E io ti ho sollevata figlia per vederlo megilo, io che non parto e sto a guardarti finche' rimango sveglio R.Vecchioni - Stranamore Appartengono alla letteratura tutti i libri che si possono leggere due volte. Nicolás Gómez Dávila Anche un orologio rotto segna l'ora giusta due volte al giorno N.N. Ho una collezione di conchiglie immensa. La tengo sparsa per le spiagge di tutto il mondo. Steven Wright Mettere in ordine la casa mentre i tuoi figli sono ancora piccoli è come spalare il viale prima che smetta di nevicare. Phyllis Diller Le mie opinioni possono essere cambiate, ma non il fatto che ho ragione Ashleigh Brillant Non voglio raggiungere l'immortalità con il mio lavoro. Voglio arrivarci non morendo Woody Allen Non temere che la fine del mondo arrivi oggi. In Australia è già domani Charles Schultz Prima vennero per i comunisti, e io non dissi nulla perché non ero comunista. Poi vennero per i socialdemocratici io non dissi nulla perché non ero socialdemocratico Poi vennero per i sindacalisti, e io non dissi nulla perché non ero sindacalista. Poi vennero per gli ebrei, e io non dissi nulla perché non ero ebreo. Poi vennero a prendere me. E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa. Martin Niemöller I vescovi cubani a Roma, striscione in piazza San Pietro: Dio c'e' guevara Fiorello Baldini - Viva Radio 2 Senti che fuori piove, senti che bel rumore V. Rossi - Sally La Terra possiede risorse sufficienti per provvedere ai bisogni di tutti, ma non all’avidita’ di alcuni. Ghandi Sei cattivo? Mangia le cipolle Gioia "Come... Come ho fatto ad arrivare qui?" "Ci vorrebbe un altro terrestre per spiegarlo. I terrestri sono bravissimi a spiegare le cose, a dire perchè questo fatto è strutturato in questo modo, o come si possono provocare o evitare altri eventi. Io sono un talfamadoriano, e vedo tutto il tempo come lei potrebbe vedere un tratto delle Montagne Rocciose. Tutto il tempo è tutto il tempo. Non cambia. Non si presta ad avvenimenti o spiegazioni. E' e basta. Lo prenda momento per momento, e vedrà che siamo tutti, come ho detto prima, insetti nell'ambra." "Lei mi ha l'aria di non credere nel libero arbitrio" disse Billy Pilgrim Kurt Vonnegut - Mattatoio N. 5 Gli aerei americani, pieni di fori e di feriti e di cadaveri decollavano all'indietro da un campo di aviazione in Inghilterra. Quando furono sopra la Francia, alcuni caccia tedeschi li raggiunsero, sempre volando all'indietro, e succhiarono proiettili e schegge da alcuni degli aerei e degli aviatori. Fecero lo stesso con alcuni bombardieri americani distrutti, che erano a terra e poi decollarono all'indietro, per unirsi alla formazione. Lo stormo, volando all'indietro, sorvolò una città tedesca in fiamme. I bombardieri aprirono i portelli del vano bombe, esercitarono un miracoloso magnetismo che ridusse gli incendi e li raccolse in recipienti cilindrici d'acciaio, e sollevarono questi recipienti fino a farli sparire nel ventre degli aerei. I contenitori furono sistemati ordinatamente su alcune rastrelliere. Anche i tedeschi, là sotto, avevano degli strumenti portentosi, costituiti da lunghi tubi d'acciaio. Li usavano per succhiare altri frammenti dagli aviatori e dagli aerei. Ma c'erano ancora degli americani feriti, e qualche bombardiere era gravemente danneggiato. Sopra la Francia, però, i caccia tedeschi tornarono ad alzarsi e rimisero tutto a nuovo. Quando i bombardieri tornarono alla base, i cilindri d'acciaio furono tolti dalle rastrelliere e rimandati negli Stati Uniti, dove c'erano degli stabilimenti impegnati giorno e notte a smantellarli, a separarne il pericoloso contenuto e a riportarlo allo stato di minerale. Cosa commovente, erano soprattutto donne a fare questo lavoro. I minerali venivano poi spediti a specialisti in zone remote. Là dovevano rimetterli nel terreno e nasconderli per bene in modo che non potessero mai più fare male a nessuno. Kurt Vonnegut - Mattatoio N. 5 La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci I. Asimov - Salvor