E io ti ho sollevata figlia per vederlo megilo, io che non parto e sto a guardarti finche' rimango sveglio R.Vecchioni - Stranamore Appartengono alla letteratura tutti i libri che si possono leggere due volte. Nicolás Gómez Dávila Anche un orologio rotto segna l'ora giusta due volte al giorno N.N. Ho una collezione di conchiglie immensa. La tengo sparsa per le spiagge di tutto il mondo. Steven Wright Mettere in ordine la casa mentre i tuoi figli sono ancora piccoli è come spalare il viale prima che smetta di nevicare. Phyllis Diller Le mie opinioni possono essere cambiate, ma non il fatto che ho ragione Ashleigh Brillant Non voglio raggiungere l'immortalità con il mio lavoro. Voglio arrivarci non morendo Woody Allen Non temere che la fine del mondo arrivi oggi. In Australia è già domani Charles Schultz Prima vennero per i comunisti, e io non dissi nulla perché non ero comunista. Poi vennero per i socialdemocratici io non dissi nulla perché non ero socialdemocratico Poi vennero per i sindacalisti, e io non dissi nulla perché non ero sindacalista. Poi vennero per gli ebrei, e io non dissi nulla perché non ero ebreo. Poi vennero a prendere me. E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa. Martin Niemöller I vescovi cubani a Roma, striscione in piazza San Pietro: Dio c'e' guevara Fiorello Baldini - Viva Radio 2 Senti che fuori piove, senti che bel rumore V. Rossi - Sally La Terra possiede risorse sufficienti per provvedere ai bisogni di tutti, ma non all’avidita’ di alcuni. Ghandi Sei cattivo? Mangia le cipolle Gioia "Come... Come ho fatto ad arrivare qui?" "Ci vorrebbe un altro terrestre per spiegarlo. I terrestri sono bravissimi a spiegare le cose, a dire perchè questo fatto è strutturato in questo modo, o come si possono provocare o evitare altri eventi. Io sono un talfamadoriano, e vedo tutto il tempo come lei potrebbe vedere un tratto delle Montagne Rocciose. Tutto il tempo è tutto il tempo. Non cambia. Non si presta ad avvenimenti o spiegazioni. E' e basta. Lo prenda momento per momento, e vedrà che siamo tutti, come ho detto prima, insetti nell'ambra." "Lei mi ha l'aria di non credere nel libero arbitrio" disse Billy Pilgrim Kurt Vonnegut - Mattatoio N. 5 Gli aerei americani, pieni di fori e di feriti e di cadaveri decollavano all'indietro da un campo di aviazione in Inghilterra. Quando furono sopra la Francia, alcuni caccia tedeschi li raggiunsero, sempre volando all'indietro, e succhiarono proiettili e schegge da alcuni degli aerei e degli aviatori. Fecero lo stesso con alcuni bombardieri americani distrutti, che erano a terra e poi decollarono all'indietro, per unirsi alla formazione. Lo stormo, volando all'indietro, sorvolò una città tedesca in fiamme. I bombardieri aprirono i portelli del vano bombe, esercitarono un miracoloso magnetismo che ridusse gli incendi e li raccolse in recipienti cilindrici d'acciaio, e sollevarono questi recipienti fino a farli sparire nel ventre degli aerei. I contenitori furono sistemati ordinatamente su alcune rastrelliere. Anche i tedeschi, là sotto, avevano degli strumenti portentosi, costituiti da lunghi tubi d'acciaio. Li usavano per succhiare altri frammenti dagli aviatori e dagli aerei. Ma c'erano ancora degli americani feriti, e qualche bombardiere era gravemente danneggiato. Sopra la Francia, però, i caccia tedeschi tornarono ad alzarsi e rimisero tutto a nuovo. Quando i bombardieri tornarono alla base, i cilindri d'acciaio furono tolti dalle rastrelliere e rimandati negli Stati Uniti, dove c'erano degli stabilimenti impegnati giorno e notte a smantellarli, a separarne il pericoloso contenuto e a riportarlo allo stato di minerale. Cosa commovente, erano soprattutto donne a fare questo lavoro. I minerali venivano poi spediti a specialisti in zone remote. Là dovevano rimetterli nel terreno e nasconderli per bene in modo che non potessero mai più fare male a nessuno. Kurt Vonnegut - Mattatoio N. 5 La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci I. Asimov - Salvor Hardin, Foundation Col. Kurtz: Lei e’ un assassino? Cap. Willard: Sono un soldato. Col. Kurtz: Ne’ l' uno ne’ l' altro. Lei e’ un garzone di bottega che e’ stato mandato dal droghiere a incassare i debiti sospesi Apocalypse Now Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi diro’ che, nel vostro senso io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati ed oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri. don Milani La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza G. Orwell - 1984 Purtroppo, oggi, sul palcoscenico del mondo noi occidentali siamo insieme i soli protagonisti ed i soli spettatori, e così, attraverso le nostre televisioni ed i nostri giornali, non ascoltiamo che le nostre ragioni, non proviamo che il nostro dolore Tiziano Terzani La religione non e' verita', la verita' e' religione Ghandi Avete notato che tutti coloro che sono a favore del controllo delle nascite sono gia' nati? Benny Hill E risuona il mio barbarico yawp sui tetti del mondo W. Wytman - Leaves of grass C'è chi sale e c'è chi scende e c'è chi, come me, sta sdraiato in mezzo a una strada N.N Sono rimasto con un pugno di mosche morte in mano Steve I believe in God And I believe that God Believes in Claude Hair - Manchester England England Come ti senti ragazzo? Cattivo e figlio di puttana signore! Apocalypse now Dio interamente si fece uomo, ma uomo fino all'infamia, uomo fino alla dannazione e all'abisso. Per salvarci, avrebbe potuto scegliere uno qualunque dei destini che tramano la perplessa rete della storia; avrebbe potuto essere Alessandro o Pitagora o Rurik o Gesù; scelse un destino infimo: fu Giuda J.L. Borges - Finzioni: Tre versioni di Giuda Poi riflettei che ogni cosa, a ogniuno, accade precisamente, precisamente ora. secoli e secoli, e solo nel presente accadono i fatti; innumerevoli uomini nell'aria, sulla terra e sul mare, etutto ciò che arealmete accade, accade a me J.L. Borges - Finzioni: Il giardino dei sentieri che si biforcano Richy: Ho preso 8 nel compito di francese, per questo ho studiato tutta notte Potsy: Io invece sono andato male, ma ho dormito benissimo Happy days Egoista, certo, perchè no, perchè non dovrei esserlo, quando c'ho il mal di stomaco con chi potrei condividerlo? V. Rossi - Cosa succede in città Gli uomini di Bologna sono i più gentili, mordaci e dabbene di tutta Italia, per cui anche avendoli amici, e amici di tutita prova, bisogna permetter loro di dir male e di prendersi beffe di voi, almeno un paio di volte al mese. Senza questo sfogo creperebbero; voi ne perdereste degli amici servizievoli e devoti, ed il mondo degli spiritni allegri e frizzanti. Quanto alle donne sono le più liete e disimpacciate che si possono desiderare.... I. Nievo - Le memorie di un ottuagenario Umano è quello che fannno gli uomini Soprannaturale è quello che fanno i santi No Umano è quello che fai tu Soprannaturale è quello che dovresti fare tu Kyra Bene, voi lo spate quanto me, le ragazze non sono realmente morali. Sa il cielo che noi abbiamo abbastanza nella testa per riuscire ad essere a un tempo queste due difficili cose: pratiche e romantiche. Sono assolutamente certa che non è mai vissuta una sola ragazza in possesso di una vera coscienza. I ragazzi hanno una morale, le ragazze hanno canoni standard. Questa è pressapoco l'unica grande e profonda differenza che esiste fra ragazzi e ragazze. Forse ecco perchè tutte le grandi religioni le hanno inventate i ragazzi, mentre le ragazze, a quanto pare, non sono destinate a inventare altro di più bello delle lettere d'amore e delle liste della spesa! D.Grubb - Le voci di Glory La donna non è una fortezza da espugnare, ma un giardino in cui passeggiare Kyra Ciò che apparente non ha senso è un po' difficile da spiegare, ma forse solo perchè ha ragioni più profonde di ciò che apparentemente il senso ce l'ha M.di Franco - 54 giorni sulla cima del monte bianco Il prossimo sono quelle persone che Dio ha mandato sulla terra per ricordarci che siamo soli Frate indovino Sono cose che si possono perdonare ma non dimenticare Kyra Lontano è ciò che lo è e profondo il profondo chi lo può toccare? Ecclesiaste 7-24 NULLI SE DICIT MULIER MEA NUBERE MALLE QUAM MIHI NON SE JUPITER IPSE PETAT DICIT: SED MULIER CUPIDO QUOD DICIT AMANTI IN VENTO ET RAPIDA SCRIBERE OPORTET AQUA La mia donna dice che preferisce concedere il suo amore a me che a chiunque altro, anche se la richiedesse lo stesso Giove. Dice: ma ciò che una donna dice all'amante impazzito di amore è meglio scriverlo nel vento e nell'acqua che scorre Catullo - Poema 70 Dopo un viaggio lungo e duro sono come una corda sfibrata e logora. Mi siedo e mi intreccio con nuovi fili... restando immobile sogno e ricordo i consigli di mio padre e le parole dei canti e le grida di tutti gli uccelli. Non parlo perchè ogni parola è una fibra che si strappa. Nessuno mi può toccare perchè ogni contatto porta via un pezzo di me. Anche tu devi imparare a fare altrettanto. Impara a stare in silenzio. Tracciati attorno un cerchio e non permettere anassuno di entrarvi M. West - Il navigatore Mi dici di avere pochi amici ma buoni. La dichiarazione, sta pur certo, è per la massa e per i bambini. E' una dichiarazione che vale per tutti quelli che non possono imporsi all'ambiente che li circonda. Per te, uomo valoro, apostolo deciso, la consegna è quest'altra: molti amici e cattivi- uanti umoni "cattivi" devono tornare a Cristo per l'amicizia di un apostolo di Dio J.U. Loidi - Il valore divino dell'umano ...ma lei non capì cosa intendevo e io detesto spiegare una metafora. O mi si capisce oppure no. Non sono mica un'esegeta H. Boll - Opinioni di un clown Quello che sta fuori, a questo mondo ciascuno "sta fuori" rispetto agli altri, trova una cosa sempre peggiore o migliore di quello che ci sta dentro, sia la "cosa" felicitrà o infelicità, pena d'amore o "decadenza artistica" H. Boll - Opinioni di un clown il suo sguardo, al risveglio, è come un uccello che muore all'improvviso in pieno volo e precipita, precipita nell'iimensità delle disperazione H. Boll - Il treno era in orario "Senza di me non potresti più vivere?" "Si" risponde lui, e il suo cuore è così pesante che non ce la fa a ridere, e pensa: ora dovrei aggiungere perchè ti amo, il che sarebbe vero e non vero. Se lo dicessi dovrei baciarla, e sarebbe una menzogna, tutto sarebbe una menzogna, eppure potrei dire in piena coscienza: Ti amo, ma dovrei poi dare una lunga, lunga spiegazione, una spiegazione che non conosco ancora io stesso. Ecco ancora i suoi occhi, molto dolci e amorevoli e felici, il contrario degli occhi che ho tanto desiderato... che tanto desidero... e ancora una volta egli dice, guardando in fondo a quegli occhi: "Senza di te non potrei più vivere" e adesso sorride... H. Boll - Il treno era in orario Io le cose, forse, le vedo troppo oggettivamente in astratto e troppo soggettivamente in concreto Kyra Si può realizzare qualcosa di veramente serio con uomini che hanno paura dell'acqua fredda in una mattina d'inverno? J.U. Loidi - Il valore divino dell'umano ...ma non si è soli quando un altro ti ha lasciato, si è soli se qualcuno non è mai venuto R. Vecchioni - Ultimo spettacolo Je ne cherche pas. Je trouve N.N. VOCATUS ATQUE NON VOCATUS, DEUS ADERIT Chiamato o no (il) dio sarà presente M.West - Un mondo di vetro Je crie l'amour sur le mur N.N. Io vorrei rivederti per fare l'amore, non sognarti quando il sogno comincia a finire R.Vecchioni - Vorrei Ma anche nel peccato, l'atto dell'amore, compiuto con amore, si adombra della divinità M.West - L'avvocato del diavolo (Noi) trascendiamo dai limiti umani per svaporare nella sfera dell'infinito e dell'indefinito ORA CI CHIAMIAMO SPAZIO la luce della rivelazione dell'Uno ci ha resi non più uomini della terra, ma componenti peculiari dell'incommensurabile infinità dello spazio Kyra

