E io ti ho sollevata figlia per vederlo megilo, io che non parto e sto a guardarti finche' rimango sveglio R.Vecchioni - Stranamore Appartengono alla letteratura tutti i libri che si possono leggere due volte. Nicolás Gómez Dávila Anche un orologio rotto segna l'ora giusta due volte al giorno N.N. Ho una collezione di conchiglie immensa. La tengo sparsa per le spiagge di tutto il mondo. Steven Wright Mettere in ordine la casa mentre i tuoi figli sono ancora piccoli è come spalare il viale prima che smetta di nevicare. Phyllis Diller Le mie opinioni possono essere cambiate, ma non il fatto che ho ragione Ashleigh Brillant Non voglio raggiungere l'immortalità con il mio lavoro. Voglio arrivarci non morendo Woody Allen Non temere che la fine del mondo arrivi oggi. In Australia è già domani Charles Schultz Prima vennero per i comunisti, e io non dissi nulla perché non ero comunista. Poi vennero per i socialdemocratici io non dissi nulla perché non ero socialdemocratico Poi vennero per i sindacalisti, e io non dissi nulla perché non ero sindacalista. Poi vennero per gli ebrei, e io non dissi nulla perché non ero ebreo. Poi vennero a prendere me. E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa. Martin Niemöller I vescovi cubani a Roma, striscione in piazza San Pietro: Dio c'e' guevara Fiorello Baldini - Viva Radio 2 Senti che fuori piove, senti che bel rumore V. Rossi - Sally La Terra possiede risorse sufficienti per provvedere ai bisogni di tutti, ma non all’avidita’ di alcuni. Ghandi Sei cattivo? Mangia le cipolle Gioia "Come... Come ho fatto ad arrivare qui?" "Ci vorrebbe un altro terrestre per spiegarlo. I terrestri sono bravissimi a spiegare le cose, a dire perchè questo fatto è strutturato in questo modo, o come si possono provocare o evitare altri eventi. Io sono un talfamadoriano, e vedo tutto il tempo come lei potrebbe vedere un tratto delle Montagne Rocciose. Tutto il tempo è tutto il tempo. Non cambia. Non si presta ad avvenimenti o spiegazioni. E' e basta. Lo prenda momento per momento, e vedrà che siamo tutti, come ho detto prima, insetti nell'ambra." "Lei mi ha l'aria di non credere nel libero arbitrio" disse Billy Pilgrim Kurt Vonnegut - Mattatoio N. 5 Gli aerei americani, pieni di fori e di feriti e di cadaveri decollavano all'indietro da un campo di aviazione in Inghilterra. Quando furono sopra la Francia, alcuni caccia tedeschi li raggiunsero, sempre volando all'indietro, e succhiarono proiettili e schegge da alcuni degli aerei e degli aviatori. Fecero lo stesso con alcuni bombardieri americani distrutti, che erano a terra e poi decollarono all'indietro, per unirsi alla formazione. Lo stormo, volando all'indietro, sorvolò una città tedesca in fiamme. I bombardieri aprirono i portelli del vano bombe, esercitarono un miracoloso magnetismo che ridusse gli incendi e li raccolse in recipienti cilindrici d'acciaio, e sollevarono questi recipienti fino a farli sparire nel ventre degli aerei. I contenitori furono sistemati ordinatamente su alcune rastrelliere. Anche i tedeschi, là sotto, avevano degli strumenti portentosi, costituiti da lunghi tubi d'acciaio. Li usavano per succhiare altri frammenti dagli aviatori e dagli aerei. Ma c'erano ancora degli americani feriti, e qualche bombardiere era gravemente danneggiato. Sopra la Francia, però, i caccia tedeschi tornarono ad alzarsi e rimisero tutto a nuovo. Quando i bombardieri tornarono alla base, i cilindri d'acciaio furono tolti dalle rastrelliere e rimandati negli Stati Uniti, dove c'erano degli stabilimenti impegnati giorno e notte a smantellarli, a separarne il pericoloso contenuto e a riportarlo allo stato di minerale. Cosa commovente, erano soprattutto donne a fare questo lavoro. I minerali venivano poi spediti a specialisti in zone remote. Là dovevano rimetterli nel terreno e nasconderli per bene in modo che non potessero mai più fare male a nessuno. Kurt Vonnegut - Mattatoio N. 5 La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci I. Asimov - Salvor Hardin, Foundation Col. Kurtz: Lei e’ un assassino? Cap. Willard: Sono un soldato. Col. Kurtz: Ne’ l' uno ne’ l' altro. Lei e’ un garzone di bottega che e’ stato mandato dal droghiere a incassare i debiti sospesi Apocalypse Now Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi diro’ che, nel vostro senso io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati ed oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri. don Milani La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza G. Orwell - 1984 Purtroppo, oggi, sul palcoscenico del mondo noi occidentali siamo insieme i soli protagonisti ed i soli spettatori, e così, attraverso le nostre televisioni ed i nostri giornali, non ascoltiamo che le nostre ragioni, non proviamo che il nostro dolore Tiziano Terzani La religione non e' verita', la verita' e' religione Ghandi Avete notato che tutti coloro che sono a favore del controllo delle nascite sono gia' nati? Benny Hill E risuona il mio barbarico yawp sui tetti del mondo W. Wytman - Leaves of grass C'è chi sale e c'è chi scende e c'è chi, come me, sta sdraiato in mezzo a una strada N.N Sono rimasto con un pugno di mosche morte in mano Steve I believe in God And I believe that God Believes in Claude Hair - Manchester England England Come ti senti ragazzo? Cattivo e figlio di puttana signore! Apocalypse now Dio interamente si fece uomo, ma uomo fino all'infamia, uomo fino alla dannazione e all'abisso. Per salvarci, avrebbe potuto scegliere uno qualunque dei destini che tramano la perplessa rete della storia; avrebbe potuto essere Alessandro o Pitagora o Rurik o Gesù; scelse un destino infimo: fu Giuda J.L. Borges - Finzioni: Tre versioni di Giuda Poi riflettei che ogni cosa, a ogniuno, accade precisamente, precisamente ora. secoli e secoli, e solo nel presente accadono i fatti; innumerevoli uomini nell'aria, sulla terra e sul mare, etutto ciò che arealmete accade, accade a me J.L. Borges - Finzioni: Il giardino dei sentieri che si biforcano Richy: Ho preso 8 nel compito di francese, per questo ho studiato tutta notte Potsy: Io invece sono andato male, ma ho dormito benissimo Happy days Egoista, certo, perchè no, perchè non dovrei esserlo, quando c'ho il mal di stomaco con chi potrei condividerlo? V. Rossi - Cosa succede in città Gli uomini di Bologna sono i più gentili, mordaci e dabbene di tutta Italia, per cui anche avendoli amici, e amici di tutita prova, bisogna permetter loro di dir male e di prendersi beffe di voi, almeno un paio di volte al mese. Senza questo sfogo creperebbero; voi ne perdereste degli amici servizievoli e devoti, ed il mondo degli spiritni allegri e frizzanti. Quanto alle donne sono le più liete e disimpacciate che si possono desiderare.... I. Nievo - Le memorie di un ottuagenario Umano è quello che fannno gli uomini Soprannaturale è quello che fanno i santi No Umano è quello che fai tu Soprannaturale è quello che dovresti fare tu Kyra Bene, voi lo spate quanto me, le ragazze non sono realmente morali. Sa il cielo che noi abbiamo abbastanza nella testa per riuscire ad essere a un tempo queste due difficili cose: pratiche e romantiche. Sono assolutamente certa che non è mai vissuta una sola ragazza in possesso di una vera coscienza. I ragazzi hanno una morale, le ragazze hanno canoni standard. Questa è pressapoco l'unica grande e profonda differenza che esiste fra ragazzi e ragazze. Forse ecco perchè tutte le grandi religioni le hanno inventate i ragazzi, mentre le ragazze, a quanto pare, non sono destinate a inventare altro di più bello delle lettere d'amore e delle liste della spesa! D.Grubb - Le voci di Glory La donna non è una fortezza da espugnare, ma un giardino in cui passeggiare Kyra Ciò che apparente non ha senso è un po' difficile da spiegare, ma forse solo perchè ha ragioni più profonde di ciò che apparentemente il senso ce l'ha M.di Franco - 54 giorni sulla cima del monte bianco Il prossimo sono quelle persone che Dio ha mandato sulla terra per ricordarci che siamo soli Frate indovino Sono cose che si possono perdonare ma non dimenticare Kyra Lontano è ciò che lo è e profondo il profondo chi lo può toccare? Ecclesiaste 7-24 NULLI SE DICIT MULIER MEA NUBERE MALLE QUAM MIHI NON SE JUPITER IPSE PETAT DICIT: SED MULIER CUPIDO QUOD DICIT AMANTI IN VENTO ET RAPIDA SCRIBERE OPORTET AQUA La mia donna dice che preferisce concedere il suo amore a me che a chiunque altro, anche se la richiedesse lo stesso Giove. Dice: ma ciò che una donna dice all'amante impazzito di amore è meglio scriverlo nel vento e nell'acqua che scorre Catullo - Poema 70 Dopo un viaggio lungo e duro sono come una corda sfibrata e logora. Mi siedo e mi intreccio con nuovi fili... restando immobile sogno e ricordo i consigli di mio padre e le parole dei canti e le grida di tutti gli uccelli. Non parlo perchè ogni parola è una fibra che si strappa. Nessuno mi può toccare perchè ogni contatto porta via un pezzo di me. Anche tu devi imparare a fare altrettanto. Impara a stare in silenzio. Tracciati attorno un cerchio e non permettere anassuno di entrarvi M. West - Il navigatore Mi dici di avere pochi amici ma buoni. La dichiarazione, sta pur certo, è per la massa e per i bambini. E' una dichiarazione che vale per tutti quelli che non possono imporsi all'ambiente che li circonda. Per te, uomo valoro, apostolo deciso, la consegna è quest'altra: molti amici e cattivi- uanti umoni "cattivi" devono tornare a Cristo per l'amicizia di un apostolo di Dio J.U. Loidi - Il valore divino dell'umano ...ma lei non capì cosa intendevo e io detesto spiegare una metafora. O mi si capisce oppure no. Non sono mica un'esegeta H. Boll - Opinioni di un clown Quello che sta fuori, a questo mondo ciascuno "sta fuori" rispetto agli altri, trova una cosa sempre peggiore o migliore di quello che ci sta dentro, sia la "cosa" felicitrà o infelicità, pena d'amore o "decadenza artistica" H. Boll - Opinioni di un clown il suo sguardo, al risveglio, è come un uccello che muore all'improvviso in pieno volo e precipita, precipita nell'iimensità delle disperazione H. Boll - Il treno era in orario "Senza di me non potresti più vivere?" "Si" risponde lui, e il suo cuore è così pesante che non ce la fa a ridere, e pensa: ora dovrei aggiungere perchè ti amo, il che sarebbe vero e non vero. Se lo dicessi dovrei baciarla, e sarebbe una menzogna, tutto sarebbe una menzogna, eppure potrei dire in piena coscienza: Ti amo, ma dovrei poi dare una lunga, lunga spiegazione, una spiegazione che non conosco ancora io stesso. Ecco ancora i suoi occhi, molto dolci e amorevoli e felici, il contrario degli occhi che ho tanto desiderato... che tanto desidero... e ancora una volta egli dice, guardando in fondo a quegli occhi: "Senza di te non potrei più vivere" e adesso sorride... H. Boll - Il treno era in orario Io le cose, forse, le vedo troppo oggettivamente in astratto e troppo soggettivamente in concreto Kyra Si può realizzare qualcosa di veramente serio con uomini che hanno paura dell'acqua fredda in una mattina d'inverno? J.U. Loidi - Il valore divino dell'umano ...ma non si è soli quando un altro ti ha lasciato, si è soli se qualcuno non è mai venuto R. Vecchioni - Ultimo spettacolo Je ne cherche pas. Je trouve N.N. VOCATUS ATQUE NON VOCATUS, DEUS ADERIT Chiamato o no (il) dio sarà presente M.West - Un mondo di vetro Je crie l'amour sur le mur N.N. Io vorrei rivederti per fare l'amore, non sognarti quando il sogno comincia a finire R.Vecchioni - Vorrei Ma anche nel peccato, l'atto dell'amore, compiuto con amore, si adombra della divinità M.West - L'avvocato del diavolo (Noi) trascendiamo dai limiti umani per svaporare nella sfera dell'infinito e dell'indefinito ORA CI CHIAMIAMO SPAZIO la luce della rivelazione dell'Uno ci ha resi non più uomini della terra, ma componenti peculiari dell'incommensurabile infinità dello spazio Kyra

