Nel giro di un anno ho vinto due referendum e le elezioni politiche: la cosa comincia a preoccuparmi.
Pero', al di la' del fatto che sono con la maggioranza, mi pare che queste consultazioni popolari abbiano dato un bel segnale da parte degli italiani, spesso considerati piu' ignoranti e creduloni di quanto non siano, o di quanto non siano i nostri politici. Nel referendum sulla procreazione assistita il 75% degli italiani si e' astenuto, c'e chi ha detto che si e' seguita la Chiesa in modo pecoreccio, pero' mi sembra una spiegazione un po' semplicistica, mi pare invece che gli italiani si siano informati e abbiano scelto. Cosi' anche per il referendum costituzionale: 20 milioni di italiani si sono recati a votare in un giorno di grande caldo, per un quesito decisamente non facile. Anche qui sicuramente hanno pesato le posizioni dei partiti, ma credo che non basti come spiegazione, penso che le persone ancora una volta si siano informate e abbiano deciso. Per le politiche, poi, gia' vinte dal centro sinistra secondo tutte le analisi, abbiamo avuto percentuali di voto altissime e previsioni stravolte. In conclusione mi sembra che in Italia non si sia tutti lobotomizzati dalla tv e interessati solo ai mondiali: le persone ragionano ancora e credono ancora nella democrazia. Mi pare una buona notizia.
P.S. L'immagine e' solo per intenditori
mercoledì 28 giugno 2006
venerdì 23 giugno 2006
Stop alla restituzione del bonus bebè
Riprendendo il discorso del mio post Qualche buona notizia da Bologna copio questo articolo da vita
Amato, Bindi, Ferrero: stop alla restituzione del bonus bebè
di Redazione (redazione@vita.it)
22/06/2006
L'apprezzamento delle Acli: soluzione giusta e di buon senso
I ministri dell'Interno, Giuliano Amato, delle politiche per la Famiglia, Rosy Bindi e della Solidarieta' sociale, Paolo Ferrero hanno chiesto al ministro dell'Economia di adoperarsi per bloccare le procedure, avviate dal precedente governo, per la restituzione del bonus bebe' da parte delle famiglie di immigrati extracomunitari. ''Si tratta - spiegano in una nota congiunta i tre ministri - di sanare una palese ingiustizia, frutto dell'imperizia con cui e' stato gestito il provvedimento previsto nella Finanziaria 2006. Non vanno fatti pagare alle famiglie dei bambini immigrati, nati in Italia, gli errori e le scelte discriminanti provocati dalla demagogia del governo precedente. Queste famiglie, molte delle quali vivono in condizioni economiche difficili, non avevano chiesto nulla e non avevano avanzato pretese''. ''Non si puo' pretendere -proseguono- che restituiscano i 1000 euro che hanno potuto incassare grazie a una formale comunicazione del ministero delle Finanze, con i complimenti dello stesso ex Presidente del Consiglio. Siamo convinti -concludono- che il governo debba dare un segnale di equita' e dimostrare che il sostegno alla maternita' e la tutela dei diritti dei bambini hanno carattere universalistico e costituiscono un banco di prova della serieta' e della coerenza del nostro programma''.
Apprezzano le Acli. ''Una soluzione -sottolinea in una nota il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero- giusta e di buon senso. Il segnale, cui dovranno certo seguire altri fatti, che finalmente si scommette sull'integrazione delle persone e delle famiglie immigrate''. ''Le famiglie immigrate che nei mesi scorsi avevano impropriamente incassato i mille euro del Governo per i figli nati nel 2005- prosegue la nota- avrebbero dovuto restituire l'assegno ricevuto al ministero dell'Economia, con il rischio di compromettere la loro permanenza in Italia a seguito di eventuali conseguenze giudiziarie. Per questo le Acli, che avevano giudicato discriminatoria la norma che assegnava il bonus ai soli figli di italiani, avevano subito offerto la difesa legale del proprio Patronato agli immigrati coinvolti che ne avessero fatto richiesta''
Amato, Bindi, Ferrero: stop alla restituzione del bonus bebè
di Redazione (redazione@vita.it)
22/06/2006
L'apprezzamento delle Acli: soluzione giusta e di buon senso
I ministri dell'Interno, Giuliano Amato, delle politiche per la Famiglia, Rosy Bindi e della Solidarieta' sociale, Paolo Ferrero hanno chiesto al ministro dell'Economia di adoperarsi per bloccare le procedure, avviate dal precedente governo, per la restituzione del bonus bebe' da parte delle famiglie di immigrati extracomunitari. ''Si tratta - spiegano in una nota congiunta i tre ministri - di sanare una palese ingiustizia, frutto dell'imperizia con cui e' stato gestito il provvedimento previsto nella Finanziaria 2006. Non vanno fatti pagare alle famiglie dei bambini immigrati, nati in Italia, gli errori e le scelte discriminanti provocati dalla demagogia del governo precedente. Queste famiglie, molte delle quali vivono in condizioni economiche difficili, non avevano chiesto nulla e non avevano avanzato pretese''. ''Non si puo' pretendere -proseguono- che restituiscano i 1000 euro che hanno potuto incassare grazie a una formale comunicazione del ministero delle Finanze, con i complimenti dello stesso ex Presidente del Consiglio. Siamo convinti -concludono- che il governo debba dare un segnale di equita' e dimostrare che il sostegno alla maternita' e la tutela dei diritti dei bambini hanno carattere universalistico e costituiscono un banco di prova della serieta' e della coerenza del nostro programma''.