venerdì 26 ottobre 2007

100!!!

Il post numero 100 per una questione davvero importante: l'interruzione della settima stagione di una mamma per amica!!!!
Firmate la petizione!!!

I conti della Chiesa

Per par condicio copio questo articolo di Curzio Maltese sui costi della Chiesa.
Non concordo in molte parti: sopratutto mi pare che Maltese dimentichi che tante persone hanno fiducia nella Chiesa e che volentieri destinano una parte delle entrate fiscali per sostenerla. Il trucco dell'8 per mille che viene assegnato anche per chi non ha dato preferenze e' effettivamente un imbroglio, però finanziare i "grandi eventi" a cui partecipano decine di migliaia di persone non mi pare uno scandalo: quanto ci costano i poliziotti alle partite della domenica? gli stipendi degli insegnanti di religione sono poi per una materia facoltativa che viene scelta dai genitori, quando nessuna la chiederà più allora si potranno risparmiare. Per l'esenzione dell'ICI rimando al post La Casta e la Chiesa. Più interessante mi pare la parte finale in cui si analizza lo stato della Chiesa: prima di Ruini meno soldi, ma più partecipazione, dopo Ruini più soldi , più visibilità mediatica, ma meno religiosità: e su questo non posso che concordare, i soldi e il potere rovinano tutti, io mi auspico un ritorno ad una Chiesa povera e dei poveri.
Bellissima la citazione di Ratzinger.