venerdì 14 dicembre 2007

Finanziaria in divisa

Da PeaceReporter

Ventun miliardi alla Difesa, Natale ricco per le aziende belliche

Le minacce del Ventunesimo secolo, evocate con forza sempre maggiore, dopo l'11 settembre, ad ogni vertice annuale della Nato, si chiamano terrorismo e armi di distruzione di massa. Entrambe hanno fatto della paura un elemento di strategia politica. E per contrastare la paura si affinano e si consolidano i sistemi di difesa. Ovvero: ci si arma. Secondo il Sipri (Istituto di studi per la pace di Stoccolma), nel mondo le spese militari sono cresciute nel 2006 del 3,5 percento rispetto all'anno precedente, superando i mille miliardi di dollari (quasi 680 milioni di euro). Nella classifica dei Paesi produttori di armi, l'Italia è al settimo posto, con 20 miliardi di euro. Il nostro Paese destina al settore difesa l'1,5 percento del proprio prodotto interno lordo.

Risorse sparse. Le spese militari rappresentano una delle voci più onerose nel bilancio del nostro Paese. Grazie alla Finanziaria, passata a fine estate al Senato per un pugno di voti e in attesa della votazione alla Camera, sono previsti stanziamenti per 23 miliardi e 352 milioni di euro (21 miliardi nel bilancio preventivo della Difesa, 2.424 aggiunti dalla Finanziaria). L'aumento rispetto al 2007 (la misura allora ammontava a 21 miliardi e 11 milioni) è dell'11,1 percento. Le previsioni di spesa per il comparto militare, invece di far capo solo al ministero della Difesa, sono disseminate nelle più disparate allocazioni: oltre alla Finanziaria e al bilancio della Difesa, come detto, i contributi spaziano dal ministero per l'Economia a quello dello Sviluppo economico. Essendo sparse in vari bilanci, le risorse rendono opaca la loro interpretazione. Vediamo di cominciare a far luce sulla loro allocazione, andando a verificare, punto per punto, dove e a cosa sono destinate le risorse stanziate nella Legge Finanziaria.

L'articolo 5, comma 12, stanzia un fondo di 107 milioni di euro per il pagamento dell'accisa (imposta) sui prodotti energetici delle Forze Armate.

All'articolo 21 del Disegno di Legge, il comma 1 cita: "Per l'organizzazione del vertice G8 previsto per l'anno 2009 è stanziata la somma di euro 30 milioni per l'anno 2008." Il vertice si terrà alla Maddalena, in Sardegna, da dove il mese scorso sono partiti 1.500 soldati Usa, nell'ambito della dismissione della base militare, che verrà definitivamente lasciata dalla Marina statunitense nel febbraio 2008.

L'articolo 22 integra con 30 milioni di euro il taglio del 15 percento della scorsa Finanziaria per la 'professionalizzazione' delle Forze Armate; stanzia inoltre 140 milioni di euro per 'garantire la capacità operativa' delle stesse. Venti milioni di euro vanno poi all'arsenale della Marina militare di Taranto e 40 per il funzionamento dell'Arma dei Carabinieri.

Nell'articolo 31 si propone l'allocazione di risorse per: 15 velivoli addestratori Aermacchi M346; 12 elicotteri Agusta Westland EH101; sistema di comunicazioni Sicote per i Carabinieri in funzione anti-terrorismo; progetto Soldato futuro; partecipazione, con la Francia, alla costruzione del satellite di comunicazioni Sicral 2. Per l'attuazione di tale piano sono autorizzati contributi quindicennali per un totale di 1 miliardo e 50 milioni di euro.

All'articolo 31, comma 2, figurano, per la partecipazione al programma del Caccia Eurofighter: 318 milioni di euro per il 2008, 468 per il 2009, 918 per il 2010, 1.100 per il 2011 e 1.100 per il 2012. Aggiunti a quelli già previsti dalla Tabella F della Finanziaria (importi da iscrivere in bilancio alle autorizzazioni di spesa delle leggi pluriennali), si raggiungono, per 5 anni, 4.884 milioni di euro. Al comma 3, si dispone l'erogazione di ulteriori fondi per il programma di sviluppo delle fregate multiruolo Fremm, in cooperazione con la Francia. Il totale è di un miliardo e 50 milioni in 15 anni. Sempre nella Tabella F della Finanziaria vi sono fondi aggiuntivi per le fregate Fremm di circa 800 milioni di euro.

Nell'articolo 93, per esigenze legate alla tutela dell'ordine pubblico, è previsto, per un piano di assunzioni, uno stanziamento di 50 milioni di euro per il 2008, di 120 per il 2009 e di 140 per il 2010. Risorse, queste, destinate all'Arma dei Carabinieri, alla Polizia di Stato, alla Guardia di Finanza, alla Polizia penitenziaria e al Corpo forestale.

L'articolo 95 destina 200 milioni di euro in più per 2008, 2009 e 2010 ciascuno per i rinnovi contrattuali e la 'valorizzazione delle specifiche funzioni svolte nella tutela dell'ordine pubblico e della difesa nazionale. Destinatari il corpo di Polizia e le Forze Armate. Nella tabella del ministero per l'Economia è inoltre iscritto oltre un miliardo di euro per il finanziamento delle missioni italiane all'estero.

In conclusione, le spese militari aumentano, a dispetto delle promesse del governo Prodi. Che nel programma pre-elettorale si era impegnato, "nell’ambito della cooperazione europea, a sostenere una politica che consenta la riduzione delle spese per armamenti". Promesse da marinaio.
Luca Galassi


Una forsennata corsa al riarmo
Intervita al senatore Silvana Pisa, membro della Commissione Difesa del Senato


Ventitrè miliardi e rotti per le spese militari. Un aumento dell'11,1 percento rispetto alla precedente Finanziaria. Perché tale incremento, in palese contraddizione con l'annuncio fatto in campagna elettorale dal governo Prodi?
Non solo in palese contraddizione con il programma, ma anche con la risoluzione fatta a luglio, prima firma Finocchiaro e altri, che si impegnava a non aumentare le spese per le armi e di considerare il tema della riconversione. Due impegni molto chiari che sono stati disattesi. L'aumento rientra in un quadro generale che coinvolge Stati Uniti, Russia, Cina. Tutti si armano a più non posso. Noi cerchiamo di combattere questo orientamento da anni, e dobbiamo riscontrare che questo governo ci ha molto deluso. Avevamo presentato degli emendamenti minimalisti, che toglievano un po' di soldi dall'articolo 31 della Finanziaria per passarli ai servizi sociali, nella fattispecie agli asili nido: anche su questi emendamenti, marginali, si trattava infatti di 150 milioni, il governo non ha dato il suo assenso.

Quali sono allora le logiche che portano ad un aumento così forsennato degli armamenti?
Abbiamo rivolto al governo più volte questa domanda, senza ottenere risposta. Abbiamo un modello di difesa che si ispira a una politica estera sostanzialmente di pace, che segue l'Onu, la tutela dei diritti umani. Non si capisce a cosa serva una tale spesa, soprattutto nel settore aeronavale. La maggior parte delle nostre missioni, a prescindere che si sia d'accordo o meno, come per il Libano, che è una classica missione di interposizione, per la quale eravamo favorevoli, le spese per gli armamenti riguardano strumentazioni terrestri, come ad esempio blindati per difendere i nostri soldati, quindi armamenti leggeri. Ma i cacciabombardieri, le portaerei Cavour, le fregate Fremm non capiamo a quale modello di difesa si isipirino. Secondo noi sono incoerenti con le nostre linee di politica estera.

Proprio in merito a questo, il generale Fraticelli, che fu Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, diceva: a che servono cento aerei d'attacco in più, fregate multiuso e portaerei?
C'è da dire che Fraticelli oggi è consulente in Oto Melara, un fatto che abbiamo denunciato spesso. Capi di Stato maggiore in pensione che entrano nei consigli di amministrazione delle industrie degli armamenti...
Fraticelli non è il solo, l'ammiraglio Venturoni alla 'Marconi', Ferracuti dell'Aeronautica all'Ams...
Gianni Castellaneta, ambasciatore degli Stati Uniti, è uno dei casi più vistosi, essendo stato anche lui in Finmeccanica come vice-presiente. Ce ne sono tanti...

Quanto pesa questa lobby...?
Moltissimo, e c'è da dire che ci sono addentellati anche a livello del ministero della Difesa. Alcuni nostri sottosegretari sembra quasi che in qualche modo partecipino all'attività di governo come 'difensori' di Finmeccanica.

