Come sempre più spesso mi capita sottoscrivo e approvo quanto dice Jacopo Fo
A proposito del Movimento, di Berlusconi e le prospettive della nostra rivoluzione pacifica.
Tutta roba che rischia di cambiare la tua vita.
Non posso far altro che esprimere la mia solidarieta' a Giuliano Ferrara. Il che non vuol dire che approvo i manganelli della Polizia, ma ho trovato disgustoso il lancio di uova e altro!
Ancora troppi compagni sono fermi alle posizioni bellicose della faida.
Ancora non si capisce il legame tra il pensiero violento e l’incapacita' di costruire alternativa esistenziale al sistema.
Sottovaluta il cervello della gente chi crede che quel che dice Giuliano Ferrara sia un pericolo.
Impedirgli di parlare in piazza di fronte a qualche centinaio o migliaio di persone, quando ogni sera in tv parla a centinaia di migliaia, e' solo patetico.
Se penso a quanti secoli di tempo individuale e quanti compagni sono morti o sono stati feriti per impedire ai fascisti di parlare in piazza… erano gli anni Settanta. Gridavamo: “Fascisti borghesi, ancora pochi mesi!”. Che stronzate abbiamo urlato.
Son passati quasi 40 anni e forse Fini ce lo ritroviamo di nuovo Ministro dell’Interno.
Quella di vietare le piazze ai fascisti e' stata veramente una battaglia di principio perdente.
Altre sono le battaglie che abbiamo combattuto ottenendo grandi risultati.
Di sicuro il tempo ha dimostrato che avevano ragione le femministe quando ci dicevano: IL PERSONALE E’ POLITICO.
Sulla parita' tra uomini e donne in effetti si son fatti grandi passi avanti. Come sulle liberta' civili: parto dolce, metodi educativi rispettosi dei bambini, divorzio, aborto, diritto agli analgesici per i malati terminali, lo stupro finalmente considerato dalla legge come un reato contro la persona (era considerato “un crimine contro la morale”); e' stato cancellato dal codice penale il “Delitto d’onore” che permetteva al marito tradito di uccidere la moglie. E anche il “Matrimonio riparatore” che dava al violentatore di una donna nubile la possibilita' di evitare il carcere sposandola.
Se in Italia avessimo avuto un Martin Luther King a quei tempi, avrebbe detto: “Io ho un sogno, che un giorno questo paese sia finalmente libero dalle leggi feudali che danno all’uomo il potere di picchiare la moglie moderatamente, con il beneplacito del codice penale.
Un posto dove se nasci donna non guadagni meno della meta' e non puoi scegliere di diventare medico, avvocato, imprenditore, politico.
Un paese dove non sei giudicato non per le tue qualita' ma per il tuo sesso.”
Oggi possiamo vedere che il sogno della fine della segregazione razziale in Usa si e' veramente realizzato. E’ finita l’era in cui i neri non potevano entrare nei bar dei bianchi, nelle scuole dei bianchi, negli ospedali dei bianchi.
E sugli autobus dovevano sedersi nei posti di dietro o stare in piedi se non erano disponibili sedili per neri liberi anche se c’erano dei sedili per bianchi liberi.
Uno “sporco negro”, Obama, oggi sta correndo per diventare Presidente degli Stati Uniti d’America, quarant’anni fa non era neppure lontanamente immaginabile. Come sarebbe stato impensabile che ci fossero film con interpreti neri e trasmissioni televisive di successo condotte da neri.
Ugualmente noi oggi in Italia possiamo dire che si e' realizzato il grande sogno dei progressisti degli anni Sessanta e delle femministe.
Chi l’avrebbe mai pensato che l’Italia avrebbe avuto un presidente della repubblica donna?
Ok, non c’e' ancora. Ma abbiamo la Montalcini!
Ma tornando al nostro discorso sulla violenza, dovremmo dire, a chi vuol cambiare il mondo usandola, che tutte queste grandiose vittorie non le abbiamo ottenute impedendo ai fascisti di parlare in piazza.
Anzi, i compagni che volevano gli scontri a tutti i costi erano gli stessi che osteggiavano le femministe, deridevano il movimento gay che stava nascendo in quegli anni, se ne fregavano dei disabili, del volontariato, dei gruppi di acquisto.
La violenza e' totalizzante.
La logica della violenza cancella la priorita' della costruzione per tempi lunghi.
Non c’e' da fare una facile rivolta di piazza con bandiere e trombe.
Non basta sbaragliare le truppe dei cosacchi.
In Russia, a Cuba, in Cina erano riusciti a vincere. Ma siccome non avevano cambiato il loro modo di pensare, ne' era cambiato il modo di pensare di quei popoli, abituati da millenni a essere sudditi, allora, i rivoluzionari vittoriosi ricostruirono sistemi strutturalmente simili a quelli che avevano abbattuto, regalando al loro popolo solo briciole di ridistribuzione della ricchezza in cambio della continuazione della sottomissione muta, dell’assenza di liberta'.
La nostra battaglia non può avere come obiettivo solo i Vaffanculo-Day o le barricate in Val di Susa. Abbiamo bisogno di far nascere i nostri figli ed educarli in modo rispettoso. Abbiamo bisogno di crescere generazioni capaci di pensare in modo nuovo. Uomini e donne che non sappiano tollerare l’essere sudditi.
E per farlo dobbiamo trovare la nostra fetta di felicita' ora.
Più sei felice, più i tuoi figli saranno ottimisti e indomabili.