L'otto per mille, le scuole, gli ospedali, gli insegnanti di religione e i grandi eventi
Ogni anno, dallo Stato, arrivano alle strutture ecclesiastiche circa 4 miliardi di euro
I conti della Chiesa
ecco quanto ci costa


di CURZIO MALTESE
"Quando sono arrivato alla Cei, nel 1986, si trovavano a malapena i soldi per pagare gli stipendi di quattro impiegati". Camillo Ruini non esagera. A metà anni Ottanta le finanze vaticane sono una scatola vuota e nera. Un anno dopo l'arrivo di Ruini alla Cei, soltanto il passaporto vaticano salva il presidente dello Ior, monsignor Paul Marcinkus, dall'arresto per il crack del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. La crisi economica è la ragione per cui Giovanni Paolo II chiama a Roma il giovane vescovo di Reggio Emilia, allora noto alle cronache solo per aver celebrato il matrimonio di Flavia Franzoni e Romano Prodi, ma dotato di talento manageriale. Poche scelte si riveleranno più azzeccate. Nel "ventennio Ruini", segretario dall'86 e presidente dal '91, la Cei si è trasformata in una potenza economica, quindi mediatica e politica. In parallelo, il presidente dei vescovi ha assunto un ruolo centrale nel dibattito pubblico italiano e all'interno del Vaticano, come mai era avvenuto con i predecessori, fino a diventare il grande elettore di Benedetto XVI.
Le ragioni dell'ascesa di Ruini sono legate all'intelligenza, alla ferrea volontà e alle straordinarie qualità di organizzatore del personaggio. Ma un'altra chiave per leggerne la parabola si chiama "otto per mille". Un fiume di soldi che comincia a fluire nelle casse della Cei dalla primavera del 1990, quando entra a regime il prelievo diretto sull'Irpef, e sfocia ormai nel mare di un miliardo di euro all'anno. Ruini ne è il dominus incontrastato. Tolte le spese automatiche come gli stipendi dei preti, è il presidente della conferenza episcopale, attraverso pochi fidati collaboratori, ad avere l'ultima parola su ogni singola spesa, dalla riparazione di una canonica alla costruzione di una missione in Africa agli investimenti immobiliari e finanziari.

Dall'otto per mille, la voce più nota, parte l'inchiesta di Repubblica sul costo della chiesa cattolica per gli italiani. Il calcolo non è semplice, oltre che poco di moda. Assai meno di moda delle furenti diatribe sul costo della politica. Il "prezzo della casta" è ormai calcolato in quattro miliardi di euro all'anno. "Una mezza finanziaria" per "far mangiare il ceto politico". "L'equivalente di un Ponte sullo Stretto o di un Mose all'anno".

Alla cifra dello scandalo, sbattuta in copertina da Il Mondo e altri giornali, sulla scia di La Casta di Rizzo e Stella e Il costo della democrazia di Salvi e Villone, si arriva sommando gli stipendi di 150 mila eletti dal popolo, dai parlamentari europei all'ultimo consigliere di comunità montane, più i compensi dei quasi trecentomila consulenti, le spese per il funzionamento dei ministeri, le pensioni dei politici, i rimborsi elettorali, i finanziamenti ai giornali di partito, le auto blu e altri privilegi, compresi buvette e barbiere di Montecitorio.

Per la par condicio bisognerebbe adottare al "costo della Chiesa" la stessa larghezza di vedute. Ma si arriverebbe a cifre faraoniche quanto approssimative, del genere strombazzato nei libelli e in certi siti anticlericali.

Con più prudenza e realismo si può stabilire che la Chiesa cattolica costa in ogni caso ai contribuenti italiani almeno quanto il ceto politico. Oltre quattro miliardi di euro all'anno, tra finanziamenti diretti dello Stato e degli enti locali e mancato gettito fiscale. La prima voce comprende il miliardo di euro dell'otto per mille, i 650 milioni per gli stipendi dei 22 mila insegnanti dell'ora di religione ("Un vecchio relitto concordatario che sarebbe da abolire", nell'opinione dello scrittore cattolico Vittorio Messori), altri 700 milioni versati da Stato ed enti locali per le convenzioni su scuola e sanità. Poi c'è la voce variabile dei finanziamenti ai Grandi Eventi, dal Giubileo (3500 miliardi di lire) all'ultimo raduno di Loreto (2,5 milioni di euro), per una media annua, nell'ultimo decennio, di 250 milioni. A questi due miliardi 600 milioni di contributi diretti alla Chiesa occorre aggiungere il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano, oggi al centro di un'inchiesta dell'Unione Europea per "aiuti di Stato". L'elenco è immenso, nazionale e locale. Sempre con prudenza si può valutare in una forbice fra 400 ai 700 milioni il mancato incasso per l'Ici (stime "non di mercato" dell'associazione dei Comuni), in 500 milioni le esenzioni da Irap, Ires e altre imposte, in altri 600 milioni l'elusione fiscale legalizzata del mondo del turismo cattolico, che gestisce ogni anno da e per l'Italia un flusso di quaranta milioni di visitatori e pellegrini. Il totale supera i quattro miliardi all'anno, dunque una mezza finanziaria, un Ponte sullo Stretto o un Mose all'anno, più qualche decina di milioni.

La Chiesa cattolica, non eletta dal popolo e non sottoposta a vincoli democratici, costa agli italiani come il sistema politico. Soltanto agli italiani, almeno in queste dimensioni. Non ai francesi, agli spagnoli, ai tedeschi, agli americani, che pure pagano come noi il "costo della democrazia", magari con migliori risultati.

Si può obiettare che gli italiani sono più contenti di dare i soldi ai preti che non ai politici, infatti se ne lamentano assai meno. In parte perché forse non lo sanno. Il meccanismo dell'otto per mille sull'Irpef, studiato a metà anni Ottanta da un fiscalista all'epoca "di sinistra" come Giulio Tremonti, consulente del governo Craxi, assegna alla Chiesa cattolica anche le donazioni non espresse, su base percentuale. Il 60 per cento dei contribuenti lascia in bianco la voce "otto per mille" ma grazie al 35 per cento che indica "Chiesa cattolica" fra le scelte ammesse (le altre sono Stato, Valdesi, Avventisti, Assemblee di Dio, Ebrei e Luterani), la Cei si accaparra quasi il 90 per cento del totale. Una mostruosità giuridica la definì già nell'84 sul Sole 24 Ore lo storico Piero Bellini.

Ma pur considerando il meccanismo "facilitante" dell'otto per mille, rimane diffusa la convinzione che i soldi alla Chiesa siano ben destinati, con un ampio "ritorno sociale". Una mezza finanziaria, d'accordo, ma utile a ripagare il prezioso lavoro svolto dai sacerdoti sul territorio, la fatica quotidiana delle parrocchie nel tappare le falle sempre più evidenti del welfare, senza contare l'impegno nel Terzo Mondo. Tutti argomenti veri. Ma "quanto" veri?

Fare i conti in tasca al Vaticano è impresa disperata. Ma per capire dove finiscono i soldi degli italiani sarà pur lecito citare come fonte insospettabile la stessa Cei e il suo bilancio annuo sull'otto per mille. Su cinque euro versati dai contribuenti, la conferenza dei vescovi dichiara di spenderne uno per interventi di carità in Italia e all'estero (rispettivamente 12 e 8 per cento del totale). Gli altri quattro euro servono all'autofinanziamento. Prelevato il 35 per cento del totale per pagare gli stipendi ai circa 39 mila sacerdoti italiani, rimane ogni anno mezzo miliardo di euro che il vertice Cei distribuisce all'interno della Chiesa a suo insindacabile parere e senza alcun serio controllo, sotto voci generiche come "esigenze di culto", "spese di catechesi", attività finanziarie e immobiliari. Senza contare l'altro paradosso: se al "voto" dell'otto per mille fosse applicato il quorum della metà, la Chiesa non vedrebbe mai un euro.

