che, la massa del"popolino" consideri, sia nei libri, sia nei film,un'americanata, ormai frase di luogo comune perchè inItalia siamo dei pessimisti per natura.Esempio: l'altra sera siamo andati al cinema a vedere"Io sono Leggenda", film tratto dal mitico racconto diRichard Matheson, "I am Legend" de "I Vampiri", che haispirato anche i film di George Romero e tutto ilgenere Apocalittico.Il finale del film è molto più ottimistico del libro.Quando usciamo sento dire da delle persone di 20/30anni: "che stronzata di film".Perchè? Forse perchè non sapevi assolutamente di cosatrattava e credevi ci fossero delle scene di Kung-Fu odi battaglie? (Si potrebbe aprire un capitolo anchesul fatto che la gente va al cinema senza sapere ocapire cosa va a vedere)No.Per il semplice fatto che "La leggenda" apriva allasperanza.In genere, poi, considero il cinema il più grandeveicolo di sogni, molto più dei libri, in quanto diimpatto diretto.Tutto quiSaluti e baci
Che dire?E' vero!
Si il fantasy secondo me è proprio questo, un momento di luce che entra nei nostri cuori, leggendo di uomini che sfidano le proprie paure e le proprie debolezze per arrivare ad un finale "buono", non buonista, e che rispecchia ciò che vorremmo fosse la nostra vita reale, una vittoria del bene contro il male primigenio che angoscia le nostre esistenze.E' il motivo per cui non amo la fantascienza, dove troppo spesso (per la mia scarsa esperienza di lettore di fantascienza) ruolo dominante hanno altri fattori che non sono l'uomo e i suoi talenti.
Un po' limitante come definizione di ''fantasy'',questo e' una delle possibilita', se vogliamo unodei ''generi' possibili all'interno della fantasy.E tra l'altro e' il genere piu' datato,non che sia stato scritto proprio tutto, ma dopoTolkien e i vari epigoni tutto quel che leggo diquel genere mi sempbra sempre gia' sentito...C'e' molta altra fantasy, e molta anche al confinesempre piu' sfumato con la fantascienza, dal momentoche anche le ''macchine'' e la tecnologia possonotranquillamente rientrare in un mondo fantasy(P. Reeve, Macchine mortali e seguiti non e' certofantascienza!).La lotta bene/male e' solo una delle possibilita':al giorno d'oggi la miglior fantasy si ispira moltopiu' a situazioni ''realistiche'', dove tale lotta c'e',certamente, ma come nella vita reale, non di piu',non in maniera simbolica ''alla Tolkien''.E sul lieto fine... intanto bisogna vedere cosa siintende... un esempio attuale su tutti (se non altroperche' e' forse la mgliore scrittrice attuale inassoluto): la I trilogia dei Lungavista di Robin Hobbha un lieto fine?... e' il ''bene'' che trionfa?Il discorso e' troppo lungo e articolato, come e'troppo articolata la fantasy per costringerla in unacategoria cosi' ristretta. Quindi per chiudere rapidamentealcuni riferimenti, non solo contemporanei:Zelazny, Ciclo di AmbraJ. Vance, Ciclo della terra morente (mooolto vecchii tutti e due)G. Wolfe, Libro del Nuovo SoleC. Cherryh, Saga di MorgaineDonaldson, Cronache di CovenantErikson, Ciclo di MalazanRobin Hobb, vari cicli, forse parte di un unico progetto(questi ultimi due sono in assoluto il meglio della fantasycontemporanea)G. Martin, Cronache del Ghiaccio e del FuocoDirei che per un motivo o per l'altro nessuna di queste sagherientri nella definizione data di ''fantasy'', eppure, dopoTolkien, sono sicuramente tra le migliori espressioni dellafantasy... e chissa' quanti altri non mi vengono in mente adesso.saluti a tutti
Un po' limitante come definizione di ''fantasy'', questo e' una delle possibilita', se vogliamo uno dei ''generi' possibili all'interno della fantasy.La definizione pare anche a me un po' ristretta, io metto nel fantasy molte piu' cose e i generi misti mi sono sempre piaciuti (anche nella musica)E sul lieto fine... intanto bisogna vedere cosa si intende... un esempio attuale su tutti (se non altro perche' e' forse la mgliore scrittrice attuale in assoluto): la I trilogia dei Lungavista di Robin Hobb ha un lieto fine?... e' il ''bene'' che trionfa?Quello che volevo notare e' il 'lieto fine', che secondo me e' fondamentale, nel senso di 'speranza' come dice Maximus Kuseikos, questa definizione mi era piaciuta particolarmente
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5 commenti:
In linea di massima sono d'accordo con Te.