Dobbiamo imparare ad amarci di più. Fare l’amore meglio. Mangiare cibi migliori. Conoscere più amici. Godere del lusso di un lavoro indipendente, libero dalle catene di tristezza della vita nelle Multinazionali del Dolore. Abbiamo bisogno che ognuno di noi scopra il gusto dell’arte e del passeggiare nei boschi. Abbiamo bisogno che scambiarsi massaggi diventi un modo usuale di manifestare amore genitoriale per i propri piccoli, amicizia casta tra gli amici e amore tra gli amanti.
Abbiamo bisogno di incontrarci di più, di collaborare, di avere più amici. E abbiamo bisogno di imparare a costruire sistemi solidi e controllati collettivamente, di cooperazione, di scambio di risorse, di acquisto collettivo di prodotti e servizi.
Abbiamo bisogno che ognuno di noi diventi più sicuro di se', più prudente, più disponibile, più emotivo, più cooperante, più spiritoso, più artista, più santo e più buffone.
Ci serve gente nuova, gente che cambia, che cresce, che milita in prima persona per una causa ed e' il leader del proprio individuale movimento.
Ci serve gente che ha il culto della parola data, dell’impegno preso, della soddisfazione del lavoro ben fatto, della qualita' totale, della fortuna che aiuta gli audaci. Il gusto di lottare per vincere e di scegliere gli obiettivi della lotta secondo le proprie forze reali.
E tutto questo non centra proprio un cazzo con l’aggressione fisica a Giuliano Ferrara.
Non centra un cazzo con un mondo nuovo da costruire.
Quel che non capisce questa gente che usa la violenza, politici, poliziotti, soldati, contestatori, criminali o terroristi che siano, e' che la violenza contamina chi la fa. E’ un malanno che rode il fisico, l’anima e la psiche. Per far violenza devi sopprimere il livello percettivo nel quale senti il disgusto biologico verso lo scontro con un membro della tua specie. Come spiega Riane Eisler nel suo magistrale “Il piacere e' sacro”, abbiamo un istinto primario che ci induce a non fare violenza ai nostri simili. La soppressione di questo istinto e' un processo che avviene a livello individuale e di cui l’individuo porta cicatrici spaventose.
La perdita della sensibilita' per le sensazioni sottili che chi pratica la violenza si provoca, inibisce la percezione della parte più emotiva ed emozionante della vita. Provoca frigidita' emotiva e cristallizzazione dell’autocontrollo.
Per questo non vorremmo mai, in nessun caso praticare la violenza.
Solo in caso di aggressione possiamo scegliere di difenderci.
Ma attenzione: se decido di sfidare la polizia e marciare verso la zona rossa insieme a gente con le imbottiture di gommapiuma, i copri braccio e i caschi, la storia dell’autodifesa perche' aggrediti non regge più.
Noi vogliamo escludere dalla nostra pratica politica qualunque iniziativa che possa anche solo dare l’occasione alle forze del sistema di attaccarci fisicamente.
Anche perche' non e' quello che ci serve.
Costruire il futuro e' la nostra priorita' assoluta. Non possiamo perdere tempo a giocare a farci ammazzare.
PS: Se hai letto fino a qui sei una persona eccezionalmente interessata a questo discorso.
Sappi quindi che il 23-25 maggio, ad Alcatraz, si terra' una riunione di persone che vogliono lavorare professionalmente nel campo della comunicazione e delle ecotecnologie.
Non si tratta ne' di un convegno ne' di un corso ma di un incontro conviviale nel quale, tra l’altro, si parla anche di progetti e si costituiscono microgruppi che ne realizzano frammenti.
Queste riunioni sono pubblicizzate in maniera discreta e la maggioranza delle persone presenti sono espressamente invitate. Ma non sono riunioni chiuse. Anzi speriamo che altri abbiano voglia di unirsi a questa modalita' di ritrovo.
All’ordine del giorno per ora c’e' un solo punto, scaturito dall’ultimo incontro. La realizzazione, che per allora dovrebbe essere operativa, di un sistema di comunita' virtuale che ruota attorno a una connessione sociale strutturata orizzontalmente (social network). Sostanzialmente un servizio di referenze su prodotti e servizi (dai ristoranti ai reparti degli ospedali, agli avvocati) e di consulenza/fornitura di informazioni. Il modello tecnico e' quello di www.ciao.com con la possibilita' di dare un voto a chi scrive un giudizio su un prodotto.
Non si tratta di una cosa nuova ma e' nuovo il fatto di costruire una comunita' di questo tipo, tra di noi che abbiamo particolari gusti etici ed ecologici che ci rendono indigesti molti ristoranti recensiti dalle guide ufficiali.
Lascio alla riflessione di ognuno considerare cosa vorrebbe dire sul piano sociale se esistesse un servizio di referenze e una classifica sui reparti degli ospedali, con schede sui primari, i medici e i paramedici… Sottoporre alla critica e all’apprezzamento di massa gli operatori della sanita' svilupperebbe la qualita' del servizio?
Aiuterebbe i più sprovveduti concretamente favorendo la circolazione di informazioni essenziali sui punti di eccellenza della sanita' italiana?
Questa e' l’idea.
E trovo che sia un modo vero di realizzare un pezzo della societa' migliore e incentivare il piacere di collaborare.
E siccome crediamo nelle qualita' umane e nella professionalita' abbiamo deciso di circoscrivere questa proposta perlopiù a persone che gia' conosciamo e con le quali abbiamo condiviso esperienze positive dal punto di vista umano o lavorativo e delle quali comunque conosciamo il valore professionale.
Il soggiorno ad Alcatraz per i due giorni di pensione completa costa 150 euro in camere a più letti. Possibilita' di essere ospitati in cambio di lavoro.
martedì 8 aprile 2008
L'aggressione a Giuliano Ferrara e il futuro della rivoluzione.
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