Nella cultura cattolica, in misura ben maggiore che nelle timidissime culture liberali e di sinistra, è in corso da anni un coraggioso, doloroso e censuratissimo dibattito sul "come" le gerarchie vaticane usano il danaro dell'otto per mille "per troncare e sopire il dissenso nella Chiesa". Una delle testimonianze migliori è il pamphlet "Chiesa padrona" di Roberto Beretta, scrittore e giornalista dell'Avvenire, il quotidiano dei vescovi. Al capitolo "L'altra faccia dell'otto per mille", Beretta osserva: "Chi gestisce i danari dell'otto per mille ha conquistato un enorme potere, che pure ha importantissimi risvolti ecclesiali e teologici". Continua: "Quale vescovo per esempio - sapendo che poi dovrà ricorrere alla Cei per i soldi necessari a sistemare un seminario o a riparare la cattedrale - alzerà mai la mano in assemblea generale per contestare le posizioni della presidenza?". "E infatti - conclude l'autore - i soli che in Italia si permettono di parlare schiettamente sono alcuni dei vescovi emeriti, ovvero quelli ormai in pensione, che non hanno più niente da perdere...".

A scorrere i resoconti dei convegni culturali e le pagine di "Chiesa padrona", rifiutato in blocco dall'editoria cattolica e non pervenuto nelle librerie religiose, si capisce che la critica al "dirigismo" e all'uso "ideologico" dell'otto per mille non è affatto nell'universo dei credenti. Non mancano naturalmente i "vescovi in pensione", da Carlo Maria Martini, ormai esiliato volontario a Gerusalemme, a Giuseppe Casale, ex arcivescovo di Foggia, che descrive così il nuovo corso: "I vescovi non parlano più, aspettano l'input dai vertici... Quando fanno le nomine vescovili consultano tutti, laici, preti, monsignori, e poi fanno quello che vogliono loro, cioè chiunque salvo il nome che è stato indicato". Il già citato Vittorio Messori ha lamentato più volte "il dirigismo", "il centralismo" e "lo strapotere raggiunto dalla burocrazia nella Chiesa". Alfredo Carlo Moro, giurista e fratello di Aldo, in uno degli ultimi interventi pubblici ha lanciato una sofferta accusa: "Assistiamo ormai a una carenza gravissima di discussione nella Chiesa, a un impressionante e clamoroso silenzio; delle riunioni della Cei si sa solo ciò che dichiara in principio il presidente; i teologi parlano solo quando sono perfettamente in linea, altrimenti tacciono".

La Chiesa di vent'anni fa, quella in cui Camillo Ruini comincia la sua scalata, non ha i soldi per pagare gli impiegati della Cei, con le finanze scosse dagli scandali e svuotate dal sostegno a Solidarnosc. La cultura cattolica si sente derisa dall'egemonia di sinistra, ignorata dai giornali laici, espulsa dall'universo edonista delle tv commerciali, perfino ridotta in minoranza nella Rai riformata. Eppure è una Chiesa ancora viva, anzi vitalissima. Tanto pluralista da ospitare nel suo seno mille voci, dai teologi della liberazione agli ultra tradizionalisti seguaci di monsignor Lefebrve. Capace di riconoscere movimenti di massa, come Comunione e Liberazione, e di "scoprire" l'antimafia, con le omelie del cardinale Pappalardo, il lavoro di don Puglisi a Brancaccio, l'impegno di don Italo Calabrò contro la 'ndrangheta.
Dopo vent'anni di "cura Ruini" la Chiesa all'apparenza scoppia di salute. È assai più ricca e potente e ascoltata a Palazzo, governa l'agenda dei media e influisce sull'intero quadro politico, da An a Rifondazione, non più soltanto su uno. Nelle apparizioni televisive il clero è secondo soltanto al ceto politico. Si vantano folle oceaniche ai raduni cattolici, la moltiplicazione dei santi e dei santuari, i record di audience delle fiction di tema religioso. Le voci di dissenso sono sparite. Eppure le chiese e le sagrestie si svuotano, la crisi di vocazioni ha ridotto in vent'anni i preti da 60 a 39 mila, i sacramenti religiosi come il matrimonio e il battesimo sono in diminuzione.

Il clero è vittima dell'illusoria equazione mediatica "visibilità uguale consenso", come il suo gemello separato, il ceto politico. Nella vita reale rischia d'inverarsi la terribile profezia lanciata trent'anni fa da un teologo progressista: "La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo". Quel teologo si chiamava Joseph Ratzinger.

martedì 23 ottobre 2007

Pacchetto sicurezza

Questo allarme continuo sulla sicurezza mi pare davvero esagerato, si crea allarme sociale per tenere buona la gente, come sempre si spostano le preoccupazioni e le paure per evitare di affrontare temi imbarazzanti. Nelle città si mettono sotto accusa i lavavetri e non si parla di case sfitte, di inquinamento, di verde pubblico ecc. ecc. così a livello nazionale si rilancia ad intervalli regolari l'allarme terrorismo: è inquietante guardare le trasmissioni di Lucarelli sulle stragi: da Piazza Fontana a Bologna, tutti i depistaggi , le affermazioni false ma scoccanti, l'allarme terrorismo....

Da Carta
La sicurezza secondo Amato
Stefano Galieni
[19 Ottobre 2007]

«Disposizioni in materia di misure di prevenzione, tutela della sicurezza dei cittadini, ordinamento giudiziario e di contrasto della illegalità diffusa». Un titolo inquietante per il disegno di legge che verrà presentato il 23 ottobre in consiglio dei ministri.
A leggerne la bozza c'è da restare a bocca aperta. Pare impossibile che un uomo che ha fatto del diritto e del suo insegnamento, la propria caratteristica principale, come il professor Giuliano Amato, oggi ministro dell'interno, abbia potuto elaborare un testo così rozzo da demolire l'immagine di «Dottor Sottile», guadagnata in tanti anni di onorato servizio. Se si eccettua per alcune disposizioni relative alla grande criminalità organizzata – si rende più veloce il sequestro e il riutilizzo dei beni confiscati – il testo parla alla pancia del paese fornendo risposte tali da stravolgere lo stato di diritto, violando principi di carattere costituzionale.

Si individuano «allarmi sociali» e si rendono non solo più severe le pene ma si lasciano maggiori spazi di discrezionalità alla loro punibilità. La contraffazione di marchi, l'introduzione in Italia di prodotti contraffatti e il loro commercio possono essere puniti ad esempio con una pena che va da 1 a 6 anni, che aumenta – da 2 a 8 – in caso di «ingenti quantità». Se poi le merci sono vendute in strada, si rischiano altri 6 mesi di galera. Strade libere e «decoro urbano», sotto questa fattispecie si introducono reati punibili d'ufficio [writers attenti] validi anche per chi è costretto in condizioni di degrado. Nel generico calderone dell'illegalità diffusa, si difendono i bambini utilizzati per accattonaggio togliendo la patria potestà ai genitori, se questi ne sono i responsabili, e con una pena che va da 6 mesi a 3 anni. Prima al massimo la pena era di 1 anno. Che fine faranno le mamme rom che mendicano con i bambini in braccio?