Apprezzano le Acli. ''Una soluzione -sottolinea in una nota il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero- giusta e di buon senso. Il segnale, cui dovranno certo seguire altri fatti, che finalmente si scommette sull'integrazione delle persone e delle famiglie immigrate''. ''Le famiglie immigrate che nei mesi scorsi avevano impropriamente incassato i mille euro del Governo per i figli nati nel 2005- prosegue la nota- avrebbero dovuto restituire l'assegno ricevuto al ministero dell'Economia, con il rischio di compromettere la loro permanenza in Italia a seguito di eventuali conseguenze giudiziarie. Per questo le Acli, che avevano giudicato discriminatoria la norma che assegnava il bonus ai soli figli di italiani, avevano subito offerto la difesa legale del proprio Patronato agli immigrati coinvolti che ne avessero fatto richiesta''
Referendum costituzionale: perchè voterò NO
Come sempre prevale la polemica sulle idee. Frasi di questi giorni: "il 27 ci risveglieremo in Italia o in sud america?", "la nostra costituzione e' nuova e bellissima, perche' cambiarla?", "se non si cambia ora non si cambiera' mai piu!", "Diminuira' il numero dei deputati!" o i cartelloni "il cuore non si strappa!" ecc.
Non e' facile districarsi nelle modifiche costituzionali per le quali votiamo a questo referendum, ho cercato di informarmi e riporto qui sotto alcuni punti con mie considerazioni. La piu' importante pero', per cui votero' sicuramente NO e' che bisogna votare le riforme in toto, per cui anche se alcune cose non sono male, nell'insieme non mi sento di approvarle, anche perche' sono state fatte solo dalla ex-maggioranza senza una discussione con l'opposizione. Certo non e' facile metterli d'accordo pero' bisogna almeno provarci.
SALUTE E SANITA'
Non è più prevista la competenza concorrente Stato-Regioni in materia sanitaria.
Allo Stato resta la "tutela della salute, sicurezza e qualità alimentari".
Viene demandata alle Regioni la competenza legislativa in materia di "assistenza e organizzazione sanitaria", "organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche" e di "definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico della Regione".
Infine, la competenza legislativa in materia di "polizia amministrativa regionale e locale".
E' previsto, peraltro, il potere del Parlamento in seduta comune, attivato su iniziativa del Governo, di annullare una legge regionale qualora si ritenga che rechi pregiudizio all’interesse nazionale.
Dare piu' potere alle regioni in materie cosi' delicate mi pare pericoloso, se da una parte potrebbe spingere ad un miglioramento, perche' se per curarsi non si puo' piu' andare in un'altra regione si pretendera' di piu' dalla propria, dall'altra si creano troppe differenze fra cittadini, almeno per tutto il periodo che servira' per rendere uguali i livelli di assistenza.
Ma peggio mi pare l'istruzione: quali sarebbero le materie di "interesse specifico regionale"? siamo diversi in Italia ma non cosi' tanto. Io sono per la scuola statale e non privata figuriamoci se mi piace quella regionale!!!
L'ultimo punto poi con la possibilita' del Governo di bocciare le leggi regionali pare una norma che lascia effettiva autonomia solo alle Regioni che esprimono la stessa maggioranza politica del potere centrale.
IL BICAMERALISMO IMPERFETTO
Il Senato sarà eletto su base regionale, in concomitanza con il rinnovo dei singoli Consigli Regionali e dovrà garantire la rappresentanza territoriale di tutte le Regioni. Poiché le elezioni dei Consigli Regionali non avvengono tutte contemporaneamente, il Senato diventerà un organo permanente, soggetto a rinnovi parziali in dipendenza della vita dei singoli Consigli Regionali e non avrà quindi più una durata predeterminata.
È previsto che, a seconda dell’oggetto, vi siano leggi perfettamente bicamerali, per le quali rimane (come oggi) la competenza di entrambi i rami del Parlamento, e leggi solo eventualmente bicamerali, così definite perché sono devolute alla competenza di uno dei due rami del Parlamento e per le quali l’altra Camera ha solo il potere di proporre modifiche.
Su questo fatico ad esprimere un giudizio mi pare pero' una situazione un po' confusa, con due camere diverse che si palleggiano le competenze; il bicameralismo perfetto di ora non e' forse 'perfetto' perche' i due passaggi obbligatori possono aiutare la democrazia ma anche rallentare le leggi. Continuo a non vedere la grande utilita' della devolution ne' quindi l'uilita' di avere un senato con competenze specifiche sulle regioni.
PRIMO MINISTRO E GOVERNO
Il Primo Ministro è designato dagli elettori, non più come capo di una coalizione ma come premier che dura in carica tutta la legislatura (salva l’ipotesi di “sfiducia costruttiva”). A lui spetta il potere di sciogliere le camere, di nominare e di cambiare i ministri, rimanendo al Presidente della Repubblica solo un intervento di ratifica e di presa d’atto delle scelte del premier.
La sfiducia, che può essere votata dalla sola Camera dei Deputati nei confronti del Primo Ministro, lo obbliga alle dimissioni, ma queste determinano lo scioglimento della Camera e la fine della legislatura.