Hardin, Foundation Col. Kurtz: Lei e’ un assassino? Cap. Willard: Sono un soldato. Col. Kurtz: Ne’ l' uno ne’ l' altro. Lei e’ un garzone di bottega che e’ stato mandato dal droghiere a incassare i debiti sospesi Apocalypse Now Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi diro’ che, nel vostro senso io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati ed oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri. don Milani La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza G. Orwell - 1984 Purtroppo, oggi, sul palcoscenico del mondo noi occidentali siamo insieme i soli protagonisti ed i soli spettatori, e così, attraverso le nostre televisioni ed i nostri giornali, non ascoltiamo che le nostre ragioni, non proviamo che il nostro dolore Tiziano Terzani La religione non e' verita', la verita' e' religione Ghandi Avete notato che tutti coloro che sono a favore del controllo delle nascite sono gia' nati? Benny Hill E risuona il mio barbarico yawp sui tetti del mondo W. Wytman - Leaves of grass C'è chi sale e c'è chi scende e c'è chi, come me, sta sdraiato in mezzo a una strada N.N Sono rimasto con un pugno di mosche morte in mano Steve I believe in God And I believe that God Believes in Claude Hair - Manchester England England Come ti senti ragazzo? Cattivo e figlio di puttana signore! Apocalypse now Dio interamente si fece uomo, ma uomo fino all'infamia, uomo fino alla dannazione e all'abisso. Per salvarci, avrebbe potuto scegliere uno qualunque dei destini che tramano la perplessa rete della storia; avrebbe potuto essere Alessandro o Pitagora o Rurik o Gesù; scelse un destino infimo: fu Giuda J.L. Borges - Finzioni: Tre versioni di Giuda Poi riflettei che ogni cosa, a ogniuno, accade precisamente, precisamente ora. secoli e secoli, e solo nel presente accadono i fatti; innumerevoli uomini nell'aria, sulla terra e sul mare, etutto ciò che arealmete accade, accade a me J.L. Borges - Finzioni: Il giardino dei sentieri che si biforcano Richy: Ho preso 8 nel compito di francese, per questo ho studiato tutta notte Potsy: Io invece sono andato male, ma ho dormito benissimo Happy days Egoista, certo, perchè no, perchè non dovrei esserlo, quando c'ho il mal di stomaco con chi potrei condividerlo? V. Rossi - Cosa succede in città Gli uomini di Bologna sono i più gentili, mordaci e dabbene di tutta Italia, per cui anche avendoli amici, e amici di tutita prova, bisogna permetter loro di dir male e di prendersi beffe di voi, almeno un paio di volte al mese. Senza questo sfogo creperebbero; voi ne perdereste degli amici servizievoli e devoti, ed il mondo degli spiritni allegri e frizzanti. Quanto alle donne sono le più liete e disimpacciate che si possono desiderare.... I. Nievo - Le memorie di un ottuagenario Umano è quello che fannno gli uomini Soprannaturale è quello che fanno i santi No Umano è quello che fai tu Soprannaturale è quello che dovresti fare tu Kyra Bene, voi lo spate quanto me, le ragazze non sono realmente morali. Sa il cielo che noi abbiamo abbastanza nella testa per riuscire ad essere a un tempo queste due difficili cose: pratiche e romantiche. Sono assolutamente certa che non è mai vissuta una sola ragazza in possesso di una vera coscienza. I ragazzi hanno una morale, le ragazze hanno canoni standard. Questa è pressapoco l'unica grande e profonda differenza che esiste fra ragazzi e ragazze. Forse ecco perchè tutte le grandi religioni le hanno inventate i ragazzi, mentre le ragazze, a quanto pare, non sono destinate a inventare altro di più bello delle lettere d'amore e delle liste della spesa! D.Grubb - Le voci di Glory La donna non è una fortezza da espugnare, ma un giardino in cui passeggiare Kyra Ciò che apparente non ha senso è un po' difficile da spiegare, ma forse solo perchè ha ragioni più profonde di ciò che apparentemente il senso ce l'ha M.di Franco - 54 giorni sulla cima del monte bianco Il prossimo sono quelle persone che Dio ha mandato sulla terra per ricordarci che siamo soli Frate indovino Sono