Polizia municipale e giudiziaria condivideranno i propri database e potranno agire congiuntamente, anzi la polizia municipale avrà ampi spazi per poter intervenire in ambito di ordine pubblico, all'interno dei piani coordinati di controllo del territorio [definizione quanto mai ambigua]. Le funzioni di coordinamento rendono enormi i poteri dei sindaci e dei prefetti. I primi potranno prevenire ed eliminare: «gravi pericoli che minacciano l'incolumità e la sicurezza urbana dei cittadini, ovvero che arrecano un grave pregiudizio al decoro urbano». L'esecuzione degli interventi è demandata al prefetto che può agire anche qualora il sindaco si dimostri inattivo. Il ruolo dei prefetti diviene preponderante in caso di espulsione di cittadini stranieri, anche comunitari. Utilizzando un altro termine estremamente discrezionale «pubblica sicurezza». I motivi che possono portare all'espulsione – con vincoli al reingresso – non riguardano reati commessi ma «sono imperativi quando il cittadino dell'Ue o un suo familiare, qualunque sia la sua cittadinanza, abbia tenuto comportamenti che compromettono la tutela della dignità umana o dei diritti dei cittadini ovvero l'incolumità pubblica tali da destare allarme sociale rendendo la sua permanenza sul territorio nazionale incompatibile con l'ordinaria convivenza».
Un pacchetto di norme in cui le responsabilità non sono più individuali ma «familiari», destinato a combattere rom in particolare, poveri in generale. Le modalità di espulsione sono sottratte a qualsiasi tribunale.
Cattive nuove anche per chi si reca allo stadio: si inaspriscono le pene per chi viene trovato in possesso di oggetti ritenuti pericolosi. Peccato che si considerino alla stessa stregua vernici, fuochi artificiali, fumogeni, bastoni e mazze. Di queste ultime se ne vendono spesso anche negli autogrill, con simpatiche scritte del tipo «dux».

Se queste norme venissero approvate – fortunatamente dovranno passare in parlamento – prefetti e sindaci si ritroverebbero a poter intervenire con strumenti enormi per tutelare il proprio consenso. Espellere, combattere i poveri e non la povertà, curare il decoro urbano più che le persone, è questo che ci aspetterebbe nel prossimo futuro da partito democratico.

mercoledì 17 ottobre 2007

5 x 1000 2006: i dati

Da Vita

Il 5 per mille: raccolti 345milioni

12/10/2007

Resi noti oggi dalla Agenzia delle Entrate i dati relativi alla raccolta in euro del 2006. Alle onlus oltre 192 milioni. Scarica online gli elenchi completi

L'Agenzia delle entrate in una conferenza stampa conclusasi poco fa a Roma ha rese noti i dati ufficiali relativi alla raccolta del 5 per mille 2006 (la prima edizione).

Eccoli: la raccolta totale ammonta a 345, 42 milioni di euro, così ripartita:
alle Onlus 192.982.447 euro
alla Ricerca scientifica 51.175.732
alla Ricerca sanitaria 46.784.181
ai Comuni 37.928.794.

La cifra totale è inferiore ai 345 milioni, e ammonta infatti esattamente a 328.723.154 euro; la differenza - pari a circa 16,3 milioni - si riferisce agli enti non validati, che sono in totale 7.720, di cui 5.609 esclusi per «tardivo o mancato invio della documentazione richiesta» e 2.111 esclusi per carenza dei presupposti, accertata dopo opportuni controlli.

I più scelti
Per quanto riguarda l'elenco delle onlus, l'organizzazione più scelta risultati essere l'Unicef cui vanno 5.939.626,54 euro, seguita da Medici senza Frontiere con 4.955.550,59, Emergency con 4.532.132,28 e le Acli cui vanno 3.408.364,31 euro. Per la ricerca scientifica: stravince l'Airc con oltre 28 milioni di euro raccolti su 51 a disposizione. Segue Fism con poco più di 3 milioni. Per la ricerca sanitaria al primo posto c'è l'Istituto europeo di Oncologia con 7.845.062 euro; segue il San Raffaele con 6.683.603; al terzo posto l'Istituto nazionale ricerca su cancro 5.407.706.

I modelli
I modelli 730 che hanno dichiarato la scelta del 5 per mille sono stato 9.674.041; il modello unico 3.587.151; i Cud 164.067. Ben 2.440.811 dichiarazioni sono risultate non valide perché con imposta netta pari a zero, quindi non utilizzabile ai fini del calcolo del beneficio.

Gli italiani, dunque, hanno ampiamente utilizzato la possibilita' offerta dalla legge finanziaria del 2006, di destinare una quota della propria Irpef a finalita' sociali. Circa la meta' delle preferenze e' andata al volontariato che ha totalizzato 7,2 milioni di scelte valide. La ricerca sanitaria ha ricevuto 1,89 milioni di preferenze, seguita dalla ricerca scientifica con 1,87 milioni e, infine, dai Comuni che sono stati premiati da 1,7 milioni di cittadini.

Alla ripartizione delle somme si e' arrivati dopo oltre un anno e mezzo di lavoro svolto dall'Agenzia delle Entrate che, oltre a curare l'elenco degli Enti del volontariato (Onlus, associazioni di promozione sociale, cooperative sociali, fondazioni e associazioni riconosciute), ha effettuato, attraverso l'analisi delle diverse tipologie di dichiarazioni fiscali, l'individuazione delle scelte dei contribuenti ed ha determinato l'importo destinato ai singoli beneficiari.

Con la individuazione delle somme da ripartire ai soggetti aventi diritto si conclude la fase affidata alla Agenzia delle Entrate. A questo punto i dati saranno trasmessi ai dicasteri competenti (Universita' e ricerca, Salute, Solidarieta' sociale, Interno) e alla Ragioneria Generale dello Stato la quale assegnera' a ciascuno di essi le somme da erogare agli interessati. Quando? Presumibilmente, hanno dichiarato i vertici dell'Agenzia, entro l'anno.

Scarica gli elenchi dell'Agenzia delle Entrate

Marcos

Da Carta

L'intervento di Marcos all'incontro dei popoli indigeni
[16 Ottobre 2007]

Pubblichiamo il testo dell'intervento del subcomandante Marcos, domenica 14 ottobre, alla chiusura del primo incontro dei popoli indigeni d'America. La traduzione è del comitato Chiapas «Maribel» di Bergamo.