Viene inserita la "sfiducia costruttiva": la Camera vota la sfiducia accompagnata dalla designazione di un nuovo primo ministro, che pero' deve essere votato dagli stessi deputati appartenenti alla maggioranza espressa dalle elezioni in numero non inferiore alla maggioranza dei componenti della camera (norma anti-ribaltone).
Questo e' il punto piu' discusso: il premierato forte. Si dice che c'e' in tutta europa e ammetto che non so come funziona esattamente negli altri paesi. Questa riforma pero' mi pare metta troppo potere nelle mani di un uomo solo, lega troppo il governo al primo ministro rendendo ricattabili i Ministri e il governo stesso. L'unica cosa buona mi pare la norma anti-ribaltone: non avevo votato Prodi per avere D'Alema!!!
CORTE COSTITUZIONALE
Dei quindici giudici che compongono la Corte Costituzionale, 5 sono nominati dal Presidente della Repubblica, 5 da Camera e Senato in seduta comune e 5 dai giudici delle supreme magistrature (Corte di Cassazione, Consiglio di Stato e Corte dei Conti).
La legge di riforma costituzionale prevede: 4 al Presidente della Repubblica, 4 alle supreme magistrature, 7 al Parlamento (tre nominati dalla Camera e quattro dal Senato Federale integrato dai Presidenti delle Giunte delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano).
Non si capisce perche' cambiare un metodo di equispartizione, solo per dare piu' controllo del Parlamento sulla Corte Costituzionale.
OBBLIGHI INTERNAZIONALI
La potesta' legislativa di Stato e regioni deve oggi rispettare la Costituzione, ma anche gli obblighi internazionali: quest'ultimo vincolo sparisce dalla nuova proposta. Fra tali obblighi vi e' la percentuale del Pil per i Paesi poverissimi e l'impegno contro l'inquinamento (Kyoto). Inoltre fra gli obblighi internazionali vi e' anche il trattato e il concordato con la Santa Sede, che in base a questa modifica dell'art. 117 potrebbero essere violati anche da singole regioni.
Chiara modifica anti europea.
Non e' facile districarsi nelle modifiche costituzionali per le quali votiamo a questo referendum, ho cercato di informarmi e riporto qui sotto alcuni punti con mie considerazioni. La piu' importante pero', per cui votero' sicuramente NO e' che bisogna votare le riforme in toto, per cui anche se alcune cose non sono male, nell'insieme non mi sento di approvarle, anche perche' sono state fatte solo dalla ex-maggioranza senza una discussione con l'opposizione. Certo non e' facile metterli d'accordo pero' bisogna almeno provarci.
SALUTE E SANITA'
Non è più prevista la competenza concorrente Stato-Regioni in materia sanitaria.
Allo Stato resta la "tutela della salute, sicurezza e qualità alimentari".
Viene demandata alle Regioni la competenza legislativa in materia di "assistenza e organizzazione sanitaria", "organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche" e di "definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico della Regione".
Infine, la competenza legislativa in materia di "polizia amministrativa regionale e locale".
E' previsto, peraltro, il potere del Parlamento in seduta comune, attivato su iniziativa del Governo, di annullare una legge regionale qualora si ritenga che rechi pregiudizio all’interesse nazionale.
Dare piu' potere alle regioni in materie cosi' delicate mi pare pericoloso, se da una parte potrebbe spingere ad un miglioramento, perche' se per curarsi non si puo' piu' andare in un'altra regione si pretendera' di piu' dalla propria, dall'altra si creano troppe differenze fra cittadini, almeno per tutto il periodo che servira' per rendere uguali i livelli di assistenza.
Ma peggio mi pare l'istruzione: quali sarebbero le materie di "interesse specifico regionale"? siamo diversi in Italia ma non cosi' tanto. Io sono per la scuola statale e non privata figuriamoci se mi piace quella regionale!!!
L'ultimo punto poi con la possibilita' del Governo di bocciare le leggi regionali pare una norma che lascia effettiva autonomia solo alle Regioni che esprimono la stessa maggioranza politica del potere centrale.
IL BICAMERALISMO IMPERFETTO
Il Senato sarà eletto su base regionale, in concomitanza con il rinnovo dei singoli Consigli Regionali e dovrà garantire la rappresentanza territoriale di tutte le Regioni. Poiché le elezioni dei Consigli Regionali non avvengono tutte contemporaneamente, il Senato diventerà un organo permanente, soggetto a rinnovi parziali in dipendenza della vita dei singoli Consigli Regionali e non avrà quindi più una durata predeterminata.
È previsto che, a seconda dell’oggetto, vi siano leggi perfettamente bicamerali, per le quali rimane (come oggi) la competenza di entrambi i rami del Parlamento, e leggi solo eventualmente bicamerali, così definite perché sono devolute alla competenza di uno dei due rami del Parlamento e per le quali l’altra Camera ha solo il potere di proporre modifiche.
Su questo fatico ad esprimere un giudizio mi pare pero' una situazione un po' confusa, con due camere diverse che si palleggiano le competenze; il bicameralismo perfetto di ora non e' forse 'perfetto' perche' i due passaggi obbligatori possono aiutare la democrazia ma anche rallentare le leggi. Continuo a non vedere la grande utilita' della devolution ne' quindi l'uilita' di avere un senato con competenze specifiche sulle regioni.