Il rischio però, del lieto fine, è che, la massa del
"popolino" consideri, sia nei libri, sia nei film,
un'americanata, ormai frase di luogo comune perchè in
Italia siamo dei pessimisti per natura.
Esempio: l'altra sera siamo andati al cinema a vedere
"Io sono Leggenda", film tratto dal mitico racconto di
Richard Matheson, "I am Legend" de "I Vampiri", che ha
ispirato anche i film di George Romero e tutto il
genere Apocalittico.
Il finale del film è molto più ottimistico del libro.
Quando usciamo sento dire da delle persone di 20/30
anni: "che stronzata di film".
Perchè? Forse perchè non sapevi assolutamente di cosa
trattava e credevi ci fossero delle scene di Kung-Fu o
di battaglie? (Si potrebbe aprire un capitolo anche
sul fatto che la gente va al cinema senza sapere o
capire cosa va a vedere)
No.
Per il semplice fatto che "La leggenda" apriva alla
speranza.
In genere, poi, considero il cinema il più grande
veicolo di sogni, molto più dei libri, in quanto di
impatto diretto.
Tutto qui
Saluti e baci
Che dire?
E' vero!
Si il fantasy secondo me è proprio questo, un momento di luce che entra nei nostri cuori, leggendo di uomini che sfidano le proprie paure e le proprie debolezze per arrivare ad un finale "buono", non buonista, e che rispecchia ciò che vorremmo fosse la nostra vita reale, una vittoria del bene contro il male primigenio che angoscia le nostre esistenze.
E' il motivo per cui non amo la fantascienza, dove troppo spesso (per la mia scarsa esperienza di lettore di fantascienza) ruolo dominante hanno altri fattori che non sono l'uomo e i suoi talenti.
Un po' limitante come definizione di ''fantasy'',
questo e' una delle possibilita', se vogliamo uno
dei ''generi' possibili all'interno della fantasy.
E tra l'altro e' il genere piu' datato,
non che sia stato scritto proprio tutto, ma dopo
Tolkien e i vari epigoni tutto quel che leggo di
quel genere mi sempbra sempre gia' sentito...
C'e' molta altra fantasy, e molta anche al confine
sempre piu' sfumato con la fantascienza, dal momento
che anche le ''macchine'' e la tecnologia possono
tranquillamente rientrare in un mondo fantasy
(P. Reeve, Macchine mortali e seguiti non e' certo
fantascienza!).
La lotta bene/male e' solo una delle possibilita':
al giorno d'oggi la miglior fantasy si ispira molto
piu' a situazioni ''realistiche'', dove tale lotta c'e',
certamente, ma come nella vita reale, non di piu',
non in maniera simbolica ''alla Tolkien''.
E sul lieto fine... intanto bisogna vedere cosa si
intende... un esempio attuale su tutti (se non altro
perche' e' forse la mgliore scrittrice attuale in
assoluto): la I trilogia dei Lungavista di Robin Hobb
ha un lieto fine?... e' il ''bene'' che trionfa?
Il discorso e' troppo lungo e articolato, come e'
troppo articolata la fantasy per costringerla in una
categoria cosi' ristretta. Quindi per chiudere rapidamente
alcuni riferimenti, non solo contemporanei:
Zelazny, Ciclo di Ambra
J. Vance, Ciclo della terra morente (mooolto vecchii tutti e due)
G. Wolfe, Libro del Nuovo Sole
C. Cherryh, Saga di Morgaine
Donaldson, Cronache di Covenant
Erikson, Ciclo di Malazan
Robin Hobb, vari cicli, forse parte di un unico progetto
(questi ultimi due sono in assoluto il meglio della fantasy
contemporanea)
G. Martin, Cronache del Ghiaccio e del Fuoco
Direi che per un motivo o per l'altro nessuna di queste saghe
rientri nella definizione data di ''fantasy'', eppure, dopo
Tolkien, sono sicuramente tra le migliori espressioni della
fantasy... e chissa' quanti altri non mi vengono in mente adesso.
saluti a tutti
Un po' limitante come definizione di ''fantasy'', questo e' una delle possibilita', se vogliamo uno dei ''generi' possibili all'interno della fantasy.
La definizione pare anche a me un po' ristretta, io metto nel fantasy molte piu' cose e i generi misti mi sono sempre piaciuti (anche nella musica)
E sul lieto fine... intanto bisogna vedere cosa si intende... un esempio attuale su tutti (se non altro perche' e' forse la mgliore scrittrice attuale in assoluto): la I trilogia dei Lungavista di Robin Hobb ha un lieto fine?... e' il ''bene'' che trionfa?
Quello che volevo notare e' il 'lieto fine', che secondo me e' fondamentale, nel senso di 'speranza' come dice Maximus Kuseikos, questa definizione mi era piaciuta particolarmente
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