Si riferisce a Lorenzo Forcieri, che ha dato notevole impulso alla produzione navale della Oto Melara, l'industria situata nella provincia dalla quale proviene, La Spezia, con il contratto delle fregate multiuso Fremm, costruite in cooperazione con la Francia?
Forcieri è il più sordo alle nostre richieste. Trova sempre giustificazioni più o meno plausibili per opporvisi. I giudizi sui nostri emendamenti, in questa sede di Finanziaria, li ha dati Forcieri, sia al Senato che alla Camera. E' vero che Finmeccanica è al 30 percento azienda dello Stato, quindi con un ulteriore conflitto di interessi, ma non produce certo un 'made in Italy' neutrale, perchè le armi non sono neutrali. Lo scopo delle armi, specie di questi armamenti pesanti, è uccidere. Allora, questo tipo di produzione non può certo essere indifferente a un certo tipo di politica. Ci si nasconde dietro il tema dell'occupazione, ma noi questo tema l'abbiamo affrontato chiaramente con i sindacati, introducendo il tema della riconversione e chiedendo che fosse finanziata un'agenzia, un coordinamento, che mettesse a tema la riconversione nel nostro Paese. Le spese per gli armamenti sono in parte nel bilancio della Difesa, ma una parte molto consistente è nel bilancio per lo Sviluppo economico. E perchè il ministero di Bersani finanzia le armi? Le finanzia con le scuse del 'dual use' (doppio uso, ndr), dicendo: noi finanziamo tutto quello che, in qualche modo, significa progresso tecnologico. Ma come si fa a usare le fregate Fremm o la portaerei Cavour per andare in crociera? Il 'dual use' è una scusa inaccettabile. Il tema della riconversione sta a monte delle grandi scelte del disarmo europeo, ricordo Olaf Palme, Willy Brandt, invece è stato abbandonato per una corsa al riarmo che, secondo noi, non ha nessuna giustificazione.
Luca Galassi

Sarosky

In Francia qualche settimana fa ci sono stati scontri fra giovani e polizia dopo che una macchina di agenti aveva investito ed ucciso alcuni ragazzi. Durante gli scontri sono anche stati esplosi alcuni colpi di arma da fuoco contro gli agenti. Sarosky, tornato in patria dall'estero e' andato a trovare gli agenti feriti e ha detto che i colpevoli non resteranno impuniti e poi ha ricevuto i genitori dei ragazzi uccisi.
Un atteggiamento corretto: ma in Italia sarebbe possibile? perche' bisogna sempre fare cose di parte? e' cosi' difficile essere super-partes? per i fatti di Genova 2001 siamo ancora alla zuffa politica con commissioni mai nate, affermazioni totalmente a favore dei poliziotti o dei manifestanti. Un po' di serieta' non guasterebbe

5 x mille

Da Vita

5 per mille: alzato il tetto a 380 milioni

di Gabriella Meroni e Riccardo Bagnato (redazione@vita.it)

La norma è contenuta nel maxiemendamento del governo che andrà in discussione domani alla Camera. Stanziati anche 500mila euro per i pagamenti 2006-07

Il governo alza il tetto del 5 per mille, portandolo a 380 milioni di euro. La norma è contenuta nel maxiemendamento del governo che andrà in discussione domani alla Camera e sul quale è stato posto il voto di fiducia. E Vita.it è in grado di anticipare il testo della modifica.

Nel maxiemendamento del governo alla Finanziaria, infatti, è stato inserito l'innalzamento del tettuccio da 100, che passa così a 380 milioni di euro per il 2009 (anno fiscale 2008). Sono quindi state accolte, grazie alla mobilitazione via web delle ultime ore, le richieste portate avanti da mesi dal terzo settore italiano.

Un'altra novità riguarda lo stanziamento, che qui viene previsto per la prima volta, di fondi destinati al ministero della Solidarietà sociale per l'erogazione delle somme. In pratica, si tratta di un fondo che dovrà coprire le spese di gestione della “pratica” dei pagamenti per gli anni 2006 e 2007.

Da dove vengono presi questi fondi? Sorpresa: vengono sottratti, per così dire, allo 0,5 per cento del contributo che era destinato in parti uguali all'Agenzia per le onlus e alle organizzazioni di rappresentanza del terzo settore considerate “parti sociali” (leggi: Forum del terzo settore). Intendiamoci: i fondi per questi due organismi non vengono cancellati, semplicemente se prima lo 0,5 per cento era da dividere in due, ora è da dividere per tre.

Per avere la definitiva conferma occorrerà attendere questo pomeriggio, quando il testo del maxiemendamento - attualmente all'esame dei tecnici di Montecitorio - verrà trasmesso all'aula per essere poi votato nel pomeriggio di domani.

Il testo
8. Per le finalità di cui ai commi da 5 a 7 (5 per mille, ndr) è autorizzata la spesa nel limite massimo di 380 milioni di euro per l'anno 2009
9. Al fine di consentire un efficace e tempestiva gestione del processo finalizzato alla erogazione da parte del ministero della Solidarietà sociale dei contributi dei 5 per mille relativi agli anni finanziari 2006 2007, sono stanziati 500mila euro a valere sulle risorse di cui al comma 1235 dell'art. 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
10. Al comma 1235 dell'art. 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, dopo le parole «parti sociali» sono aggiunte le seguenti parole: «e alla copertura degli oneri necessari alla liquidazione agli aventi diritto delle quote del 5 per mille relative all'anno finanziario 2006 2007».
11. Per lo svolgimento dell'attività di erogazione dei contributi il ministero della Solidarietà sociale può stipulare apposite convenzioni con un intermediario finanziario.

Un successo della società civile e della politica
Le voci si sono rincorse negli ultimi due giorni. Il 5 per mille abolito? Il 5 per mille che doveva sopperire alle richieste dei Tir? Tutto vero e tutto falso. Se non fosse stato per la mobilitazione di oltre 13mila aderenti alla campagna "alziamo il tetto", all'impegno di alcuni parlamentare, del presidente della Commissione Affari sociali della CAmera, Mimmo Lucà, del verde Angelo Bonelli, ai democratici Luigi Bobba, Giorgio Benvenuto, Francesco Ferrante, Giuliano Barbolini ed Ermete Realacci, fino ai parlamentari dell'opposizione, come i forzisti Maurizio Lupi e Giorgio Jannone. Alla presa di posizione pubblica del Forum del Terzo settore, di Auser, Acli, Ail e tante altre associazione. Se non fosse per tutto questo, chissà dove sarebbe ora il 5 per mille? Se la politica non avesse ascoltato? Lascia il tuo commento.

Le prime reazioni
"La decisione del governo di fissare un tetto piu' ampio per il finanziamento al 5 per mille ''e' molto positiva e importante. Era una richiesta che veniva con forza da molti mondi dell'associazionismo e del volontariato, dal forum del Terzo settore, al Forum per la sussidiareta''' Cosi Ermete Realacci, deputato del Partito Democratico, commenta la decisione del Governo.

'Sono molto soddisfatto: e' positiva la scelta del governo di alzare a 380 milioni di euro il tetto previsto per il cinque per mille nel 2009''. Cosi' invece Maurizio Lupi di Forza Italia e promotore dell'Intergruppo della sussidiarieta'. ''Cio' nonostante - conclude - il nostro impegno non si esaurisce qui. Abbiamo vinto una battaglia, ma non la guerra. Per questo l'intergruppo parlamentare per la Sussidiarieta' riprendera' subito a lavorare perche' il cinque per mille diventi una misura strutturale del nostro sistema fiscale. Il successo registrato nel 2006 e nel 2007, con oltre il 50 per cento dei contribuenti che ha usufruito di questa possibilita', ci impone un passo ulteriore''.

giovedì 13 dicembre 2007

Natale siamo noi

Alla scuola dell'infanzia Arcobaleno, frequentata da mia figlia, non si fa il presepe. Chiesto alle maestre il perchè hanno risposto adducendo vaghi motivi di rispetto per i bambini stranieri, si noti anche che viene fatta l'ora di religione, ma per adesso, anche durante quest'ora non si e' parlato di presepe. La cosa mi pare davvero assurda e non per particolari motivi religiosi (pur essendo io cattolico credente e praticante), ma per motivi culturali e proprio di integrazione. Il Natale e' una festa religiosa mutuata dallo stato come festa civile (sono in vacanza anche i non credenti): perchè non si può spiegare ai bambini il perchè della festa? perchè deve diventare l'arrivo di babbo natale o un giorno di vacanza in cui si ricevono doni? mi pare un sapere che si dovrebbe dare. Sarebbe come se il 25 aprile festeggiassimo la primavera! non si dovrà dire chi aveva ragione, o scendere in particolari politici, ma spiegare ai bambini che e' festa perchè e' finita la guerra mi pare doveroso. Altro motivo e' quello culturale: il presepe fa parte della nostra tradizione, che deriva dalla religione ma la supera e integra; esistono statuine locali, come "la meraviglia" a Bologna, vari modi di farlo, "scuole di pensiero" sulla capanna meglio della grotta e viceversa, perchè privare i bambini di tutto questo? chi viene da fuori imparerà delle tradizioni, chi e' italiano proseguirà su una strada già percorsa da padri e nonni. Nemmeno una errata visione della laicità può giustificare questa scelta, perchè, ripeto, non e' un problema religioso ma culturale. Invece di abolire le nostre tradizioni integriamole con altre, facciamo anche le feste tradizionali di altri stati e religioni spiegandole ai bambini, non trasformandole in banali momenti di svago.

In rete ho trovato questo sito Natale siamo noi che promuove il presepe nelle scuole, c'e' anche un volantino scaricabile

lunedì 3 dicembre 2007

Prodi

Intervistato su quali riforme si possono fare Prodi risponde:"Ad esempio il terzo pacchetto Bersani è ottimo, bisogna spingerlo fino in fondo" Mai parole furono più azzeccate!!!!

venerdì 30 novembre 2007

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER LA GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO 2008

Bellissimo il messaggio del papa per la giornata del migrante. Lo riporto integralmente

Cari fratelli e sorelle,

il tema della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato invita quest'anno a riflettere in particolare sui giovani migranti. In effetti, le cronache quotidiane parlano spesso di loro.
Il vasto processo di globalizzazione in atto nel mondo porta con sé un'esigenza di mobilità, che spinge anche numerosi giovani ad emigrare e a vivere lontano dalle loro famiglie e dai loro Paesi. La conseguenza è che dai Paesi d'origine se ne va spesso la gioventù dotata delle migliori risorse intellettuali, mentre nei Paesi che ricevono i migranti vigono normative che rendono difficile il loro effettivo inserimento. Di fatto, il fenomeno dell'emigrazione diviene sempre più esteso ed abbraccia un crescente numero di persone di ogni condizione sociale. Giustamente pertanto le pubbliche istituzioni, le organizzazioni umanitarie ed anche la Chiesa cattolica dedicano molte delle loro risorse per venire incontro a queste persone in difficoltà.