PRIMO MINISTRO E GOVERNO
Il Primo Ministro è designato dagli elettori, non più come capo di una coalizione ma come premier che dura in carica tutta la legislatura (salva l’ipotesi di “sfiducia costruttiva”). A lui spetta il potere di sciogliere le camere, di nominare e di cambiare i ministri, rimanendo al Presidente della Repubblica solo un intervento di ratifica e di presa d’atto delle scelte del premier.
La sfiducia, che può essere votata dalla sola Camera dei Deputati nei confronti del Primo Ministro, lo obbliga alle dimissioni, ma queste determinano lo scioglimento della Camera e la fine della legislatura.
Viene inserita la "sfiducia costruttiva": la Camera vota la sfiducia accompagnata dalla designazione di un nuovo primo ministro, che pero' deve essere votato dagli stessi deputati appartenenti alla maggioranza espressa dalle elezioni in numero non inferiore alla maggioranza dei componenti della camera (norma anti-ribaltone).
Questo e' il punto piu' discusso: il premierato forte. Si dice che c'e' in tutta europa e ammetto che non so come funziona esattamente negli altri paesi. Questa riforma pero' mi pare metta troppo potere nelle mani di un uomo solo, lega troppo il governo al primo ministro rendendo ricattabili i Ministri e il governo stesso. L'unica cosa buona mi pare la norma anti-ribaltone: non avevo votato Prodi per avere D'Alema!!!
CORTE COSTITUZIONALE
Dei quindici giudici che compongono la Corte Costituzionale, 5 sono nominati dal Presidente della Repubblica, 5 da Camera e Senato in seduta comune e 5 dai giudici delle supreme magistrature (Corte di Cassazione, Consiglio di Stato e Corte dei Conti).
La legge di riforma costituzionale prevede: 4 al Presidente della Repubblica, 4 alle supreme magistrature, 7 al Parlamento (tre nominati dalla Camera e quattro dal Senato Federale integrato dai Presidenti delle Giunte delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano).
Non si capisce perche' cambiare un metodo di equispartizione, solo per dare piu' controllo del Parlamento sulla Corte Costituzionale.
OBBLIGHI INTERNAZIONALI
La potesta' legislativa di Stato e regioni deve oggi rispettare la Costituzione, ma anche gli obblighi internazionali: quest'ultimo vincolo sparisce dalla nuova proposta. Fra tali obblighi vi e' la percentuale del Pil per i Paesi poverissimi e l'impegno contro l'inquinamento (Kyoto). Inoltre fra gli obblighi internazionali vi e' anche il trattato e il concordato con la Santa Sede, che in base a questa modifica dell'art. 117 potrebbero essere violati anche da singole regioni.
Chiara modifica anti europea.
mercoledì 21 giugno 2006
Dio e' morto
Ho avuto vari commenti via mail e di persona al post sui pacs (nessuno purtroppo sul blog) e rispondo globalmente col testo di Dio e' morto di Guccini che gia' nel lontano 1965 indicava a causa di quali cose Dio e' morto e a causa di quali e' risorto
Ho visto
la gente della mia età andare via
lungo le strade che non portano mai a niente
cercare il sogno che conduce alla pazzia
nella ricerca di qualcosa che non trovano
nel mondo che hanno già
dentro le notti che dal vino son bagnate
dentro le stanze da pastiglie trasformate
dentro le nuvole di fumo
nel mondo fatto di città
essendo contro ed ingoiare
la nostra stanca civiltà.
È un Dio che è morto
ai bordi delle strade, Dio è morto
nelle auto prese a rate, Dio è morto
nei miti dell'estate, Dio è morto.
M'han detto
che questa mia generazione ormai non crede
in ciò che spesso han mascherato con la fede
nei miti eterni della patria e dell'eroe
perché è venuto ormai il momento di negare
tutto ciò che è falsità
le fedi fatti di abitudini e paura
una politica che è solo far carriera
il perbenismo interessato
la dignità fatta di vuoto
l'ipocrisia di chi sta sempre
con la ragione e mai col torto.
È un Dio che è morto
nei campi di sterminio, Dio è morto
coi miti della razza, Dio è morto
con gli odi di partito, Dio è morto.
Io penso
che questa mia generazione è preparata
a un mondo nuovo e a una speranza appena nata
ad un futuro che ha già in mano,
a una rivolta senza armi
perché noi tutti ormai sappiamo
che se Dio muore è per tre giorni
e poi risorge.
In ciò che noi crediamo Dio è risorto,
in ciò che noi vogliamo Dio è risorto,
nel mondo che faremo Dio è risorto!
Ho visto
la gente della mia età andare via
lungo le strade che non portano mai a niente
cercare il sogno che conduce alla pazzia
nella ricerca di qualcosa che non trovano
nel mondo che hanno già
dentro le notti che dal vino son bagnate
dentro le stanze da pastiglie trasformate
dentro le nuvole di fumo
nel mondo fatto di città
essendo contro ed ingoiare
la nostra stanca civiltà.
È un Dio che è morto
ai bordi delle strade, Dio è morto
nelle auto prese a rate, Dio è morto
nei miti dell'estate, Dio è morto.
M'han detto
che questa mia generazione ormai non crede
in ciò che spesso han mascherato con la fede
nei miti eterni della patria e dell'eroe
perché è venuto ormai il momento di negare
tutto ciò che è falsità
le fedi fatti di abitudini e paura
una politica che è solo far carriera
il perbenismo interessato
la dignità fatta di vuoto
l'ipocrisia di chi sta sempre
con la ragione e mai col torto.
