Il vecchio Piergiobbe risponde al mio post di ieri linkando questo intervento di Messori sul Corriere.
Faccio alcune considerazioni:
Prima di tutto non mi pare molto inerente alle mie argomentazioni.
Messori parla dell'inutilità di "Un'ora di..." cioè di quei tentativi di risolvere le cose facendo “un'ora di...” a scuola. Affronta il tema come una lezione da aggiungere alle altre, cioè un'ora di islam presentato dallo stato italiano, parla infatti di madrasse della Repubblica italiana, ma io parlavo di fare un'ora di religione islamica in contemporanea a quella di religione cattolica, cioè di riconoscere a tutti il diritto all'istruzione nella propria fede.
Entrando più nel merito del testo, concordo su alcune cose ad esempio questa:
Per quanto importa, sono tra i convinti che, sulla lunga durata, l’Occidente si rivelerà per l’islamismo una trappola mortale. I nostri valori e, più ancora, i nostri vizi, corroderanno e, alla fine, faranno implodere una fede il cui Testo fondante non è per nulla in grado di affrontare la critica cui sono state sottoposte le Scritture ebraico-cristiane. Una fede che, in 1400 anni, non è mai riuscita ad uscire durevolmente dalle zone attorno ai tropici, essendo una Legge nata per remote organizzazioni tribali. Una fede che, priva di clero e di un’organizzazione unitaria, impossibilitata a interpretare il Corano — da applicare sempre e solo alla lettera — è incapace di affrontare le sfide della modernità e deve rinserrarsi dietro le sue mura, tentando di esorcizzare la paura con l’aggressività. Ma poi: panini al prosciutto, vini e liquori, minigonne e bikini, promiscuità sessuale, pornografia, aborti liberi e gratuiti, «orgogli» omosessuali, persino la convivenza con cani e gatti, esseri impuri, e tutto ciò di cui è fatto il nostro mondo — nel bene e nel male — farà sì che chi si credeva conquistatore si ritroverà conquistato. Ma questo, dicevo, in una prospettiva storica: per arrivarci passerà molto tempo e molti saranno i travagli, magari i drammi.
Che mi porta a non temere l'invasione mussulmana.
Ma trovo invece contraddittorio quando dopo aver parlato male di giacobini e girondini, del fervoroso Rousseau, dell’Occidente laicamente formato, (dove hanno) trovato folle entusiaste le ideologie mortifere che hanno devastato i due secoli seguiti al trionfo delle utopie roussoiane, finisce con Non sanno che relativismo e neutralità religiosa sono frutti dell’illuminismo europeo, ma bestemmie per il credente coranico? Allora non sono tutti da buttare gli ideali laici!!!
Ma più di tutto trovo quasi ridicolo quando afferma: Ignorano che incorrerebbe in una fatwa di morte il muslìm che presentasse la sua religione come una verità tra le altre? (...) Non sanno che è impensabile il concetto stesso di «storia delle religioni» per chi è convinto che c’è una sola fede e le altre sono o incomplete o menzognere?
Ma questo è esattamente l'atteggiamento che io critico nella Chiesa cattolica! Chi insegna religione a scuola non deve presentare la sua religione come una verità tra le altre nè parlare di storia delle religioni.
Il punto secondo me è proprio questo (e so che Messori non risponde a me, quindi non rispondo a lui ma a Piergiobbe): fare delle ore di religione specifica crea divisioni, è più dannoso che utile. Fare delle lezioni di storia delle religioni invece supererebbe proprio i problemi che pone Messori, creerebbe cultura, conoscenza, quindi tolleranza e integrazione
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