Per i giovani migranti risulta particolarmente sentita la problematica costituita dalla cosiddetta "difficoltà della duplice appartenenza": da un lato, essi sentono vivamente il bisogno di non perdere la cultura d'origine, mentre, dall'altro, emerge in loro il comprensibile desiderio di inserirsi organicamente nella società che li accoglie, senza che tuttavia questo comporti una completa assimilazione e la conseguente perdita delle tradizioni avite.

Tra i giovani ci sono poi le ragazze, più facilmente vittime di sfruttamento, di ricatti morali e persino di abusi di ogni genere. Che dire poi degli adolescenti, dei minori non accompagnati, che costituiscono una categoria a rischio tra coloro che chiedono asilo? Questi ragazzi e ragazze finiscono spesso in strada abbandonati a se stessi e preda di sfruttatori senza scrupoli che, più di qualche volta, li trasformano in oggetto di violenza fisica, morale e sessuale.

Guardando poi più d'appresso al settore dei migranti forzati, dei rifugiati, dei profughi e delle vittime del traffico di esseri umani, ci si incontra purtroppo anche con molti bambini e adolescenti. A questo proposito, è impossibile tacere di fronte alle immagini sconvolgenti dei grandi campi di profughi o di rifugiati, presenti in diverse parti del mondo. Come non pensare che quei piccoli esseri sono venuti al mondo con le stesse legittime attese di felicità degli altri? E, al tempo stesso, come non ricordare che la fanciullezza e l'adolescenza sono fasi di fondamentale importanza per lo sviluppo dell'uomo e della donna, e richiedono stabilità, serenità e sicurezza? Questi bambini e adolescenti hanno avuto come unica esperienza di vita i «campi" di permanenza obbligatori, dove si trovano segregati, lontani dai centri abitati e senza possibilità di frequentare normalmente la scuola. Come possono guardare con fiducia al loro futuro? Se è vero che molto si sta facendo per loro, occorre tuttavia impegnarsi ancor più nell'aiutarli mediante la creazione di idonee strutture di accoglienza e di formazione.

Proprio in questa prospettiva si pone la domanda: come rispondere alle attese dei giovani migranti? Che fare per venire loro incontro? Occorre certo puntare in primo luogo sul supporto della famiglia e della scuola. Ma quanto complesse sono le situazioni e quanto numerose sono le difficoltà che incontrano questi giovani nei loro contesti familiari e scolastici! All'interno delle famiglie sono venuti meno i tradizionali ruoli che esistevano nei Paesi di origine e si assiste spesso ad uno scontro tra genitori rimasti ancorati alla loro cultura e figli velocemente acculturati nei nuovi contesti sociali. Né va sottovalutata la fatica che i giovani incontrano per inserirsi nei percorsi educativi vigenti nei Paesi in cui vengono accolti. Lo stesso sistema scolastico pertanto dovrebbe tener conto di queste loro condizioni e prevedere per i ragazzi immigrati specifici itinerari formativi d'integrazione adatti alle loro esigenze. Importante sarà anche l'impegno di creare nelle aule un clima di reciproco rispetto e dialogo tra tutti gli allievi, sulla base di quei principi e valori universali che sono comuni a tutte le culture. L'impegno di tutti docenti, famiglie e studenti - contribuirà certamente ad aiutare i giovani migranti ad affrontare nel modo migliore la sfida dell'integrazione ed offrirà loro la possibilità di acquisire quanto può giovare alla loro formazione umana, culturale e professionale. Questo vale ancor più per i giovani rifugiati per i quali si dovranno approntare adeguati programmi, nell'ambito scolastico e altresì in quello lavorativo, in modo da garantire la loro preparazione fornendo le basi necessarie per un corretto inserimento nel nuovo mondo sociale, culturale e professionale.

La Chiesa guarda con singolare attenzione al mondo dei migranti e chiede a coloro che hanno ricevuto nei Paesi di origine una formazione cristiana di far fruttificare questo patrimonio di fede e di valori evangelici in modo da offrire una coerente testimonianza nei diversi contesti esistenziali. Proprio in ordine a ciò invito le comunità ecclesiali di arrivo ad accogliere con simpatia giovani e giovanissimi con i loro genitori, cercando di comprenderne le vicissitudini e di favorirne l'inserimento.

Vi è poi tra i migranti, come ebbi a scrivere nel Messaggio dello scorso anno, una categoria da considerare in modo speciale, ed è quella degli studenti di altri Paesi che per ragioni di studio si trovano lontani da casa. Il loro numero è in continua crescita: sono giovani bisognosi di una pastorale specifica, perché non solo sono studenti, come tutti, ma anche migranti temporanei. Essi si sentono spesso soli, sotto la pressione dello studio e talvolta stretti anche da difficoltà economiche. La Chiesa, nella sua materna sollecitudine, guarda a loro con affetto e cerca di porre in atto specifici interventi pastorali e sociali, che tengano in conto le grandi risorse della loro giovinezza. Occorre far sì che abbiano modo di aprirsi al dinamismo dell'interculturalità, arricchendosi nel contatto con altri studenti di culture e religioni diverse. Per i giovani cristiani quest'esperienza di studio e di formazione può essere un utile campo di maturazione della loro fede, stimolata ad aprirsi a quell'universalismo che è elemento costitutivo della Chiesa cattolica.

Cari giovani migranti, preparatevi a costruire accanto ai vostri giovani coetanei una società più giusta e fraterna, adempiendo con scrupolo e serietà i vostri doveri nei confronti delle vostre famiglie e dello Stato. Siate rispettosi delle leggi e non lasciatevi mai trasportare dall'odio e dalla violenza. Cercate piuttosto di essere protagonisti sin da ora di un mondo dove regni la comprensione e la solidarietà, la giustizia e la pace. A voi, in particolare, giovani credenti, chiedo di profittare del tempo dei vostri studi per crescere nella conoscenza e nell'amore di Cristo. Gesù vi vuole suoi amici veri e per questo è necessario che coltiviate costantemente un'intima relazione con Lui nella preghiera e nell'ascolto docile della sua Parola. Egli vi vuole suoi testimoni e per questo è necessario che vi impegniate a vivere con coraggio il Vangelo traducendolo in gesti concreti di amore a Dio e di servizio generoso ai fratelli. La Chiesa ha bisogno anche di voi e conta sul vostro apporto. Voi potete svolgere un ruolo quanto mai provvidenziale nell'attuale contesto dell'evangelizzazione. Provenendo da culture diverse, ma accomunati tutti dall'appartenenza all'unica Chiesa di Cristo, potete mostrare che il Vangelo è vivo e adatto per ogni situazione; è messaggio antico e sempre nuovo; Parola di speranza e di salvezza per gli uomini di ogni razza e cultura, di ogni età e di ogni epoca.

A Maria, Madre dell'intera umanità, e a Giuseppe, suo castissimo sposo, profughi entrambi con Gesù in Egitto, affido ciascuno di voi, le vostre famiglie, quanti si occupano in vario modo del vasto mondo di voi giovani migranti, i volontari e gli operatori pastorali che vi affiancano con la loro disponibilità e il loro sostegno amichevole.

Il Signore sia sempre accanto a voi e alle vostre famiglie, perché insieme possiate superare gli ostacoli e le difficoltà materiali e spirituali che incontrate nel vostro cammino. Accompagno questi miei voti con una speciale Benedizione Apostolica per ciascuno di voi e per le persone che vi sono care.

Dal Vaticano, 18 Ottobre 2007

BENEDICTUS PP. XVI

Il peso delle scelte e le ferite a sinistra

Da il Bologna di oggi

Il punto di Gianni Vattimo
Il peso delle scelte e le ferite a sinistra

Ma davvero lo stesso Giordano pensa che qualcuno creda ancora alla sua promessa che “questa è l’ultima volta?” Persino il malumore di Prodi su cui insistono tanto i giornali moderati, la sua preoccupazione di ricucire al più presto con la sinistra, non ci sembra altro che il solito contentino previsto dal gioco delle parti, del tipo “me ne ha date, ma gliene ho dette”. Bisogna che la sinistra abbia l’impressione di aver spaventato il presidente del Consiglio, almeno forse qualcuno degli elettori che hanno dato il loro voto a Rifondazione, al Pdci, ci crederà e, appunto, si sentirà comunque in parte soddisfatto, mentre si lecca le ennesime ferite. Del resto la storia del governo Prodi nato dalle “vittoriose” elezioni del 2006 era già chiaramente segnata fin dall’inizio, dal momento in cui la sinistra accettò di rivotare la missione in Afghanistan, di mandare soldati in Libano, o più di recente da quando si è piegata a non discutere il raddoppio della base di Vicenza... Non diteci che dimentichiamo qualcosa in questo elenco, lo sappiamo benissimo che dovrebbe essere chilometrico. Il punto è che, come ha detto Diliberto, qui non si tratta solo della violazione e dello stravolgimento degli accordi di programma. Qui si tratta delle progressiva distruzione della sinistra, della drammatica riduzione delle sue possibilità di contare ancora qualcosa dopo le prossime elezioni. Sondaggi recenti calcolano che la sinistra-sinistra oggi vale un cinque per cento dell’elettorato. Ammettendo - ma non si sa mai - che il sondaggio non sia troppo ottimistico, davvero un bel risultato dopo quasi due anni di governo. Occupiamo, sempre più monumentalmente, la terza poltrona dello Stato, abbiamo un ministro degli Esteri che - anche contro il parere di autorevoli commentatori israeliani – considera un successo la pseudo-conferenza di Annapolis, un ministro delle Difesa che pensa a un aumento del nostro contingente in Afghanistan, un ministro del Lavoro che difende il protocollo capestro sul welfare ripetendoci continuamente che è stato votato con un referendum a cui hanno partecipato cinque milioni di lavoratori - dopo una democratica campagna in cui era vietata, nel sindacato, la propaganda degli oppositori. Non solo si distrugge la sinistra; finiremo per prendere il referendum sindacale come vero modello di democrazia?

martedì 20 novembre 2007

Finanziaria , Armi , Politica

Napoli,16 novembre 2007



FINANZIARIA , ARMI , POLITICA



CHE VERGOGNA !