È un Dio che è morto
nei campi di sterminio, Dio è morto
coi miti della razza, Dio è morto
con gli odi di partito, Dio è morto.
Io penso
che questa mia generazione è preparata
a un mondo nuovo e a una speranza appena nata
ad un futuro che ha già in mano,
a una rivolta senza armi
perché noi tutti ormai sappiamo
che se Dio muore è per tre giorni
e poi risorge.
In ciò che noi crediamo Dio è risorto,
in ciò che noi vogliamo Dio è risorto,
nel mondo che faremo Dio è risorto!
lunedì 19 giugno 2006
I Cpt sono ormai solo prigioni, vanno cambiati
Venerdì 16 giugno 2006 il Cardinal Renato Raffaele Martino presidente del Pontificio consiglio Giustizia e Pace parlando a margine della presentazione della Coalizione internazionale sulla detenzione di rifugiati richiedenti asilo, organizzata presso la sede della Radio Vaticana dal Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS) ha detto:
"La detenzione arbitraria avvelena la società umana, danneggia coloro che la praticano e coloro che la subiscono".
"I rifugiati e gli immigrati dovrebbero essere accolti come persone e aiutati, insieme alle loro famiglie, a integrarsi nella società: dobbiamo accoglierli a braccia aperte e con spirito di solidarietà".
"I CPT sono ridotti ormai a vere prigioni dove si violano sistematicamente i diritti dell'uomo e luoghi dove viene umiliata la dignità umana".
"Si tratta di una soluzione che va scoraggiata pensando, invece, a soluzioni alternative dal punto di vista legislativo."
"La Chiesa proclama i diritti umani e quindi se c'è offesa a questi ultimi, le leggi non possono che apparire ingiuste. I rifugiati e gli immigrati rinchiusi in questi centri non hanno commesso nessun crimine se non quello di arrivare in Italia per una speranza di salvezza; la reclusione per loro non mi sembra una pena meritata, il quadro normativo va ripensato"
"Gli sbarchi di clandestini sulle coste italiane e la realta' dei cpt sono solo la 'punta dell'iceberg', la comunita' internazionale dovrebbe mobilitarsi per correre in soccorso a questa gente nei loro Paesi d'origine, esercitando carita' cristiana e quella 'globalizzazione della solidarieta' a cui ha fatto spesso riferimento Giovanni Paolo II, in modo di dotare questi popoli delle capacita' tecnologiche, economiche e culturali per diventare protagonisti del proprio stesso sviluppo".
"La detenzione arbitraria avvelena la società umana, danneggia coloro che la praticano e coloro che la subiscono".
"I rifugiati e gli immigrati dovrebbero essere accolti come persone e aiutati, insieme alle loro famiglie, a integrarsi nella società: dobbiamo accoglierli a braccia aperte e con spirito di solidarietà".
"I CPT sono ridotti ormai a vere prigioni dove si violano sistematicamente i diritti dell'uomo e luoghi dove viene umiliata la dignità umana".
"Si tratta di una soluzione che va scoraggiata pensando, invece, a soluzioni alternative dal punto di vista legislativo."
"La Chiesa proclama i diritti umani e quindi se c'è offesa a questi ultimi, le leggi non possono che apparire ingiuste. I rifugiati e gli immigrati rinchiusi in questi centri non hanno commesso nessun crimine se non quello di arrivare in Italia per una speranza di salvezza; la reclusione per loro non mi sembra una pena meritata, il quadro normativo va ripensato"
"Gli sbarchi di clandestini sulle coste italiane e la realta' dei cpt sono solo la 'punta dell'iceberg', la comunita' internazionale dovrebbe mobilitarsi per correre in soccorso a questa gente nei loro Paesi d'origine, esercitando carita' cristiana e quella 'globalizzazione della solidarieta' a cui ha fatto spesso riferimento Giovanni Paolo II, in modo di dotare questi popoli delle capacita' tecnologiche, economiche e culturali per diventare protagonisti del proprio stesso sviluppo".
lunedì 12 giugno 2006
I pacs, la Chiesa e l'eclissi di Dio
Mi e' arrivato l'altro giorno da Masada questo post, e' un po' cattivo ma tutto sommato vero, non saprei che rispondere.
Con un'immagine molto sobria e ricca di understatement, in Vaticano si e'parlato ieri dell'Eclisse di Dio. Dio si e' eclissato e lascia il Mondo al suo sfascio e alle sue miserie, facendoci mancare il suo intervento salvifico e redentore.
In che cosa si vede l'Eclisse di Dio? Nella Shoah? Nei milioni di bambini morti per fame? Nella piaga dell'Aids che sta flagellando tutta l'Africa? Nella miseria? Nel depauperamento ambientale? Nelle 1000 guerre inutili? Nei bambini soldato? Nel consumismo senza principi? Nella perdita di dignita' del lavoro? Nella sopraffazione dei forti sui deboli? Nel traffico di organi? Nel turismo sessuale e nella pornografia infantile? Nei preti o alte figure ecclesiastiche che sono state implicate in storie di pedofilia? Nello scandalo dello IOR e del Banco Ambrosiano?