Autorità tradizionali della Tribù Yaqui di Vicam; leader, rappresentanti, delegati, autorità dei popoli originari d'America presenti in questo primo Incontro dei Popoli Indios d'America; uomini e donne, bambini ed anziani della Tribù Yaqui; osservatori ed osservatrici del Messico e del Mondo; lavoratrici e lavoratori dei mezzi di comunicazione.
Sorelle e fratelli:
Grandi sono le parole ascoltate in questo incontro. Grandi sono i cuori che hanno partorito queste parole. Il dolore dei nostri popoli è stato raccontato da chi lo subisce da 515 anni: la sottrazione e il furto di terre e risorse naturali, ma ora con i nuovi abiti della «modernità», del «progresso, della «civiltà», della «globalizzazione». Lo sfruttamento di centinaia di migliaia di uomini, donne, bambini e anziani, che riproducono i tempi e i metodi delle encomiendas e delle grandi haciendas dell'epoca in cui le corone d'Europa si imponevano a ferro e fuoco. La repressione con la quale eserciti, poliziotti e paramilitari rispondono alle rivendicazioni di giustizia della nostra gente, come quella che le truppe dei conquistadores usavano per annichilire intere popolazioni. Il disprezzo che riceviamo per il nostro colore, la nostra lingua, il nostro modo di vestire, i nostri canti e balli, le nostre credenze, la nostra cultura, la nostra storia, nello stesso modo di 500 anni fa, quando si discuteva se eravamo animali da addomesticare o bestie feroci da annichilire, e ci si riferiva a noi come inferiori. Le quattro ruote della carrozza del denaro, per usare le parole dello Yaqui, ripercorrono la strada fatta del sangue e del dolore dei popoli indios del continente. Come prima, come 515 anni fa, come 200 anni fa, come 100 anni fa.
Tuttavia, qualcosa è cambiato.
Mai la distruzione era stata tanto grande ed irrimediabile. Mai era stata tanto grande e incontrollabile la brutalità contro terre e persone, e mai era stata tanto grande la stupidità dei malgoverni che subiscono i nostri paesi. Perché quello che stanno uccidendo è la terra, la natura, il mondo. Senza logica di tempo e luogo, terremoti catastrofici, siccità, uragani, inondazioni si presentano su tutto il pianeta. E si dice che sono «catastrofi naturali», quando in realtà sono state provocate, con accurata stupidità, dalle grandi corporazioni multinazionali e dai governi al loro servizio nei nostri paesi.
Il fragile equilibrio della natura che ha permesso al mondo di andare avanti per milioni di anni sta per rompersi di nuovo, ma ora definitivamente.
E in alto non si fa niente, se non dichiarazioni ai mezzi di comunicazione e formare inutili commissioni.
I falsi capi, i malgoverni, sono idioti che adorano gli anelli della catena che li soggioga. Ogni volta che un governo riceve un prestito dal capitale finanziario internazionale, lo mostra come un trionfo, il pubblicizza su giornali, riviste, radio e televisione. I nostri attuali governi sono gli unici, in tutta la storia, che festeggiano la loro schiavitú, la ringraziano e la benedicono. E si dice che è democrazia il fatto che il Comando della distruzione sia a disposizione di partiti politici e caudillos.
«Democrazia elettorale» è come i prepotenti chiamano la lotta per entrare nell'affare di vendere la dignità e portare avanti la catastrofe mondiale. Là in alto, nei governi, non c'è speranza alcuna. Né per i nostri popoli indios, né per i lavoratori della campagna e della città, né per la natura. E per accompagnare questa guerra contro l'umanità, si è costruita una gigantesca bugia.
Ci si dice, ci ripetono, ci insegnano, ci impongono, che il mondo ha percorso la sua storia per arrivare a dove comandasse il denaro, quelli in alto vincessero e noi, il colore che siamo della terra, perdessimo. La monarchia del denaro si presenta, così, come il culmine dei tempi, il fine della storia, la realizzazione dell'umanità. Nelle scuole, sui mezzi di comunicazione, istituti di ricerca, libri, la grande bugia riaggiusta la storia e ciò che tiene in mano: il luogo e il tempo, cioè, la geografia e il calendario. In queste terre, che chiamarono «nuovo mondo», loro ci imposero la loro geografia. Da allora ci fu «nord», «sud», «oriente» e «occidente», accompagnati da segni di potere e barbarie.
I sette punti cardinali dei nostri antenati [sopra, sotto, davanti, dietro, un lato, un altro lato e il centro] furono dimenticati e al loro posto arrivò la geografia dell'alto con le sue divisioni, frontiere, passaporti, green cards, minuteman, la migra, i muri sui confini. Imposero anche il loro calendario: in alto i giorni di riposo e benessere, in basso i giorni di disperazione e morte. E celebrano ogni 12 ottobre come «il giorno della scoperta dell'America», quando in realtà è la data dell'inizio della guerra più lunga della storia dell'umanità, una guerra che dura ormai da 515 anni e che ha come obiettivo la conquista dei nostri territori e lo sterminio del nostro sangue.
Insieme a questo profondo e diffuso dolore, è stata citata anche la ribellione del nostro sangue, l'orgoglio della nostra cultura, l'esperienza nella resistenza, la saggezza di nostri vecchi.
In questo Incontro si è guardato indietro e lontano. La memoria è stata il filo invisibile che unisce i nostri popoli, così come le montagne che corrono lungo tutto il continente e ricamano queste terre.
Quello che qualcuno chiama «sogno», «utopia», «impossibile», «bei desideri», «delirio», «pazzia», qui, nella terra dello Yaqui, si è sentito con un altro tono, con un altro destino. E c'è un nome per questo di cui parliamo ed ascoltiamo in tante lingue, tempi e modi. C'è una parola che viene dall'origine stessa dell'umanità, e che segna e definisce le lotte degli uomini e delle donne di tutti gli angoli del pianeta. Questa parola è LIBERTÀ.
È quello che vogliamo come popoli, nazioni e tribù originarie: LIBERTÀ. E la libertà non è completa senza la giustizia e senza la democrazia. E non può esserci niente di tutto questo con il furto, il saccheggio e la distruzione dei nostri territori, della nostra cultura, della nostra gente. Un mondo senza prepotenti, questo è quello che sembra impossibile immaginare per le persone di oggi. Come se la terra avesse avuto da sempre chi imponesse il suo potere su di lei e su chi la lavora; come se il mondo non potesse essere mai giusto. Sono i popoli originari che guardano al loro passato, che conservano e preservano la loro memoria, quelli che sanno che è possibile un mondo senza Dominatore né dominati, un mondo senza capitale, un mondo migliore. Perché quando innalziamo a bandiera il nostro passato, la nostra storia, la nostra memoria, non vogliamo ritornare al passato, ma costruire un futuro degno, umano.
Incontrarci è la conquista principale di questa riunione.
C'è ancora molto da fare, discutere, concordare, lottare. Ma questo primo passo sarà un vento fresco per il dolore del colore che siamo del colore della terra. Nel calendario che cominciamo a percorrere, nella geografia che concordiamo, continua una gigantesca sovversione. Per i suoi modi e mezzi non ci sono manuali, ricettari, dirigenti di scrivania e accademia. Invece, c'è l'esperienza dei popoli originari, ma ora con l'appoggio e la decisione dei lavoratori della città e della campagna, dei giovani, delle persone adulte, degli altri amori, dei bambini e delle bambine; di tutte e tutti quelli che sanno che per il mondo non ci sarà un'altra opportunità se questa guerra la vinceranno quelli che stanno in alto.
La ribellione che scuoterà il continente non ripercorrerà le strade e le tappe delle precedenti che cambiarono la storia: sarà un'altra. Quindi, quando cesserà il vento che saremo, il mondo non avrà terminato il suo lungo cammino e ci sarà l'opportunità di fare con tutte, con tutti, un domani dove ci siano tutti i colori. A quel tempo del calendario che faremo, in quel luogo della nuova geografia che realizzeremo, la luna cambierà lo sguardo con cui nasce e sarà di nuovo il sorriso che annuncia l'incontro della luce e dell'ombra.

Da Vicam, Sonora, Messico.
Subcomandante Insurgente Marcos
Messico, 14 ottobre 2007

martedì 16 ottobre 2007

Ma in che mondo viviamo ???