Rimango esterrefatto che la Sinistra Radicale ( la cosiddetta Cosa Rossa ) abbia votato , il 12 novembre con il Pd e tutta la destra , per finanziare i CPT , le missioni militari e il riarmo del nostro paese.

Questo nel silenzio generale di tutta la stampa e i media, Ma anche nel quasi totale silenzio del "mondo della pace ".

Ero venuto a conoscenza di tutto questo poche ore prima del voto.

Ho lanciato subito un appello in internet : era già troppo tardi.

La "frittata " era già fatta .Ne sono rimasto talmente male,da non avere neanche voglia di riprendere la penna.Oggi sento che devo esternare la mia delusione, la mia rabbia.

Delusione profonda verso la Sinistra Critica che in piazza chiede la chiusura dei "lager per gli immigrati ", parla contro le guerre e l' imperialismo e poi vota con la destra per rifinanziarli.

E sono fior di quattrini ! Non ne troviamo per la scuola , per i servizi sociali , ma per le armi SI' !

E tanti !! Infatti la Difesa per il 2008 avrà a disposizione 23,5 miliardi di euro : un aumento di risorse dell'11 % rispetto alla finanziaria del 2007 ,che già aveva aumentato il bilancio militare del 12 %. Il governo Prodi in due anni ha già aumentato le spese militari del 23 % !!

Ancora più grave per me è il fatto dei soldi investiti in armi pesanti.

Due esempi sono gli F35 e le fregate FREMM. Gli F35 ( i cosiddetti Joint Strike Fighter )

Sono i nuovi aerei da combattimento ( costano circa 110 milioni di Euro cadauno ).

Il sottosegretario alla Difesa Forcieri ne aveva sottoscritto , a Washington , lo scorso febbraio , il protocollo di intesa.

In Senato , alcuni ( solo 33 ) hanno votato a favore dell' emendamento Turigliatto contro il finanziamento degli Eurofighters, ma subito dopo hanno tutti votato a favore dell' articolo 31 che prevede anche il finanziamento ai satelliti spia militari e le fregate da combattimento FREMM.

Per gli Eurofighters sono stati stanziati 318 milioni di Euro per il 2008, 468 per il 2009 , 918 milioni per il 2010 , 1.100 milioni per ciascuno degli anni 2011 e 2012 !

Altrettanto è avvenuto per le fregate FREMM e per i satelliti spia.

E' grave che la Sinistra ,anche la Critica , abbia votato massicciamente per tutto questo, con la sola eccezione di Turigliatto e Rossi, e altri due astenuti o favorevoli.

Purtroppo il voto non è stato registrato nominativamente! Noi vogliamo sapere come ogni senatore vota !

Tutto questo è di una gravità estrema !

Il nostro paese entra così nella grande corsa al riarmo che ci porterà dritti all'attacco all' Iran e alla guerra atomica .

Trovo gravissimo il silenzio della stampa su tutto questo : una stampa sempre più appiattita !

Ma ancora più grave è il nostro silenzio : il mondo della pace che dorme sonni tranquilli.

E' questo silenzio assordante che mi fa male .

Dobbiamo reagire , protestare ,urlare!

Il nostro silenzio , il silenzio del movimento per la pace significa la morte di milioni di persone e dello stesso pianeta.

La nostra è follia collettiva , pazzia eretta a Sistema .E' il trionfo di "O .Sistema".

Dobbiamo riunire i nostri fili per legare il Gigante, l' Impero del denaro.

Come cittadini attivi non violenti dobbiamo formare la nuova rete per dire No a questo Sistema di Morte e un Sì perché vinca la Vita.



Alex Zanotelli

venerdì 16 novembre 2007

1984

Da MASADA n. 573. 15-11-207 Orwell 1984

"Da Alice:
"Quando io mi servo di una parola -rispose con tono sprezzante Humpty
Dumpty- quella parola significa quello che piace a me, ne' piu', ne' meno".
"Il problema e' - insiste' Alice - se lei puo' dare alle parole significati
cosi' differenti".
"Il problema e' -taglio' corto Humpty Dumpty- chi e' il padrone?"
..
Nel 1945 Orwell scrive, come protesta allo stalinismo russo, "La fattoria
degli animali", una fiaba satirica in cui tratteggia una forma di socialismo
umano che salva la liberta'.
Quattro anni dopo Orwell pubblica, sempre in chiave antisovietica, '1984',
appartenente al filone della narrativa di anticipazione e chiaramente
ispirato a 'Il nuovo mondo' di Aldous Huxley.
Huxley aveva profetizzato una societa' del futuro dominata dalla
tecnologia, i cui cittadini nascono tutti in provetta e in cui dieci
Controllori supremi reggono la Terra (oggi abbiamo 5 stati all'ONU con
diritto di veto che dettano la storia del mondo), confinando gli esemplari
che non hanno le caratteristiche volute.

Quando Orwell scrive il libro, siamo alla meta' del 1900, e' ormai chiaro
che il mondo non sara' salvato dalla illusione positivista che ha generato
il falso ottimismo tecnologico, ne' dalla rivoluzione proletaria da cui e'
emerso l'idra del totalitarismo staliniano.
E' in questo tempo che Orwell produce questo libro cupo, con la data di un
mondo futuro in cui il pensiero e' totalmente condizionato.

Nel 1954 il testo viene portato sui teleschermi inglesi producendo forti
critiche per il suo carattere terrificante. Ne vengono tratti anche tre film
di cui uno di Michael Radford. Ma i film non sono di facile lettura e il
libro nemmeno.

Quando arrivo' il vero "1984", Orwell fu deriso perche' nulla di cio' che
aveva predetto sembrava essere accaduto e si cerco' anche di usare la sua
critica solo per lo stalinismo, ma "1984"' doveva incidere la storia dell'Occidente
in termini che andavano ben oltre lo statalismo sovietico e doveva creare
riflessioni angosciose in molti intellettuali, come Erich Fromm, che ne
colse la potenza profetica.

Probabilmente Orwell aveva in mente, oltre al regime di Stalin, anche uno
dei piu' bui e reazionari periodi della storia americana, "il maccartismo",
che si sviluppo' tra gli anni '50 e '54 in USA e in cui il senatore
repubblicano McCarthy attuo' una serie di purghe politiche su intellettuali,
attori, scrittori perseguitati in quanto comunisti, ma ogni regime assoluto,
e massimamente gli attuali regimi mediatici, sembra trovare in questo libro
la sua triste teoria.

Platone nella Repubblica aveva creato un'utopia. Orwell in "1984" scrive una
anti-utopia, o utopia negativa, descrizione di un mondo dove non vorremmo
vivere.
"1984" e' la storia di cio' che potrebbe accadere se si permette a certe
ideologie di prendere il potere e di usarlo in modo assoluto.
Come gia' aveva fatto gia' Machiavelli, Orwell spiega cosa possono fare un
principe cinico o una oligarchia chiusa. Come "Il principe" era stato il
manuale d'uso di sovrani astuti e capziosi, cosi' "1984" diventa il manuale
del governo totalitario. Da una parte "1984" insegna a comandare, dall'altra,
come il Principe, svela le trame usate dal potere.

Orwell immagina un mondo futuro diviso in 3 iperstati: Oceania, Eurasia ed
Estasia. Londra fa parte di Oceania ed e' sotto la dittatura del SOCING
(socialismo inglese), il partito unico guidato dal Grande Fratello.
La popolazione e' divisa tra il Partito Interno (2%) che comanda, il Partito
Esterno addetto ai servizi (13%) e il prolet (85%) privo di potere.
La teoria si occupa solo del condizionamento dei membri del Partito Esterno,
essi portano lo stesso vestito e sono condizionati allo stesso pensiero.
Il Partito crea la realta' e la modifica a suo piacere.
I membri del Partito Esterno sono continuamente controllati da uno schermo
in ogni casa che, mentre manda programmi vari, spia i pensieri per la
Psicopolizia (thinkpol), per cui l'incubo di tutti e' di commettere lo
Psicoreato, o delitto di pensiero (crimethink).
Nello stato di Orwell il grande reato e' pensare in proprio.

La Neolingua (Newspeak) e' un sistema linguistico elaborato dai tecnici del
Partito, in cui ogni termine assume solo ed esclusivamente il significato
che il Socing desidera.
Ogni gruppo di vincitori si arroga il diritto di prevaricare gli altri,
dandosi dei privilegi. Un tempo esisteva una casta che aveva privilegi
ereditari. Oggi abbiamo una classe economicamente dominante.
In Russia era nata una rivoluzione dal basso, in realta' guidata da borghesi
intellettuali che avevano ventilato la possibilita' di un potere esercitato
dal proletariato. Quello che avvenne poi fu diverso: gia' Lenin aveva
espropriato la volonta' dello stato facendola coincidere con la propria;
Stalin completo' il progetto instaurando una dittatura personale. Il potere
non parti' dal proletariato per tornare al proletariato, ma divento' il
totalitarismo di una sola persona e del suo gruppo di complici, fissandosi
in un abnorme culto della personalita'.
Appena il potere si cristallizza in una persona o in un gruppo di dirigenti,
si fissano immediatamente il privilegio e il vantaggio di pochi con l'esautorazione
del potere e del vantaggio di tutti gli altri.

Orwell descrive le modalita' di un autoritarismo assoluto.
Marx aveva detto che, quando il proletariato avesse fatto l'ultima
rivoluzione, la lotta di classe sarebbe sparita. Orwell ci mostra che e' piu'
facile che poche persone concentrino il potere su di se', creando strumenti
che impediscono di fatto ogni ulteriore rivoluzione, bloccando l'evoluzione
di ogni politica.

Poiche' la liberta' umana passa dal pensiero che si costruisce con le
parole, il primo strumento e' il condizionamento mentale, cosi' da far
sparire ogni pensiero autonomo e ogni critica, attraverso la
destrutturazione delle parole. Il Partito totalitario deve inventare e
imporre un pensiero omologato fatto di parole omologate, una neolingua, che
fissi una ideologia uguale per tutti, per un controllo assoluto di mente e
volonta'.