No, naturalmente. L'Eclisse di Dio e' nei Pacs. C'e' un che di grottesco in questo anziano sacerdote tedesco, che dedica giorno e notte tutte le sue energie e investe la totalita' del suo indubbio ed innegabile ingegno, della sua cultura sconfinata, della sua enorme conoscenza teologica in un solo, unico obiettivo: impedire che magari (anche) due anziani conviventi possano avere la reversibilita' della
pensione!...
Sui pacs dico la mia: non capisco perche' serva un'altro modo di definire la coppia, visto che esiste gia' il matrimonio. Per quanto riguarda le coppie gay, per le quali spesso si pensa servano i pacs, io sono favorevole al matrimonio.
Come sempre mi pare ci siano posizioni preconcette e poca chiarezza: occorrerebbe fare una profonda riflessione su cosa vuol dire Matrimonio, per i credenti, per i laici, per tutte le varie idee che una persona puo' avere. Stabilito questo si vedra' che fare.
Io penso che nella societa' abbia una grande importanza il matrimonio, come base della via stessa della societa', che debba essere un'istituzione solida, quindi appoggiata dallo stato (soprattutto quando e' completata dai figli), con aiuti economici, con leggi chiare per la tutela dei figli e per l'eventuale rottura della coppia. Penso che chi si sposa debba prendere chiari impegni verso il coniuge e gli eventuali figli e ricevere chiari benefici per portare avanti un'istituzione cosi' importante. Chi non si vuole sposare, per qualunque motivo, non ricevera' gli stessi benefici (ovviamente questo discorso non riguarda i figli che non dovranno essere discriminati in base alla famiglia di provenienza). Per le coppie omosessuali non vedo impedimenti ad entrare in questo circuito diritti-doveri. Lo spauracchio delle adozioni ad omosessuali, mi pare ideologico: come per le coppie etero decidera' il giudice, che gia' ora ha il potere di dichiarare adatta o no all'adozione una famiglia. Comunque in questo momento visto che ci sono piu' domande che bambini adottabili, dubito che una coppia gay abbia possibilita' di adottare un figlio.
Con un'immagine molto sobria e ricca di understatement, in Vaticano si e'parlato ieri dell'Eclisse di Dio. Dio si e' eclissato e lascia il Mondo al suo sfascio e alle sue miserie, facendoci mancare il suo intervento salvifico e redentore.
In che cosa si vede l'Eclisse di Dio? Nella Shoah? Nei milioni di bambini morti per fame? Nella piaga dell'Aids che sta flagellando tutta l'Africa? Nella miseria? Nel depauperamento ambientale? Nelle 1000 guerre inutili? Nei bambini soldato? Nel consumismo senza principi? Nella perdita di dignita' del lavoro? Nella sopraffazione dei forti sui deboli? Nel traffico di organi? Nel turismo sessuale e nella pornografia infantile? Nei preti o alte figure ecclesiastiche che sono state implicate in storie di pedofilia? Nello scandalo dello IOR e del Banco Ambrosiano?
No, naturalmente. L'Eclisse di Dio e' nei Pacs. C'e' un che di grottesco in questo anziano sacerdote tedesco, che dedica giorno e notte tutte le sue energie e investe la totalita' del suo indubbio ed innegabile ingegno, della sua cultura sconfinata, della sua enorme conoscenza teologica in un solo, unico obiettivo: impedire che magari (anche) due anziani conviventi possano avere la reversibilita' della
pensione!...
Sui pacs dico la mia: non capisco perche' serva un'altro modo di definire la coppia, visto che esiste gia' il matrimonio. Per quanto riguarda le coppie gay, per le quali spesso si pensa servano i pacs, io sono favorevole al matrimonio.
Come sempre mi pare ci siano posizioni preconcette e poca chiarezza: occorrerebbe fare una profonda riflessione su cosa vuol dire Matrimonio, per i credenti, per i laici, per tutte le varie idee che una persona puo' avere. Stabilito questo si vedra' che fare.
Io penso che nella societa' abbia una grande importanza il matrimonio, come base della via stessa della societa', che debba essere un'istituzione solida, quindi appoggiata dallo stato (soprattutto quando e' completata dai figli), con aiuti economici, con leggi chiare per la tutela dei figli e per l'eventuale rottura della coppia. Penso che chi si sposa debba prendere chiari impegni verso il coniuge e gli eventuali figli e ricevere chiari benefici per portare avanti un'istituzione cosi' importante. Chi non si vuole sposare, per qualunque motivo, non ricevera' gli stessi benefici (ovviamente questo discorso non riguarda i figli che non dovranno essere discriminati in base alla famiglia di provenienza). Per le coppie omosessuali non vedo impedimenti ad entrare in questo circuito diritti-doveri. Lo spauracchio delle adozioni ad omosessuali, mi pare ideologico: come per le coppie etero decidera' il giudice, che gia' ora ha il potere di dichiarare adatta o no all'adozione una famiglia. Comunque in questo momento visto che ci sono piu' domande che bambini adottabili, dubito che una coppia gay abbia possibilita' di adottare un figlio.