cose che si possono perdonare ma non dimenticare Kyra Lontano è ciò che lo è e profondo il profondo chi lo può toccare? Ecclesiaste 7-24 NULLI SE DICIT MULIER MEA NUBERE MALLE QUAM MIHI NON SE JUPITER IPSE PETAT DICIT: SED MULIER CUPIDO QUOD DICIT AMANTI IN VENTO ET RAPIDA SCRIBERE OPORTET AQUA La mia donna dice che preferisce concedere il suo amore a me che a chiunque altro, anche se la richiedesse lo stesso Giove. Dice: ma ciò che una donna dice all'amante impazzito di amore è meglio scriverlo nel vento e nell'acqua che scorre Catullo - Poema 70 Dopo un viaggio lungo e duro sono come una corda sfibrata e logora. Mi siedo e mi intreccio con nuovi fili... restando immobile sogno e ricordo i consigli di mio padre e le parole dei canti e le grida di tutti gli uccelli. Non parlo perchè ogni parola è una fibra che si strappa. Nessuno mi può toccare perchè ogni contatto porta via un pezzo di me. Anche tu devi imparare a fare altrettanto. Impara a stare in silenzio. Tracciati attorno un cerchio e non permettere anassuno di entrarvi M. West - Il navigatore Mi dici di avere pochi amici ma buoni. La dichiarazione, sta pur certo, è per la massa e per i bambini. E' una dichiarazione che vale per tutti quelli che non possono imporsi all'ambiente che li circonda. Per te, uomo valoro, apostolo deciso, la consegna è quest'altra: molti amici e cattivi- uanti umoni "cattivi" devono tornare a Cristo per l'amicizia di un apostolo di Dio J.U. Loidi - Il valore divino dell'umano ...ma lei non capì cosa intendevo e io detesto spiegare una metafora. O mi si capisce oppure no. Non sono mica un'esegeta H. Boll - Opinioni di un clown Quello che sta fuori, a questo mondo ciascuno "sta fuori" rispetto agli altri, trova una cosa sempre peggiore o migliore di quello che ci sta dentro, sia la "cosa" felicitrà o infelicità, pena d'amore o "decadenza artistica" H. Boll - Opinioni di un clown il suo sguardo, al risveglio, è come un uccello che muore all'improvviso in pieno volo e precipita, precipita nell'iimensità delle disperazione H. Boll - Il treno era in orario "Senza di me non potresti più vivere?" "Si" risponde lui, e il suo cuore è così pesante che non ce la fa a ridere, e pensa: ora dovrei aggiungere perchè ti amo, il che sarebbe vero e non vero. Se lo dicessi dovrei baciarla, e sarebbe una menzogna, tutto sarebbe una menzogna, eppure potrei dire in piena coscienza: Ti amo, ma dovrei poi dare una lunga, lunga spiegazione, una spiegazione che non conosco ancora io stesso. Ecco ancora i suoi occhi, molto dolci e amorevoli e felici, il contrario degli occhi che ho tanto desiderato... che tanto desidero... e ancora una volta egli dice, guardando in fondo a quegli occhi: "Senza di te non potrei più vivere" e adesso sorride... H. Boll - Il treno era in orario Io le cose, forse, le vedo troppo oggettivamente in astratto e troppo soggettivamente in concreto Kyra Si può realizzare qualcosa di veramente serio con uomini che hanno paura dell'acqua fredda in una mattina d'inverno? J.U. Loidi - Il valore divino dell'umano ...ma non si è soli quando un altro ti ha lasciato, si è soli se qualcuno non è mai venuto R. Vecchioni - Ultimo spettacolo Je ne cherche pas. Je trouve N.N. VOCATUS ATQUE NON VOCATUS, DEUS ADERIT Chiamato o no (il) dio sarà presente M.West - Un mondo di vetro Je crie l'amour sur le mur N.N. Io vorrei rivederti per fare l'amore, non sognarti quando il sogno comincia a finire R.Vecchioni - Vorrei Ma anche nel peccato, l'atto dell'amore, compiuto con amore, si adombra della divinità M.West - L'avvocato del diavolo (Noi) trascendiamo dai limiti umani per svaporare nella sfera dell'infinito e dell'indefinito ORA CI CHIAMIAMO SPAZIO la luce della rivelazione dell'Uno ci ha resi non più uomini della terra, ma componenti peculiari dell'incommensurabile infinità dello spazio Kyra

giovedì 17 giugno 2010

Robin Hobb

Ieri sono andato alla Coop Ambasciatori a sentire Robin Hobb la mia autrice di fantasy preferita, e forse la mia autrice preferita in generale.