Mi è stato mandato questo articolo di Antonio Socci: non è un personaggio di cui condivido molte idee (a parte la fede), ma trovo i suoi interventi spesso interessanti Anche in questo articolo mi pare malato di anticomunismo e il confronto animali vs umani mi pare sempre sbagliato: occorre difendere entrambi, sbaglia chi si indigna solo per gli animali ma anche chi si indigna solo per gli uomini, queste contrapposizioni sono sempre inutili. Mi paiono interessanti invece le considerazioni sull'aborto: 130.000 in un anno su 560.000 nati, 4 milioni e 500 mila dall'approvazione della legge, parafrasando Pio XII: Un'inutile strage

Valgono più tre orsi morti di 130 mila aborti all'anno?

Il 5 ottobre nelle pagine di Repubblica si leggeva questo titolo: "Aborti, mai così pochi in Italia". Cosa volete che siano 130.033 aborti legali in un anno (senza contare quelli farmaceutici) su 560 mila bambini nati. In tutto fanno 4 milioni e 500 mila aborti legali da quando è stata approvata la 194. Dicono sia una grande conquista civile. Tutti i media, al seguito del ministro Turco, ci hanno spiegato trionfalmente che 130 mila sono davvero "pochi". E dunque allegria! Brindiam nei lieti calici!

Ma non ci sono solo le "buone" notizie come questa. Purtroppo ci sono anche le "stragi". Infatti il 3 ottobre sempre La Repubblica titolava drammaticamente: "Strage di orsi in Abruzzo". Sono stati trovati avvelenati tre orsi nel Parco. L'articolo iniziava così: "Una strage, una mattanza che nasconde un piano criminale' contro il Parco Nazionale d'Abruzzo". Tutti i tiggì hanno parlato di questo orrore. Un'ondata di emozione ha scosso il Paese.

Il ministro Pecoraro Scanio prospetta "l'arresto per questi criminali" e annuncia di costituirsi parte civile. La Lipu pure.
L'associazione "Amici dell'orso Bernardo" ha fatto una fiaccolata di protesta. La Lega antivivisezione parla di "emergenza criminale" che sarebbe "purtroppo diffusa" fra "cacciatori, pastori e cercatori di tartufi".

"Il Wwf" c'informa Repubblica "ha messo una taglia di 10 mila euro sui killer" (quando il senatore Calderoli mise una taglia per avere notizie sugli assassini del benzinaio di Lecco tutti insorsero indignati, ma la taglia del Wwf per sapere chi ha avvelenato gli orsi è parsa a tutti nobile).

Fulco Pratesi, presidente del Wwf, è fra gli indignati speciali: "Si tratta di un atto criminale gravissimo. Un Paese civile non può permettersi questi scempi". E' sempre dei tre orsi che si parla… Perché pare che l'orso sia diventato il metro della civiltà. Che vita è la vostra se non avete un orso in giardino. La scrittrice Dacia Maraini, nostra coscienza civile, l'ha spiegato da par suo: "L'orso non si fa vedere facilmente, ma la sua presenza è come una certezza di vita, qualcosa che ci fa sentire meno soli, meno padroni e tiranni, meno distruttori e soprattutto meno volgari" (Corriere della sera, 4 ottobre 2007).

L'orso ci fa sentire "meno soli e meno volgari"? C'è qualcuno al Corriere della sera che chiede e pubblica commenti del genere e che sa spiegarci questa folgorante rivelazione? Esistono orsi di compagnia? La Maraini va a lezione di buone maniere dagli orsi? Capisco il commovente grido di dolore della scrittrice quando ha saputo del luttuoso evento: "Di fronte alla carneficina provo strazio e stupore". Simpatizziamo anche noi con l'orso Bernardo. Ma siamo proprio sicuri che non ci siano altre carneficine, un po' più tremende, che passano nell'indifferenza o che addirittura vengono presentate come "conquiste civili" ?

Il dolore degli esseri umani innocenti ha mai interessato i nostri intellettuali? Parlo ovviamente degli intellettuali di Sinistra perché se non sei di Sinistra non puoi neanche sognarti di veder riconosciuta dignità intellettuale a ciò che pensi a che dici. Ricordo una memorabile citazione della stessa Maraini che su Paese sera, il 7 maggio 1969, scriveva: "Gli intellettuali, guarda caso sempre di sinistra, sono gli unici, assieme ai politici guarda caso sempre di sinistra, che dicono la verità".

Anche quel memorabile pensiero della Maraini sessantottesca conteneva due strepitose rivelazioni. La prima: un vero intellettuale deve essere per forza di sinistra (in effetti a quel tempo non si potevano considerare intellettuali individui come Eugenio Montale, Rosario Romeo, Mario Luzi, Augusto Del Noce, Indro Montanelli, Geno Pampaloni, Nicola Abbagnano, Vittorio Mathieu, Sergio Ricossa, Renato Mieli, Renzo De Felice, Federico Fellini e via dicendo).

Seconda rivelazione: intellettuali e politici di sinistra "sono gli unici che dicono la verità". Erano gli anni dell'impazzimento ideologico. Avete mai sentito in quegli anni intellettuali e politici del Pci e della Sinistra dire la verità – per esempio – sull'orrore dei regimi comunisti, sul fanatismo rivoluzionario che imperversava in scuole, fabbriche e università (e che di lì a poco sarebbe degenerato) o sulla Resistenza? Avete mai sentito gli intellettuali di sinistra denunciare le "carneficine" comuniste e l'orrore del Gulag ? Di solito più che la verità si sentiva la "pravda", una forma di "verità" molto sinistra. E – ad essere sinceri – ancora oggi, anno di grazia 2007 - siamo in attesa di sentirla dire tutta la verità, come lamenta anche l'ultimo libro di Giampaolo Pansa, "I gendarmi della memoria".

Ma fra tutti, il genocidio più censurato è quello di cui parlavo all'inizio di questo articolo. Lo si continua a presentare addirittura come una conquista civile: 130 mila bambini valgono almeno quanto un orso marsicano?

Antonio Socci

(da Libero 10 ottobre 2007)

lunedì 15 ottobre 2007

La Casta e la Chiesa

Dal Bologna di oggi un interessante articolo di Gianni Gennari:

"I soldi del vescovo": cominciata così, su "Repubblica" , la polemica su "quanto ci costa la Chiesa" ha risposto così: troppo! Del resto impazzano anche in piazza le critiche alla "Casta", politica e burocrazia costano troppo e servono poco. Ferrovie, trasporti, sistema sanitario e servizi sono oltre ogni razionalità e ai cittadini fanno poco e male. Peggio ancora il Palazzo della politica: troppi parlamentari, troppi partiti, troppo spreco! "La Casta", appunto: è il titolo di un libro che fa furore. Ma la Chiesa che c'entra? C'entra, strillano, soprattutto per l'otto per mille deciso dai cittadini con la denuncia dei redditi e per l'esenzione Ici a edifici "dei preti". Vediamo: l'otto per mille oggi porta alla Chiesa italiana, intesa qui come Conferenza Episcopale Italiana - il Vaticano non c'entra niente - circa un miliardo di euro l'anno. L'Ici, per leggi approvate nel 1992 dal Parlamento e Governo di Centrosinistra e sempre confermate, non si applica in tutto o in parte agli edifici con scopi sociali, quindi di sindacati, partiti, associazioni di volontariato, servizi e anche oratori parrocchiali e istituti religiosi aperti alle necessità della gente. E allora? In realtà le proteste vengono dal fatto che giornali e partiti in ritardo di trent'anni vedono ancora la Chiesa avversaria politica, perché i vescovi e il Papa talora dicono pubblicamente il loro pensiero - sgradito - su famiglia e tutela della vita, ma anche su solidarietà e giustizia sociale. Al fondo, dunque, le accuse specifiche mosse da "Repubblica" sono due: "i preti" costano troppo e giocano sporco! È troppo un miliardo di euro l'anno dall'otto per mille, e poi i bilanci della Chiesa sono "segreti". Ebbene: ambedue le accuse sono false. La seconda fa ridere: infatti i bilanci della Cei sono pubblicati ogni anno, a spese della Cei, anche sugli stessi giornali che strillano sulla loro segretezza! Ci sono le cifre globali e quelle delle destinazioni particolari. Del resto l'otto per mille è una realtà di cui, senza scandalo per nessuno, godono anche le altre chiese cristiane e la Comunità ebraica. Quanto al "troppo", per 1 miliardo di euro l'anno: certo pare tanto, ma basterà riflettere a quanto lo Stato spende con le sue scuole per accorgersi che con la presenza di 8779 scuole "cattoliche" esso risparmia ben 6 miliardi di euro l'anno: sei volte tutto l'8 per mille alla Cei. Se si calcolano anche i risparmi statali a fronte di 4712 ospedali, cliniche, ospizi, dispensari, consultori ecc. viene solo da ridere. Giornali, ed anche politici e partiti che vivacchiano di queste polemiche contro la Chiesa e la sua presenza dovrebbero andarsi a nascondere. Non lo fanno, ed è un brutto affare: tra l'altro calcolino che la Chiesa per tanti italiani è ancora un punto di riferimento importante. Chi è causa del suo mal.... Si confermano come "casta": di pessima fama.

giovedì 11 ottobre 2007

Chiesa

Ho trovato sul sito di don Franco Barbero (un vero sovversivo) la "lettera di don Dino d'Aloia al vescovo di san severo Lucio Renna", e' piuttosto lunga quindi rimando al link per leggerla completamente. Voglio dare un mio parere: trovo tutta la lettera, con cui don Dino praticamente esce dalla Chiesa, molto profonda e toccante, trovo alcune considerazioni, sopratutto quelle di "ambiti di tipo più strettamente disciplinari o pastorali" come dice don Dino, molto condivisibili. Già da tempo e ancor più con dopo l'elezione di papa Ratzinger mi pare che la Chiesa gerarchica si sia allontanata dalla Chiesa popolo di Dio, mi pare che troppi argomenti vengano affrontati con il magistero invece che con la carità, mi pare che la paura dell'errore superi la forza del dialogo e della comprensione.
Prendo alcuni punti della lettera riguardo a temi importanti e che mi trovano spesso perplesso sulle affermazioni del magistero: il divorzio, il celibato dei preti, le donne sacerdote, la sessualità

"Sono aperto alla prassi delle seconde nozze (...) E' lodevole l'impegno che la Chiesa mette per sottolineare l'importanza della fedeltà (...) Tuttavia io credo che nel caso si venga abbandonati dall'altro non ci si debba sentire obbligati a solitudine sentimentale e sessuale, o impediti a vita a passare a nuove nozze. Inoltre credo che va data la possibilità di sanare la situazione e di" riparare" anche a chi ha colpevolmente causato il divorzio e ormai non è più in grado di ripristinare la prima unione. Anche se il suo errore è stato grande, la misericordia è sempre più grande."
Il divorzio resta l'unico peccato da cui non si può essere perdonati: solo restando soli o ritornando indietro si può accedere nuovamente al sacramento della comunione, ma tornare indietro spesso è impossibile ed esere condannati ad una vita di solitudine mi pare eccessivo come penitenza. Se poi si è lasciati si paga per un peccato commesso da altri

"Il celibato nella Bibbia è visto indubbiamente come una grande vocazione alla quale tuttavia il sacerdozio non è legato né in modo obbligatorio né in modo preferenziale. La Bibbia ne parla come due vocazioni diverse,(...) Nella 1Tm 3 si vede chiaramente che (...) la nomina di qualcuno come vescovo avveniva dopo averne saggiate le qualità di buon padre di famiglia"

"Sono convinto che il ministero di guida e di presidenza della comunità cristiana spetti di diritto agli uomini quanto alle donne. Mi pare che da nessun passo del vangelo si possa evincere la volontà di Gesù di escludere delle persone in quanto donne dalla piena responsabilità nell'impegno di evangelizzazione"
L'affermazione che Gesù abbia affidato il ministero del sacerdozio solo a uomini è poco significativa, erano anche tutti ebrei, bianchi, allora nessun nero o non ebreo potrebbe fare il prete.

"Sono convinto inoltre che la sessualità in genere vada vista ancora di più in tutta la sua potenzialità di esperienza liberante ed umanizzante. (...) [la Chiesa] purtroppo è rimasta quasi sola a proteggere la sessualità da tanta superficialità e mercificazione. (...) occorre, a mio avviso, liberare il campo dalle regole etiche che vogliono dire troppo in dettaglio ciò che le coppie possono o non possono fare: mi riferisco ai rapporti prematrimoniali, alla contraccezione. Ci possono essere situazioni in cui sono lecite e altre in cui possono essere illecite, senza che la illiceità possa essere decretata dalla regola morale generale in modo univoco. Non è sulle regole che bisogna insistere,(...) ma sulla formazione di coscienze adulte capaci di discernere secondo coscienza autonoma e responsabilità. Riguardo alle persone omosessuali penso che la comunità cattolica abbia nei loro confronti un grave debito di ascolto e di simpatia che finora non gli ha dato. Quanto a me, sto convincendomi che l'amore omosessuale meriti rispetto e un doveroso riconoscimento sia ecclesiale che civile."

martedì 2 ottobre 2007

Informazione

C'è qualcosa di nuovo nel mondo dell'informazione? Possibile avere un'informazione non embedded?
Da qualche tempo è apparso un nuovo giornale gratis, il Bologna: è però diverso dagli altri, intanto è un vero giornale con molti articoli e molti commenti e poi non lo danno agli incroci ma nei negozi, i giornalisti sono tanti, anche famosi, ma come firma oltre al nome c'è solo un indirizzo e-mail: la redazione centrale è in Sardegna ma il giornale è una delle espressioni del progetto e-polis che pubblica vari giornali con il nome della città in cui escono. Non è forse un'informazione alternativa però ha alcune caratteristiche peculiari: ospita alcuni personaggi scomodi (Giulietto Chiesa, Vauro...), è gratuito, viene distribuito nei negozi così da incentivare gli acquisti, si può scaricare gratuitamente da internet. Per un po' di tempo era scomparso, a quanto ho capito per problemi di stampa, ma ora è tornato. Forse davvero qualcosa di nuovo.
Altra novità, proprio di questi giorni, è il settimanale Carta che diventa quotidiano solo su internet e gratis. Questa è certo informazione alternativa e poterlo consultare quotidianamente potrà portare un valore aggiunto alle notizie di ogni giorno.
Infine il sito di peacereporter propone un mensile cartaceo, a pagamento e nelle librerie.
Forse riusciremo a sapere qualcosa di quello che succede nel mondo e in Italia e non solo Garlasco e Miss Italia.