mercoledì 7 giugno 2006
Aborto umanitario
Copio questo bellissimo articolo da Vita
Quegli aborti nei balcani di Claudio Camarca
C' è il conflitto umanitario. Le bombe intelligenti. I mercenari di pace. Una volta esistevano i campi di lavoro. Sormontati dall'illuministica indicazione, «il lavoro rende liberi». Da ieri qualcuno ha coniato l'ossimoro di «aborto umanitario». Un ulteriore passo in avanti in direzione della dittatura della parola. Quasi che fosse possibile piegare la realtà a verbo. Prendere la verità e farne letteratura. Qualche anno addietro mi trovavo nei Balcani. In giro per campi profughi e villaggi fantasma. Ero lì per scrivere un libro. Su quelli che fuggono e quegli altri che accolgono. Mi imbattei in tante storie. Una, narrava di donne. Un gruppo di venti ragazze stuprate dai serbi bosniaci in nome della pulizia etnica (ci risiamo con gli ossimori). Violentate e messe incinta dagli assassini del padre e dei fratelli. Disperate. Per il presente e per il futuro. Un mostro che pareva ingoiarle senza tributare onori. Ecco, in quei giorni sentii parlare di aborto umanitario. Tra le lacrime e i singhiozzi. I tentativi di suicidio. Perché una cosa deve risultare chiara. L'aborto è un dramma. Sempre. Per ognuna delle donne che prende su di sé la decisione. E per quel piccolo scagliato fuori dai confini del mondo. Non è come cavarsi un dente. L'aborto scava in profondità. E forse sarebbe il caso di finirla di parlarne come una tra le opzioni possibili. Sospesa tra il preservativo e la pillola del giorno dopo. Sarebbe il caso di costruire una società davvero a misura di madre e di bambino. Una società in cui la spesa per i pannolini venga rimborsata, il latte in polvere sia a carico dello Stato, la prima casa agevolata senza costringere a traversare le forche caudine dei mutui bancari a tasso variabile. Sarebbe forse il caso di pensare una politica aperta alla vita. Rifiutare l'opzione di morte. Per i nostri bambini e per i nostri vecchi. Fare comunità. Nel tentativo di essere compassionevoli, e giusti.
Quegli aborti nei balcani di Claudio Camarca
C' è il conflitto umanitario. Le bombe intelligenti. I mercenari di pace. Una volta esistevano i campi di lavoro. Sormontati dall'illuministica indicazione, «il lavoro rende liberi». Da ieri qualcuno ha coniato l'ossimoro di «aborto umanitario». Un ulteriore passo in avanti in direzione della dittatura della parola. Quasi che fosse possibile piegare la realtà a verbo. Prendere la verità e farne letteratura. Qualche anno addietro mi trovavo nei Balcani. In giro per campi profughi e villaggi fantasma. Ero lì per scrivere un libro. Su quelli che fuggono e quegli altri che accolgono. Mi imbattei in tante storie. Una, narrava di donne. Un gruppo di venti ragazze stuprate dai serbi bosniaci in nome della pulizia etnica (ci risiamo con gli ossimori). Violentate e messe incinta dagli assassini del padre e dei fratelli. Disperate. Per il presente e per il futuro. Un mostro che pareva ingoiarle senza tributare onori. Ecco, in quei giorni sentii parlare di aborto umanitario. Tra le lacrime e i singhiozzi. I tentativi di suicidio. Perché una cosa deve risultare chiara. L'aborto è un dramma. Sempre. Per ognuna delle donne che prende su di sé la decisione. E per quel piccolo scagliato fuori dai confini del mondo. Non è come cavarsi un dente. L'aborto scava in profondità. E forse sarebbe il caso di finirla di parlarne come una tra le opzioni possibili. Sospesa tra il preservativo e la pillola del giorno dopo. Sarebbe il caso di costruire una società davvero a misura di madre e di bambino. Una società in cui la spesa per i pannolini venga rimborsata, il latte in polvere sia a carico dello Stato, la prima casa agevolata senza costringere a traversare le forche caudine dei mutui bancari a tasso variabile. Sarebbe forse il caso di pensare una politica aperta alla vita. Rifiutare l'opzione di morte. Per i nostri bambini e per i nostri vecchi. Fare comunità. Nel tentativo di essere compassionevoli, e giusti.
Prostituzione (e Mondiali)
Oggi mi e' arrivata una mail sul problema della prostituzione ai prossimi mondiali di calcio in Germania. Il tono era un po' profetico ma il problema reale e non solo ai mondiali. Poco si parla dello sfruttamento delle donne, spesso portate con l'inganno dai loro paesi e poi costrette a prostituirsi. La prostituta alla Pretty woman: bella, allegra, che lo fa per scelta e' un mito. La maggior parte delle ragazze sulle nostre strade sono minorenni, straniere, costrette con la forze, le botte, le minacce a prostituirsi. L'altra sera ho visto alle Iene un servizio sui paradisi del sesso: alla fine faceva vedere alcune ragazze (bambine?) picchiate, stuprate, costrette ad abortire e chiedeva: Volete andare ancora con le prostitute bambine? E' uno dei tanti problemi rimossi della nostra societa': in Italia c'e' sempre piu' richiesta di sesso a pagamento e quindi sempre piu' offerta, le organizzazioni criminali si organizzano e i bravi cittadini utilizzano. Si alzano poche voci: don Benzi e pochi altri, alla politica non interessa, tanto non votano, ai cittadini solo quando scocciano sotto casa, alla polizia solo per rare retate.