La serata e' stata piacevole, mi sono fatto autografare un libro e abbiamo anche fatto una foto insieme (qui a lato).
Altra cosa piacevole ho conosciuto di persona due aNobiani. Mitica la presentazione: "Ciao son Kyra l'elfo" "Piacere sono J e questo e' In_mezzo_alla_segale" spero ci abbiano sentito in pochi!!!!



martedì 1 giugno 2010

Una Chiesa vitale?


Riporto questo interessantissimo articolo di Ettore Masina sulla Chiesa. Lo trovo assai preciso e condivisibile. Una voce dal mondo cattolico critica, ma appassionata, che esprime tutto l'amore e la preoccupazione per la Chiesa odierna, comune a molti di noi.

Nel dicembre del 1992 l’inverno incrudelì sui Balcani. E nel gelo, nella pioggia, nel fango andava morendo l’utopia jugoslava: uno stato multietnico che sembra-va avere consolidato pacificamente un’area europea storicamente segnata da conflitti senza fine, adesso s’era nuovamente frantumato sotto la spinta di egoismi locali e correità internazionali. Cominciava un’atroce guerra civile che divideva regione da regione, quartiere da quartiere, villaggio da villaggio, talvolta famiglia da famiglia. L’ONU e i governi europei e quello degli Stati Uniti sembravano (o fingevano di essere) incapaci di fermare il genocidio. Simbolo dell’odio etnico e religioso, la città bosniaca di Sarajevo (300 mila abitanti) veniva assediata dall’esercito serbo. L’8 dicembre di quell’anno terribile, una colonna di 500 italiani riuscì a rompere la cintura di fuoco: erano volontari di Pax Christi e li guidava il loro presidente, Antonio Bello, vescovo di Molfetta. Se lo si rivede nelle fotografie dell’epoca, sembra impossibile che egli abbia partecipato all’impresa, da lui ideata: era stato un uomo bello non soltanto di nome ma anche fisicamente, adesso il suo sorriso illuminava un povero volto che sembrava un teschio, con occhi troppo grandi sotto un passamontagna che non riusciva a liberarlo dal freddo. “Don Tonino”, come voleva essere chiamato rifiutando gli altri titoli della cerimoniosità ecclesiastica, stava morendo di un cancro e lo sapeva, ma voleva mostrare che a una crociata senza spade e senza stendardi, a un “esercito senza armi, come saranno quelli del futuro”, a un’ “ONU dei popoli” era possibile spezzare, almeno per qualche ora , la logica della violenza. L’arrivo a Sarajevo della colonna da lui guidata sembra una pagina dell’Antico Testamento: la città era piena di “cecchini”, tiratori scelti, che sparavano su tutto quello che si muoveva per le strade, ma, improvvisamente, una fitta nebbia impedì loro ogni visuale e i volontari passarono indenni.