Lo slogan del Socing e': "Chi controlla il passato, controlla il futuro: chi
controlla il presente, controlla il passato".
Nel perfetto stato totalitario il Potere e' personale, rappresentato da
protagonisti apparenti, e nello stesso tempo e' artificiale, e' il Grande
Fratello, che nessuno riesce piu' a vedere per cio' che e', e' un
personaggio costruito, un volto ripetuto sui manifesti con espressione
fissa, una entita' artificiale, una immagine televisiva martellante.
Il Potere ricrea la sua storia, reinventa la sua personalita', impone la
sua presenza. Tutto cio' che accade di buono e' riferito a lui. Qualunque
verita' parte da lui. E' la forma che il Partito ha scelto per mostrarsi al
mondo. Nella realta' e' un attore che da' veste visibile al Potere, un
elemento rappresentativo formale che recita una parte, costruita dal Partito
invisibile, mentre il Partito invisibile nessuno sa piu' cos'e', perche'
ognuno e' fagocitato dalla sua immagine esterna. Quella immagine serve a
sostanziare come una calamita emozionale ogni relazione, e' una immagine
mitica, e' onnipotente, e' infallibile, attrae ogni sentimento, come se
esistesse lui solo e non l'organizzazione che gli sta dietro. La realta' e
la verita' sono cio' che egli dice, e le sue parole vengono continuamente
riadattate per aggiornare i fatti, in modo che nessuno confronti mai cio'
che viene detto oggi a cio' che e' stato detto ieri. La critica deve essere
assente e lo stesso il confronto. Si abitua la gente a dimenticare il
passato, a astrarsi da paragoni che porterebbero a valutazioni, a vivere in
un eterno presente.
Per questo e' fondamentale la manipolazione dei dati.

Se il cibo e' razionato e la razione viene diminuita da 30 a 20 grammi, si
fara' credere che cio' sia un bene perche' e' meno della riduzione maggiore
sarebbe stata necessaria, per cui ognuno avra' l'impressione di ricevere di
piu' di quel che avrebbe dovuto.
Oggi, se si distruggono i diritti dei lavoratori, si dice che cio' e'
necessitato dalle leggi europee e che anzi i governanti del paese hanno
scongiurato peggioramenti ulteriori e promettono ulteriori miglioramenti.
La manipolazione avviene focalizzando sulle promesse e obbligando la memoria
ad autoingannarsi; questo e' il "controllo della realta'' o Bispensiero
Oggi si direbbe che quando le tasse vengono aumentate si dice che in realta'
sono diminuite e si promette che lo saranno di piu' negli anni futuri, ma
che al momento si e' scongiurata una diminuzione eccessiva, che pure sarebbe
stata necessaria e che era richiesta. Giornali e telegiornali non faranno i
controlli o i bilanci o le verifiche, che smaschererebbero l'inganno, ma
distrarranno con cronaca nera o avvenimenti sportivi.
La gente non deve pensare, deve credere. Se qualcuno pensa, sara' eliminato
(vedi Biagi, Santoro, o Guzzanti.).

Il pensiero deve essere unico e costruito dall'alto, non puo' esistere
pensiero divergente, chiunque la pensi diversamente sara' considerato
eversivo (oggi qualsiasi forma di pensiero divergente dall'omologazione
bypartisan viene equiparato al terrorismo).
Si fa sparire ogni copia dei vecchi giornali (o le tracce sul web), ogni
traccia storica del passato, non deve esistere memoria degli eventi
trascorsi perche' la memoria permette il confronto. E' vietato confrontare
le vecchie promesse dei leader con le loro attuali realizzazioni. Le
dichiarazioni di oggi sono auto-conferme, che convalidano per la sola
asserzione. La menzogna deve diventare verita'.
E se memoria storica deve esserci, sara' rivisitata e riconfezionata
(revisionismo) per confermare la verita' imposta. Il revisionismo viene
applicato a tutto, film, libri, opuscoli, barzellette, arte. cosi' da
eliminare ogni significato politico che non sia quello voluto dal regime.
(Cosi' ha fatto Stalin, cosi' fa oggi Putin che cambia la verita' di Beslan
nel momento stesso in cui l'abbiamo davanti agli occhi; cosi' hanno fatto in
Cina con gli eccidi di Tien An Men; cosi' tenta di fare la Moratti con i
libri di storia o fa Violante quando parla di commemorare i caduti di Salo',
cosi' fanno da destra e da sinistra contro il pacifismo, o hanno fatto con l'omicidio
Falcone, Biagi, Moro..)
Quando le correzioni sono eccessive, si inventa un eroe di guerra falso da
commemorare. La storia passata viene rettificata perche' avvalli quella
presente, e cosi' le alleanze, le guerre, le scelte economiche o
politiche... ogni fatto viene ricostruito e mostrato per come fa comodo. Non
il presente e' causa del passato, ma il passato e' variato perche' sia
giustificativo del presente.

Come non esiste verita' sul passato, cosi' non esiste verita' sul presente.
Si inventano trame d'odio e nemici su cui convogliare i sentimenti
viscerali. Si inventano cospiratori e complotti (ieri gli ebrei, oggi i
rossi o i terroristi o gli islamici o gli antipolitici).
Via via che la memoria viene modificata, si toglie ogni punto fermo alla
personalita', che diventa oscillante e incerta, dunque succube, perche' meno
basi di partenza ci sono, meno si sa e meno si e'.

Il pensiero e' il grande nemico di ogni potere che intende essere assoluto.
Se il pensiero chiaro a se stesso e' la prima forza dell'uomo, il potere
sara' esercitato mettendo il pensiero contro se stesso mediante paradossi,
questa e' appunto la funzione del bispensiero. Se riesci a convincere
qualcuno che due cose opposte sono la stessa cosa, la sua mente e'
disarmata, ne puoi fare di tutto.
Il bispensiero fa perdere il senso della realta' e dunque mina profondamente
l'identita', spingendo verso il caos cognitivo. Se l'uomo riesce a credere
due cose totalmente opposte, come essere pensante e' finito.
Percio' si spingera' il cittadino a condividere contemporaneamente due
opinioni in contrasto, per esempio "credere che la democrazia sia
impossibile ma che il Partito sia custode della democrazia" (o credere che
stai facendo la pace mentre fai la guerra, o che stai portando ordine a un
paese mentre lo distruggi o che la Borsa sia l'elemento misuratore del
mercato mentre ne e' una grave alterazione).
E naturalmente il massimo inganno di un partito totalitario sara' di
presentarsi come democratico. Questo e' il paradosso maggiore.

Un codice linguistico non e' solo uno strumento di comunicazione ma e' l'insieme
formativo e connettivo per eccellenza, quello che produce le idee, che
struttura e guida l'attivita' mentale dell'uomo, che relaziona le sue parti
mentali, che dunque dirige il suo senso critico e la sua volonta'. Se
imbrigli la forma del pensiero, soffochi la sua sostanza e, di conseguenza,
blocchi la sua scelta e limiti la sua azione, riduci l'uomo a un robot
passivo, non piu' capace di variazioni sul sistema.
Incidere sugli elementi linguistici formalmente e sostanzialmente significa
coartare il pensiero e soffocarlo lentamente.
Wittgenstein diceva: "I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio
mondo".
Lo "psicoreato" e' la grande infrazione che il pensiero puo' fare sull'ordine
costituito. Il pensiero non embedded. Embedded vuol dire autorizzato,
consentito, pensiero irreggimentato.

La neolingua intende semplificare al massimo le possibilita' del pensiero,
per questo si daranno induzioni semplificate per portare l'uomo a un
linguaggio minimale e strozzare le possibilita' evolutive del linguaggio e
dunque del ragionamento. A questo sono funzionali media che devono ridursi
ad uno stadio comunicativo primordiale, presentando modelli umani sempre
piu' limitati e minimali, quasi caricature di persone, e facendo scadere il
linguaggio a suoni sempre meno articolari e funzionali fino ad arrivare all'onomatopeia
piu' rozza: "Ridurremo alla fine il pensiero a delitto, perche' a quel punto
lo psicoreato sara' impossibile perche' non ci saranno parole per
esprimerlo".

I neolinguisti manipoleranno il linguaggio affinche' sia impossibile pensare
pensieri diversi da quelli imposti.
Se, come dice Chase: "Il linguaggio forma l'intera visione del mondo",
attraverso la restrizione del linguaggio avremo la restrizione dell'uomo.
Qualunque pensiero dissidente sara'' eresia e sara' ostacolato come un atto
terroristico, eversivo.
Si abbandonera' dunque l'archeolingua, che e' in uso prima del Socing, per
far sopravvivere solo quelle parole che sono in sintonia col pensiero unico.
E questo sara' continuamente ripetuto perche' la fissazione allenta le
modalita' critiche e abitua alla ricezione passiva. Se il pensiero si
sviluppa dialetticamente attraverso la dialettica dei contrari, anche i
partiti si presenteranno come omologati cosi' da interrompere qualunque
dialettica e chi rifiutera' l'omologazione sara' unanimamente tacciato di
eversione (o antipolitica). Queste strategie, curate massimamente dalla
stampa, porteranno a limitare l'ampiezza mentale.
Esempi: "La parola LIBERO puo' sopravvivere ma solo nel senso di 'questo
campo e' libero da erbacce' (o sara' il nome di un quotidiano di destra
portavoce di un leader illiberale). Non deve significare essere
intellettualmente libero perche' la liberta' intellettuale non deve esistere
nemmeno come concetto".
La lingua deve diventare il piu' possibile semplice cosi' da ridurre al
minimo il pensiero. Non si deve poter esprimere la stessa cosa in piu' modi,
ma solo in uno.
Ogni termine deve avere solo un significato. Non si varcano le barriere del
linguaggio. La maggior parte dei termini usati non devono contenere
significati ma distruggerli (Berlusconi). Tuttavia si curera' l'eufonia, il
messaggio deve essere armonico, carezzevole, orecchiabile, accattivante,
modulato, con slogan facili (sempre Berlusconi). Si sostituiranno i
concetti o le istituzioni con nomignoli nsignificanti, meglio se privo di
significato intrinseco o contrario. Il Ministero della pace e' chiamato
'Minipax', il lager Svago-campo' (una missione bellica viene chiamata
'missione umanitaria'; i pacifisti sono chiamati 'terroristi'). Molti nomi
sono indicati con abbreviazioni cosi' da alterarne il significato (nazi,
Gestapo, Comintern.). Le parole devono essere monotone per ingannare la
mente e impedirle di pensare. I vocaboli devono essere pochi; meno parola
esistono per la mente, meno la mente pensera'.
L'attenzione deve fissarsi su parole prive di importanza ("Mi consenta.").
Gli slogan di partito siano semplici e paradossali:
"LA GUERRA E' PACE" (Berlusconi, Bush, Blair.)
"LA LIBERTA' E' SCHIAVITU' (multinazionali, neoconialismo, lavoro precario,
neoliberismo.)
"L'IGNORANZA E' FORZA" (la Lega)
La neolingua attacca il pensiero e lo distrugge: "Winston sentiva che si era
prodotto come un vuoto, come se gli fosse stato tolto un pezzo di cervello".