Allego due link: uno al sito del C-FAM dove si puo' firmare una petizione per fermare lo sfruttamento della prostituzione ai mondiali di calcio, e uno all'articolo del Corriere: Mondiali, casa del sesso più grande d'Europa
Allego due link: uno al sito del C-FAM dove si puo' firmare una petizione per fermare lo sfruttamento della prostituzione ai mondiali di calcio, e uno all'articolo del Corriere: Mondiali, casa del sesso più grande d'Europa
martedì 6 giugno 2006
Quanti morti ancora? (2)
Ancora morti italiani
Linko un bell'articolo da pacereporter
e uno pessimo di Riotta
Che dire? Quando dal rapporot SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute) vediamo che la spesa annua militare nel mondo e’ di 975 miliardi di dollari, cosa altro possiamo aspettarci? Siamo ancora lontani da un'economia di pace e non di guerra, anzi siamo tornati indietro: mi ricordo quando facevo il militare io (1989-90) la guerra era una cosa remota, impossibile, che si faceva in qualche stato africano lontano. L'esercito era considerato una struttura obsoleta, inutile e costosa. Poi gia' alla fine del mio servizio militare e' scoppiata la guerra in Iraq e anche noi siamo stati coinvolti. Poi e' stato un crescendo: Kossovo, Afganistan, Iraq; e ora non e' strano che dei nostri soldati non solo siano in giro per il mondo, non solo facciano operazioni di peacekeeping, ma anche che uccidano e muoiano.
Dobbiamo ancora lavorare molto ma dobbiamo rendere la guerra una cosa inaccettabile
Linko un bell'articolo da pacereporter
e uno pessimo di Riotta
Che dire? Quando dal rapporot SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute) vediamo che la spesa annua militare nel mondo e’ di 975 miliardi di dollari, cosa altro possiamo aspettarci? Siamo ancora lontani da un'economia di pace e non di guerra, anzi siamo tornati indietro: mi ricordo quando facevo il militare io (1989-90) la guerra era una cosa remota, impossibile, che si faceva in qualche stato africano lontano. L'esercito era considerato una struttura obsoleta, inutile e costosa. Poi gia' alla fine del mio servizio militare e' scoppiata la guerra in Iraq e anche noi siamo stati coinvolti. Poi e' stato un crescendo: Kossovo, Afganistan, Iraq; e ora non e' strano che dei nostri soldati non solo siano in giro per il mondo, non solo facciano operazioni di peacekeeping, ma anche che uccidano e muoiano.
Dobbiamo ancora lavorare molto ma dobbiamo rendere la guerra una cosa inaccettabile
lunedì 5 giugno 2006
Di chi mi tocca parlare bene
Dopo Rutelli debbo parlar bene di Mastella.
Dall'ANSA:
Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, promuovera' un provvedimento di amnistia e di indulto ''quando il parlamento sara' nel pieno delle sue funzioni con l'istituzione delle commissioni parlamentari''. Il guardasigilli lo ha annunciato ai detenuti di Regina Coeli, ai quali ha fatto visita nel pomeriggio in occasione della festa della Repubblica e della lettura delle lettere da carcere di Alcide De Gasperi. "L'amnistia non e' un atto mio solitario. Fosse stato cosi' l'avrei gia' fatto. Evidentemente posso promuoverlo e lo faro. Se finora non l'ho fatto e' perche' serve la pienezza delle commissioni parlamentari".
L'urgenza, pero' esiste - perche' - fa notare il guardasigilli "bisogna umanizzare le carceri il cui sovraffollamento ha raggiunto l'intollerabile." "Che la popolazione carceraria sia eccedente - aggiunge - e' un fatto su cio' non si pupo far finta di nulla". Mastella, pero', invita i detenuti a "fermare gli entusiasmi": "Proporro' l'amnistia e l'indulto - dice - ma nessuno ipotechi il tempo necessario." "L'impegno c'e' - aggiunge Mastella - applaudite dopo che il provvedimento di clemenza verra' varato."
Fra tutti i ministri da cui mi sarei aspettato uscite positive e ad effetto l'ultimo e' Mastella, ma tant'e', speriamo che alle parole seguano i fatti.
Vorrei ricordare ai miei amici catto-destroidi che il papa si reco ' in parlamento per richiedere l'amnistia ma il governo di destra cosi' vicino alle istanze dei cattolici se ne frego' altamente.
giovedì 1 giugno 2006
...e ora opposizione!!!
Si era detto: Votiamo Prodi e poi facciamo opposizione. Ed eccomi qua: dopo alcune cose positive come il no al ponte sullo stretto, il ritiro delle truppe dall'Iraq, la grazia a Bompressi, Visco che annuncia la fine dei condoni, tavoli di confronto sulla Tav che si riaprono... ecco la prima uscita infelice: Mussi toglie la firma italiana dalla «Dichiarazione etica» con cui insieme ad Austria, Germania, Polonia, Slovacchia e Malta l'Italia aveva espresso una posizione contraria alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Mussi ha aggiunto: «Spero che la legge italiana in materia di ricerca sulle staminali venga cambiata, però finché c'è la si rispetta». Vabbe' che i referendum non sono mai contati nulla, ma ci siamo espressi (o non espressi) proprio su questo con una maggioranza schiacciante. Una volta tanto debbo elogiare Rutelli che dichiara:«Su materie di tanta sensibilità e delicatezza etica, sarà un orientamento collegiale a esprimere la posizione del governo». Speriamo bene
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