Mi rallegra la notizia che va avanti la causa di beatificazione di questo vescovo della “Chiesa del grembiule”, come lui la chiamava per richiamare l’umiltà di Gesù nella lavanda dei piedi; e ripensando a questo meraviglioso amico mi confermo nel ritenere assoluta la necessità di atti profetici nel cammino dei cristiani, senza i quali la comunità ecclesiale non rende percepibile né comprensibile né credibile la sua testimonianza del vangelo. Quella che per altre istituzioni può essere ”ordinaria amministrazione”, per la Chiesa è uno stato preagonico: lo vediamo tutti, lo sentiamo tutti, ce lo diciamo tutti – o almeno quelli di noi cattolici che hanno il coraggio di guardare oltre i confini della nostra cerchia. Una Chiesa del buonsenso, del galateo, delle idee che galleggiano nell’aria senza ancorarsi all’evidenza dei fatti, che più o meno implicitamente contratta la vaghezza dei suoi “Non ti è lecito!” con l’acquisizione di privilegi mondani è una aggregazione che pare lontanissima dal vangelo, quanto i gemelli d’oro ai polsi del cardinale Bagnasco sembrano lontani dalle vesti di un mondo sconvolto dalla povertà.
Mi capita di ripensare spesso al contrasto fra due documenti letterari che descrivono la fede e la prassi della Chiesa. Il primo, scritto all’inizio del secolo scorso, è un brano del “Dedalus” o “Ritratto dell’artista da giovane” di James Joyce. Vi è descritta la predica di un gesuita sul tema dell’inferno. Il secondo è un capitolo di “E non disse neppure una parola”, di Heinrich Böll e racconta di un tedesco, reduce dalla seconda guerra mondiale, il quale, schiacciato dalla sua esperienza, entra in una chiesa e ascolta la predica di un vescovo; a un certo punto è sorpreso da un pensiero che gli pare peccaminoso ma non riesce a respingere: quel vescovo è noioso. Fra questi due documenti corrono cinquant’anni. Il primo è l’esempio di una Chiesa disposta a usare anche una paura primordiale pur di governare le anime; è intriso di superstizione, di volontà di dominio ma è almeno un documento che ha una sua alta tragicità. Il secondo è un documento di pigra tiepidezza, incapace sia di scuotere che di rasserenare. Ricordate quella terribile frase dell’Apocalisse? “Il tiepido io lo vomiterò dalla mia bocca”.
L’impressione che molti, moltissimi abbiamo – cattolici come me o “lontani” – è quella che la Chiesa di questi nostri terribili giorni sia tiepida; e i giovani, quelli ai quali viene proposta, molto spesso da insegnanti demotivati, la giudicano noiosa. Chi ha la pazienza di leggere i documenti scritti dai vescovi italiani sa che molti di essi contengono inedite aperture, elenchi minuziosi di validissime possibili opzioni, elenchi minuziosi di comportamenti ingiusti, da sanzionare. Ogni anno la Conferenza episcopale italiana compone una specie di enciclopedia, quattro, cinque, dieci volte più lunga dei quattro evangeli; ma in mancanza di segni, di prassi (di quella che padre Balducci chiamava ortoprassi: comportamenti che rendono evidenti gli imperativi etici della fede) ben pochi dei “fedeli” e dei “lontani” sentono la necessità di andare a leggerli. In una socie-tà-spettacolo come la nostra, le biblioteche rimangono assolutamente impor- tanti ma non bastano più, ammesso che qualche volta siano bastate.