Il totalitarismo azzera la rivoluzione azzerando l'individualita', perche'
solo il pensiero del Grande Fratello deve echeggiare nella testa vuota: "Ora
tutto era definitivamente sistemato, la lotta era finita. Egli era riuscito
vincitore su se medesimo. Amava il Grande Fratello".
Federico Orlando scriveva: "Oggi la neolingua dei governanti ha gia'
modificato il significato di molte parole chiave; chiama 'riforma' la
distruzione dei diritti e 'conservazione' la difesa dei diritti; 'amore' il
privilegio della maggioranza e 'odio' il pensiero dell'opposizione; chiama
'guerra civile' la giustizia e 'democratici' i tangentisti o 'liberali' i
plutocrati; 'pluralismo' l'accentramento mediatico; 'popolo' i propri
elettori; 'sovranita' popolare' il furto della stessa ecc."

Le parole non sono solo suoni e significati, sono passioni. E le passioni
sono facili da gestire. (Prendiamo il linguaggio berlusconiano: definisce il
congresso DS 'tempio dell'odio', ogni critica 'campagna d'odio', FI
'partito dell'amore'. Gli avversari del capo sono 'invidiosi'. Lo stesso
Bush accusa gli islamici di essere 'invidiosi' dei valori statunitensi.
Scrive Fabio Mussi: "La neolingua opera per cancellazione di memoria dovuta
all'uso, abuso e disuso di parole chiave dell'esperienza storica. La parola
'liberta'' viene usata ormai comunemente per connotare stati di arbitrio,
privilegio, indebolimento dei vincoli di legge, affermazione di interessi
particolari, eccezione agli obblighi derivanti da un'etica condivisa.'liberi'
sono i piu' furbi e i piu' spregiudicati.. in questo contesto la giustizia
diventa 'guerra civile'» e i giudici sono 'comunisti', o 'sovversivi',
mentre i cittadini che protestano e chiedono giustizia diventano
'antipolitici'. Simmetricamente, vanno in disuso parole bollate dalla
Costituzione come 'fascismo' o 'fascista', che diventano famigliari dunque
accettabili.
Chi parla la neolingua dimentica il buon senso e la storia. C'e' una parte
dell'opinione pubblica convinta che, si', in Italia un giorno ci fu la
dittatura, ma la dittatura comunista. E crede che il partito che ha piu' a
lungo governato l'Italia nel dopoguerra sia il Pci e che lo stesso abbia
avuto costantemente il monopolio televisivo.
La neolingua mischia, confonde, inverte i significati. Falsifica gli eventi,
crea una storia parallela di pura invenzione che sembra piu' attendibile di
quella reale... 'Riforma' e' il superamento dell'articolo 18 dello Statuto
dei lavoratori o e' un progetto fiscale destinato a redistribuire alla
rovescia con un vantaggio secco per i piu' ricchi, o e' un'idea dell'immigrazione
impregnata di pregiudizi xenofobi e razzisti o una deregulation nel campo
delle opere pubbliche che comporta la convivenza con la mafia ecc. Non c'e'
idea folle che lavorandoci sopra non diventi normale.
Bossi lancia lo slogan: "Riformare, riformare, riformare". Il Capo del
governo si presenta come Grande Riformatore, dipanando persino la retorica
del "Nuovo Rinascimento" italiano, che altro non e' che riproposizione
fascista. Ma una volta imposto che "riforma e' bello", e che "il paese ha
bisogno di riforme come della vita", chi dissente, e' "contro le riforme" e,
dunque, "gioca contro l'Italia", non importa piu' che la Riforma sia in
realta' distruzione delle regole e dei diritti, all'opposizione non restera'
altro che presentarsi anch'essa come "Partito Riformista".
Se la neolingua si afferma in via definitiva, e' chiaro cosa potrebbe essere
inciso sulla luccicante piramide del nostro nuovo e ipotetico "1984": Il
potere e' amore/La liberta' e' privilegio/La giustizia e' arbitrio.
Per imporre la neolingua c'e' bisogno dei mezzi di comunicazione che
creeranno un'altra comunicazione, dunque un altro pensiero, il pensiero
embedded. Ecco perche' esplodera' inevitabile l'ossessione del controllo
dei media producendo la prima causa di sofferenza della democrazia: la
comunicazione controllata per controllare.
Qui allora bisognerebbe porci l'interrogativo che ci riguarda: quale lingua
dovrebbe parlare una vera opposizione politica e culturale nel nostro Paese?
Ma questo e' gia' un altro discorso.

Il bispensiero si impone innanzitutto ai piu' alti gradi del partito. Ogni
suo membro deve essere in grado di sostenere la mistica del paradosso (vedi
Giovanardi o Bondi o Ferrara). Si parla di mistica non occasionalmente ma
perche' dove cessa la ragione subentra l'adesione e che il fanatismo sia d'accatto
o di fede o opportunistico non fa differenza, purche' l'adesione sia
incondizionata e acritica. E che tale mistica passi indifferentemente dal
campo religioso a quello ideologico e' anche necessario sia perche' le
modalita' strutturali sono le stesse, ricadendo nell'irrazionale fideistico
o di interesse, sia perche' le chiese sono elementi di conservazione e
reazione dunque stanno dalla parte del potere forte che conserva inalterato
se stesso e parla non alla testa dei cittadini ma alla pancia dei sudditi.

Gli affiliati al partito devono essere pronti a dire tutto e il contrario di
tutto, sempre senza emozioni (Bondi), padroni degli altri ma privi di
identita' personale (Schifani). Praticamente essi stessi non sono persone
identificate ma strumenti che il potere ha divorato e ristrutturato. Sono
totalmente spersonalizzati e alienati, strumenti e servi della propaganda.
Con la propaganda si puo' fare a un popolo di tutto, convincerlo a fare
tutto, la gente deve smettere di pensare e deve credere cio' che vuole il
Partito unico. Deve riconoscersi nell'identita' che il governo vuole per
essa, cosi' che ognuno sia puntello del regime. Il regime sara' introiettato
e ognuno lo difendera' come se stesso.

Zavoli scrive: " Se un popolo e' sistematicamente distratto da centinaia di
canali televisivi, acquietato dagli ansiolitici, appagato dal consumismo,
illuso dai modelli di successo.. e' verosimile supporre che sia un popolo in
cui l'uomo non ha piu' paura di nulla, non gode piu' di niente, ignora
origine e destino, crede senza fede ne' ragione, esiste in quanto appare e
uccide senza rimorsi".
Ma semrba che nell'antisocieta' descritta da Orwell ci siamo dentro mani e
piedi; nella grande truffa mediatica ci sono non solo i regimi di Stalin e
Hitler, ma tutti gli eventi conoiscuti, la prima guerra del Golfo, che e'
stata una grande truffa in diretta televisiva, la guerra del Kossovo che e'
stata presentata come una necessita' etica, la guerra in Afghanistan giusta
reazione al terrorismo, la guerra all'Irak in nome di inesistenti armi di
sterminio di massa.

E non manca oggi la Psicopolizia (GESTAPO, CIA, KGB, SISMI e compagnia
bella), non manca lo schermo in ogni casa che ribadisce il pensiero
precostituito, perfettamente omologato tra destra e sinistra, non manca l'inzombimento
del paese sotto il martellamento della pseudoinformazione e dei modelli
deteriori, ne' il controllo sulla stampa, sui telefoni, su internet. il
totale dominio sui media, il veto sulle notizie che provengono dai fronti di
guerra, la cacciata dagli stessi di tutti i gruppi di volontari, la
disinformazione sistematica della stampa, i tentativi censori sul web, le
pene ai giornalisti che rivelano parti di processi sia pure pubbliche e non
piu' coperte da segreto istruttorio, il veto a qualsiasi raccolta o
pubblicazione di intercettazioni telefoniche su politici ecc., tutta quella
serie di leggi che destra e sinistra hanno perpetrato per la soppressione
graduale della liberta' (in USA il Patrioct Act ha perpetrato ogni sorta di
attentati alle liberta' costituzionali in nome del terrorismo) e infine la
demonizzazione o l'imbavagliamento dei dissidenti fino ad arrivare alla loro
distruzione fisica.

Il potere perpetua se stesso. "Tutte le fedi, i gusti, le emozioni, gli
atteggiamenti mentali che caratterizzano il nostro tempo, hanno lo scopo di
sostenere la mistica del Potere", dice Orwell.
E sul protagonista: "...quel che piu' lo tormentava e che non era mai
riuscito a capire chiaramente era per quale ragione quell'enorme impostura
era stata messa in moto. I vantaggi immediati della falsificazione erano
palesi, ma il fine ultimo era avvolto nel mistero." Egli si diceva
continuamente: "Capisco COME, non capisco PERCHE'."
Il potere per il potere diventa la grande ombra che smuove il mondo, anche
al di la' del possesso e del privilegio. Individui paranoici conducono gli
altri imprigionandoli nella loro follia: Ceaucescu, Franco, Hitler,
Pinochet, Mao, Stalin, Saddham, Khomeini, Sharon, Bush. E Orwell non parla
di altri strumenti di coartazione, non indica il nazionalismo esclusivista,
la retorica patriottarda, il fanatismo religioso, la mistica calcistica, l'indottrinamento
ideologico, l'identificazione di ruolo, l'ideocrazia. ma se l'uomo vuol
tornare un essere pensante, occorre che si svincoli da questi elementi
stritolanti.

