Uno dei motivi per cui si fa una famiglia, almeno uno dei miei,
è avere qualcuno con cui stare, qualcuno che condivide con te la tua vita, che ti segue o che devi seguire, c
he testimonia che sei esistito.
Io ricordo con grande piacere la mia famiglia di origine, ho avuto un ottimo rapporto con mio padre e l'ho ancora con mia madre le mie sorelle.
Grande è stato lo stupore quando mi sono accorto che la vita del genitore è fatta in gran parte di solitudine.
Gli amici si vedono molto meno. La vita sociale può arrivare ad una uscita settimanale e solo se si è ben organizzati e se si ha un bimbo che dorme poco, almeno i primi mesi è assolutamente nulla.
Le madri nei primi tempi sono distrutte: un po' dal parto un po' dal pupo che mangia ogni 2-3 ore. Le leggende parlano di bambini che appena nati dormono tutta la notte, ma a me non sono capitati. Io ho fatto la guardia durante il servizio militare: 2 ore di servizio e 4 di riposo per 24 ore. Alla fine si è distrutti, immagino cosa voglia dire farlo per alcuni mesi.
Questo porta i padri a doversi occupare della casa, della spesa, di eventuali altri figli in solitudine. Si può chiedere aiuto alle nonne o agli amici, ma molto va fatto da soli.
La maggior parte del tempo si passa o da soli o soli con il pupo. Quando la madre riposa il padre sta col bambino e viceversa, quando uno fa la spesa l'altro è a casa.....
Il bambino per circa 3 anni interagisce solo con urla, con cacche, con frasi sconnesse o con capricci. Un tubo digerente che urla definiva suo figlio un mio amico.
Al di là della fatica, che comunque è tanta nei primi mesi, io non ero preparato a questa situazione. A queste ore in cui non fai altro che tenere in braccio un bambino o spingere una carrozzina o fare compere.
Il discorso si fa ancora più importante per le madri che almeno alcuni mesi restano a casa dal lavoro e quindi non hanno nemmeno quel contatto umano, forse negativo, ma che fa staccare.
Molte son le soluzioni possibili, ma mi pare sarebbe importante evidenziare questa cosa prima che ci si trovi.
Invece è uno di quei segreti che non ti dice nessuno. Forse tutti ci erano arrivati e sono io un poco rincoglionito, però noto come nei film, nei libri o in generale nei discorsi sui figli e la famiglia si parli molto poco dei primi mesi-anni. Nei film i bambini hanno sempre almeno 6-7 anni e anche i nostri ricordi risalgono al tempo dell'asilo e, più precisi, alle elementari.
Ma i primi mesi in cui si sta chiusi in casa perchè è freddo, si dorme pochissimo, non si vede quasi più nessuno, si cambiano pannolini in continuazione... non li racconta nessuno.
E' vero c'è anche chi dice che i primi anni sono i migliori, quindi forse è un problema circoscritto, ma penso che non ci sia una vera conoscenza di questo periodo.
Penso anche che derivi da fatto che un tempo c'erano nonne e dade a disposizione, che la famiglia era più grande, che i problemi venivano affrontati in gruppo.
Ma ora la famiglia nucleare deve gestire tutto da sola e le coppie, che solitamente aspettano alcuni anni ad avere figli, sono abituate a fare una vita molto intensa.
Penso a mio padre che aveva visto il mare per la prima volta a 18 anni, o a mia madre che accudiva la madre paralizzata da anni: per loro la famiglia era un salto di qualità. I primi anni dei figli non differivano molto dalla vita precedente e quelli seguenti invece erano più ricchi.
Il mondo dei neo-genitori mi pare poco esplorato e invece è importantissimo e ricchissimo. Solo i pubblicitari lo conoscono bene. Fra neo-genitori ci si riconosce, ci si confida. Glia altri dopo poco imparano ad evitarti: Parli sempre di pannolini!!!! Ma, cazzo, tu non fai altro da mattina a sera, di cosa altro dovresti parlare!!!!
Descritto così mi rendo conto che questo periodo possa sembrare tremendo.
E' certo un periodo duro e bisognerebbe essere più preparati, ma è bellissimo.
E anche quando sembra insopportabile ci consola sapere che è fondamentale per il nostro futuro rapporto con i figli. E' in questo periodo che si crea quella unione incredibile fra genitori e figli.
E' in questo periodo che si impara cosa vuol dire essere genitori, che si capisce cosa è voluto dire per i nostri genitori averci avuto. Solo dopo aver avuto un figlio si capisce davvero cosa hanno fatto per noi. Si scopre la gratuità del dono.
E tutto questo è impagabile.
Genitori non si nasce, si diventa, e con fatica.
Però quando alle 4 di notte ascoltavo tutto il CD di Einaudi con mia figlia in braccio che piangeva per tutto il tempo, ringraziavo fosse inverno e quindi le finestre fossero chiuse, perchè la tentazione di lanciarla di sotto era forte!!!!!