Voglio fare qualche esempio. Noi viviamo in una comunità politica in cui, con il consenso di milioni di cattolici, una forza di governo, di peso politico crescente, non soltanto ha bloccato il fortunoso arrivo di disperati alla ricerca di pane e più ancora di pace (e un recentissimo rapporto di Amnesty International denuncia il comportamento in più occasioni inumano delle nostre autorità) ma, con cadenza programmatica, inasprisce la condizione dei “terzomondiali” presenti fra noi e ormai indispensabili alla nostra economia. Il ministro degli Interni, forse il più intelligente esponente di quel partito, ha teorizzato apertamente la necessità della “cattiveria”. Anni addietro la Lega portava la maschera della ragionevolezza: “Aiutiamo i popoli della fame, ma a casa loro”. La maschera è caduta: la cooperazione italiana è ridotta a dimensioni vergognose. I trafficanti di schiavi dei secoli scorsi crearono stati-mercato, come il Dahomey o Zanzibar, per le esigenze del loro infame commercio. Maroni e Berlusconi cercano di creare stati-poliziotto (la Libia, Malta) che facciano il lavoro sporco per noi, magari -con la creazione di veri e propri lager. La paura e l’odio usati dalla Lega per la conquista di un consenso “popolare” hanno dato vita a episodi vergognosi, come nel caso delle mense scolastiche. È follìa pensare che sarebbe stato bello che qualche vescovo delle diocesi in cui sono avvenuti episodi del genere si fosse recato nelle parrocchie di quei luoghi ricordando, ai fedeli, anche con pastorale durezza, la predicazione di Gesù sul giudizio dell’ Ultimo Giorno: “Io ero forestiero e tu mi hai accolto”?
La diffusione del razzismo leghista avvelena il costume, la politica, la cultura e la testimonianza di fede nel nostro paese. Drena e raccoglie e organizza la paura dei poveri per i più poveri. È follìa sperare che qualche vescovo, se non l’intera CEI , abbia il coraggio di citarlo per nome? Lo si è ben fatto quando l’onorevole Cota ha dichiarato che nel “suo” Piemonte la pillola detta “abortiva” sarebbe “rimasta in magazzino”. Allora non un piccolo vescovo “di periferia” ma monsignor Fisichella, tonaca rampante che secondo alcuni si tingerà presto di porpora, dichiarò (cito dal virgolettato di una sua intervista al “Corriere della Sera”) che “bisogna prendere atto dell’affermarsi della Lega, della sua presenza ormai più che ventennale in Parlamento, di un suo radicamento nel territorio che le permette di sentire più direttamente alcuni problemi presenti nel tessuto sociale”. Quanto ai problemi etici (udite, udite!), Fisichella aggiunse. “Mi pare che la Lega manifesti una piena condivisione del pensiero della Chiesa”. Piena condivisione? È come dire che nel pensiero della Chiesa è molto più importante lottare contro le legge dello Stato in materia di aborto (legge che ha diminuito in maniera notevole il numero delle interruzioni di gravidanza del periodo clandestino) che esigere dai fedeli la fratellanza che Gesù ha posto come condizione di salvezza eterna. (Fisichella è lo stesso evangelizzatore che, con qualche contorcimento teologico, ci ha spiegato che Berlusconi può ben fare la comunione perché l’abbandono da parte della seconda moglie lo ha salvato dalla condizione di peccato nella quale si trovava come divorziato risposato…).
Il razzismo “internazionale” non è il solo peccato collettivo della società italiana. In molti luoghi, anche geograficamente vicinissimi alla sede del Papa, proseguono gli sgomberi forzati dei campi rom. La brutalità di queste operazioni di polizia si aggiunge alla reale mancanza di offerta di sedentarietà ai nomadi che vorrebbero cambiare vita. È follia pensare che sarebbe bello che un vescovo visitasse questi più poveri fra i poveri e magari assistesse di persona a uno sgombero? Ricordo ancora con profondissima emozione la messa di Natale che il futuro Paolo VI andò a celebrare al “Porto di Mare”, una bidonville alla periferia di Milano. Proclamò allora che la baracca trasformata in cappella era diventata quella mattina la cattedrale della diocesi, perché anche Gesù era nato in un’estrema periferia. Quel suo gesto profetico ebbe risvolti importanti anche dal punto di vista della politica cittadina. Certamente destò il volontariato da un suo torpore, fu il momento più alto della Missione di Milano.
E ancora. La guerra guerreggiata per salvare la pace è un ossimoro che segna profondamente il nostro tempo, scavalcando il cinico “Si vis pacem para bellum” dell’antichità romana. Molto al di là della Costituzione e dei patti internazionali, l’Italia è involucrata in questa tragedia. Ricordo i moniti di Giovanni Paolo Secondo contro il primo conflitto “del Golfo”; rottami teologici? Qual è la presenza della Chiesa italiana? Decine di cappellani militari sono mobilitati ad assicurare ai soldati che essi possono usare le armi per difendere la pace. Un vescovo-generale benedice le loro bare, se qualche povero giovane cade in questo lavoro talvolta senza alternative. Ricordo che un suo predecessore dichiarò in televisione che i “suoi” piloti che andavano a bombardare la Serbia compivano un’opera di carità. Non apro qui una discussione sul fatto che la pace come ce la dà il Signore non è come quella che dà il mondo, ma domando: sarebbe follìa sperare che la CEI mandasse un sua delegazione alla Marcia della pace Perugia-Assisi, che è la più alta testimonianza collettiva in Italia di un progetto di civiltà dell’amore?
In tutta la cronaca nera economica che ha mostrato, in questi ultimi tempi, la presenza in Italia di una sfrenata corruzione compare immancabilmente qualche prete (o monsignore o “religioso”) affarista, in proprio o come amministratore di opere ecclesiatiche; sono comparsi due “gentiluomini di Sua Santità” (uno era anche un cacciatore di seminaristi) e lo Ior (la banca vaticana) sembra implicato in legami quanto meno imprudenti. Considerata la durezza con la quale le gerarchie ecclesiastiche intervengono sulle “imprudenze” dei preti “dei poveri” (ho in mente, per esempio, il caso della Comunità delle Piagge e dell’arcivescovo Betori), non sarebbe auspicabile che qualche vertice ecclesiastico richiamasse i preti “dei ricchi” a un po’ di castità finanziaria? Che la gestione economica della Chiesa (o almeno dello Stato vaticano) diventasse più trasparente? E poiché i “gentiluomini di Sua Santità” fanno parte della Curia Vaticana, non sarebbe da aggiornare, per così dire, il loro elenco, spiegando in base a quali requisiti e da chi essi vengono selezionati? E magari, ricordando l’estrazione sociale del primo papa e dei suoi amici, non si potrebbe sopprimere la categoria, il cui nome appare persino ridicolo?
La terribile questione della presenza di pedofili nel clero cattolico ha rivelato non solo la gravità di un problema ma la gestione castale e poi avventata, di quella tragedia. Dico “gestione castale” perché il silenzio che ha circondato, per chissà quanto tempo, l’infamia, ha trascurato il martirio delle vittime, negando loro la parola, per difendere la categoria ecclesiastica. Dico sprovveduta perché, anche quando la tragedia è emersa, è mancato, a quanto sembra, il ricorso ai competenti, cioè agli psicologi, gli unici che avrebbero potuto spiegare alla gerarchia la sofferenza dei bambini abusati e la patologia gravissima del pedofilo. Ancora in non poche recenti dichiarazioni di vescovi sembra invece che la pedofilia venga considerata piuttosto un disordine morale che richiede pentimento e provvedimenti disciplinari. Sarebbe importante sapere se e come sono stati presi provvedimenti “scientifici” per la prevenzione del problema.
A questo proposito, comunque, mi sembra doveroso registrare che non soltanto Benedetto XVI ha gestito il caso con rara fermezza ma anche ha compiuto uno di quei gesti significativi che molti cattolici e non cattolici attendono. Il suo incontro con alcune vittime di abusi, a Malta, è stato per me il punto più alto del suo pontificato. Io credo che la Chiesa non sia mai così grande come quando si inginocchia; e lo stesso vale per il singolo cristiano, come io cerco di ricordare a me stesso.
Io non dimentico che “questa” Chiesa, la “mia” Chiesa, è stata ed è la chiesa dei don Puglisi e dei don Diana, dei don Ciotti e dei don Di Liegro, dei cardinali Martini e Tettamanzi, dei vescovi Nogaro e Bregantini, degli Scoppola e dei Giuntella , dei don Arturo Paoli e di tanti e tanti altri laici e sacerdoti. Ma è proprio il loro esempio, mi pare, che ci spinge ad essere più coraggiosi e ad abbandonare i troppi comodi rifugi della cautela.