Esistono archetipi negativi che conducono gli uomini oltre se stessi anche
nel Male, per scopi a cui gli stessi governanti sono succubi, mostrando,
nella loro miseria, come siano essi i primi a rinunciare ad ogni liberta' e
ad ogni rivendicazione umana.
Forse uno dei segreti della liberta' non e' sostituire una cupa ideologia
con un'altra o un cupo fanatismo con un altro non meno truculento e
divisorio, ma riprendersi la facolta' di ridere, la capacita' di
sbeffeggiare il Potere ovunque esso si manifesti, anche in quelli che
vogliono combatterlo, la capacita' di produrre e salvaguardare il pensiero
alternativo.

giovedì 8 novembre 2007

Gli Zingari

Linko questo interessantissimo post sugli zingari Da una parte, io e due zingare dall'altra, il mondo intero
Gli Zingari sono davvero sgli utlimi fra gli ultimi, questo post fa un po' di chiarezza e sfata qualche mito

Aggiungo questa precisazione richiesta dal curatore del sito:
Gli articoli apparsi originariamente su questo sito possono essere riprodotti liberamente,
sia in formato elettronico che su carta, a condizione che
non si cambi nulla, che si specifichi la fonte - il sito web Kelebek http://www.kelebekler.com -
e che si pubblichi anche questa precisazione
Per gli articoli ripresi da altre fonti, si consultino i rispettivi siti o autori

La sicurezza

Copio il post Punti di vista dal blog di Licia Troisi

Sono pienamente d'accordo con Licia. Il razzismo e' una cosa odiosa, sarà che sono stato allevato con i racconti degli schiavi negri portati in america (tanto che alla fine non ne potevo più), ma tutte le discriminazioni che derivano da razza, religione, preferenze sessuali ecc mi trovano sempre in disaccordo: i buoni e i cattivi ci sono dappertutto, non sono fatti genetici ma solitamente sociali. E questo governo di 'sinistra' potrebbe anche fare delle politiche di accoglienza serie anziché fare 'pacchetti sicurezza'. Veltroni poi, dubitavo già di votarlo ora proprio non posso.
Sulle espulsioni ho già detto quello che penso, ora anche i prefetti possono espellere e anche cittadini comunitari a loro insindacabile giudizio! Così fra l'altro si perde completamente il concetto di Europa: già mi sembrava restrittivo dividere il mondo in comunitari ed extra-comunitari, ma ora per salvaguardare gli italiani si possono espellere anche i comunitari, ma allora che comunità è? torniamo al concetto di Italia che con l'Europa unita e con la zona shengen si doveva pian piano trasformare in Europa. Il campo nomadi poi, verrà distrutto, probabilmente per rappresaglia.
Che schifo, ma le pagheremo tutte purtroppo, e probabilmente i nostri figli e questo mi spiace ancora di più.


Punti di vista

Siamo in un ristorante. È giorno. Ampie vetrate, tavoli di legno.
È un periodo particolare. Si fa un gran parlare di crimine e immigrazione, perchè sono successi fatti piuttosto eclatanti, di recente.
Ad un tavolo sono seduti due uomini. Resti di un pasto davanti a loro.
"Certo che non se ne può davvero più".
"Sì, guarda, veramente allucinante…ma se ne stessero a casa loro".
"Come se non bastassero i criminali nostrani".
"Che poi, scusa, prima dell'arrivo di 'sti qui era tutta un'altra cosa. Vengono qua a non fare niente, rubano e ammazzano. Le loro guerre ce le portano dentro casa, a noi che ci facciamo i fatti nostri. Io li caccerei tutti".
"Pienamente d'accordo, guarda".

Piccolo quiz: secondo voi dove si è svolta questa conversazione?
a. siamo in Italia, e a parlare sono due italiani, in merito ai rumeni e a quel che è successo tre giorni fa a Roma
b. siamo in Belgio, e a parlare sono due belgi, in merito all'immigrazione italiana e a quel che è successo a Duisburg pochi giorni prima.

Forse non ha davvero importanza sapere dove quella conversazione è avvenuta. L'essenza è la stessa, il suo senso identico. Anni fa eravamo noi i rumeni della situazione; portavamo la mafia ovunque, eravamo sporchi e facevamo lavori umili, conducendo vite invivibili, che facevano di noi delle bestie. Mi torna in mente Pane e Cioccolata, che spiega molto bene la cosa.
Poi abbiamo iniziato a fare i soldi, e i rumeni sono diventati i napoletani, i siciliani. Vietato l'ingresso ai cani e ai meridionali, scrisse un negoziante torinese sulla vetrina del proprio negozio.
Sono una donna, e non posso non sentire il sangue che mi si rimescola quando penso a quel che è successo a Tor di Quinto. Ho intorno a me persone che amo, senza le quali non potrei vivere, e non posso non sentirmi male se rifletto su quel che sta passando il marito della vittima. Ma affermare "prima dell'ingresso della Romania in europa Roma era la città più sicura del mondo", come ha fatto Veltroni, è lucrare sulla paura, è sparare nel mucchio perchè sai che ora le gente è indignata e vuole quello.
Adesso raderanno al suolo le baracche a Tor di Quinto. Anche la baracca della rom (sì, della rom, di una zingara che rapisce i bambini e viene a rubare nelle nostre case) che ha permesso l'arresto dell'omicida. E quella gente dove andrà? Passerà alla riva di fianco, tirerà su altre baracche, più incazzata di prima? Si riverserà in giro per Roma senza speranza?
Li espelliamo. D'accordo, espelliamoli. Un criminale è un criminale, italiano, rumeno o alieno. Preferirei avere la certezza della pena, piuttosto che vederli rispediti, liberi, a casa, ma diciamo che li espelliamo. Restauriamo la legalità, è l'unica via, è vero. Poi però leggo che esisteranno gli indesiderabili a priori. Gente incensurata. Che però è ritenuta "pericolosa". In base a cosa? A come guarda sulla metro? Al colore degli occhi, alla lunghezza del naso?
Via tutti quelli che non hanno un lavoro. Pensa che io prima o poi vorrei andare a tentare la fortuna in Germania. Ci andrei a cercare lavoro. Fossi rumena e volessi venire in Italia non potrei farlo.
E poi, ma la polizia dove sta? Ma il crimine mi fate capire come intendiamo combatterlo? Ho vissuto a Torre Angela per 23 anni, ci sono nata. Non un bel quartiere, ve l'assicuro. Ho visto una volante della polizia una volta sola.
Ora li cacciamo, e infiliamo tutti nel mucchio, chi è irregolare e lavora in nero 15 ore al giorno e chi stupra e ruba. Tuoniamo contro lo straniero che viola il sacro suolo, guardiamo con sospetto il rumeno accanto a noi in metro. Poi torneranno a popolare gli argini dell'Aniene, di nuovo invisibili. Non ci fermeremo a guardarli, non ci interesserà sapere come conducono le loro vite impossibili, cosa devono fare per sopravvivere. Fino a quando potremo di nuovo sfogare la nostra rabbia su di loro.
A leggere questo, stamattina, mi è tornato in mente Una Vita Violenta, uno dei libri più belli e terribili che ho letto quest'anno. È sempre la solita storia. La società si getta dietro i propri relitti, spinge al margine chi per qualche ragione non riesce a stare al passo. Ne fa delle bestie, e poi si stupisce se da animali si comportano, e inizia a blaterale di razza, di propensione genetica al crimine. Io vi consiglio di dare una letta a quel libro. Per spostare il punto di vista. Non per giustificare. Ovviamente no. Per capire, per cercare una via d'uscita.

Per la cronaca, la scena iniziale è liberamente romanzata da un fatto raccontato su un forum.

venerdì 26 ottobre 2007

100!!!

Il post numero 100 per una questione davvero importante: l'interruzione della settima stagione di una mamma per amica!!!!
Firmate la petizione!!!

I conti della Chiesa

Per par condicio copio questo articolo di Curzio Maltese sui costi della Chiesa.
Non concordo in molte parti: sopratutto mi pare che Maltese dimentichi che tante persone hanno fiducia nella Chiesa e che volentieri destinano una parte delle entrate fiscali per sostenerla. Il trucco dell'8 per mille che viene assegnato anche per chi non ha dato preferenze e' effettivamente un imbroglio, però finanziare i "grandi eventi" a cui partecipano decine di migliaia di persone non mi pare uno scandalo: quanto ci costano i poliziotti alle partite della domenica? gli stipendi degli insegnanti di religione sono poi per una materia facoltativa che viene scelta dai genitori, quando nessuna la chiederà più allora si potranno risparmiare. Per l'esenzione dell'ICI rimando al post La Casta e la Chiesa. Più interessante mi pare la parte finale in cui si analizza lo stato della Chiesa: prima di Ruini meno soldi, ma più partecipazione, dopo Ruini più soldi , più visibilità mediatica, ma meno religiosità: e su questo non posso che concordare, i soldi e il potere rovinano tutti, io mi auspico un ritorno ad una Chiesa povera e dei poveri.
Bellissima la citazione di Ratzinger.

L'otto per mille, le scuole, gli ospedali, gli insegnanti di religione e i grandi eventi
Ogni anno, dallo Stato, arrivano alle strutture ecclesiastiche circa 4 miliardi di euro
I conti della Chiesa
ecco quanto ci costa


di CURZIO MALTESE
"Quando sono arrivato alla Cei, nel 1986, si trovavano a malapena i soldi per pagare gli stipendi di quattro impiegati". Camillo Ruini non esagera. A metà anni Ottanta le finanze vaticane sono una scatola vuota e nera. Un anno dopo l'arrivo di Ruini alla Cei, soltanto il passaporto vaticano salva il presidente dello Ior, monsignor Paul Marcinkus, dall'arresto per il crack del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. La crisi economica è la ragione per cui Giovanni Paolo II chiama a Roma il giovane vescovo di Reggio Emilia, allora noto alle cronache solo per aver celebrato il matrimonio di Flavia Franzoni e Romano Prodi, ma dotato di talento manageriale. Poche scelte si riveleranno più azzeccate. Nel "ventennio Ruini", segretario dall'86 e presidente dal '91, la Cei si è trasformata in una potenza economica, quindi mediatica e politica. In parallelo, il presidente dei vescovi ha assunto un ruolo centrale nel dibattito pubblico italiano e all'interno del Vaticano, come mai era avvenuto con i predecessori, fino a diventare il grande elettore di Benedetto XVI.
Le ragioni dell'ascesa di Ruini sono legate all'intelligenza, alla ferrea volontà e alle straordinarie qualità di organizzatore del personaggio. Ma un'altra chiave per leggerne la parabola si chiama "otto per mille". Un fiume di soldi che comincia a fluire nelle casse della Cei dalla primavera del 1990, quando entra a regime il prelievo diretto sull'Irpef, e sfocia ormai nel mare di un miliardo di euro all'anno. Ruini ne è il dominus incontrastato. Tolte le spese automatiche come gli stipendi dei preti, è il presidente della conferenza episcopale, attraverso pochi fidati collaboratori, ad avere l'ultima parola su ogni singola spesa, dalla riparazione di una canonica alla costruzione di una missione in Africa agli investimenti immobiliari e finanziari.

Dall'otto per mille, la voce più nota, parte l'inchiesta di Repubblica sul costo della chiesa cattolica per gli italiani. Il calcolo non è semplice, oltre che poco di moda. Assai meno di moda delle furenti diatribe sul costo della politica. Il "prezzo della casta" è ormai calcolato in quattro miliardi di euro all'anno. "Una mezza finanziaria" per "far mangiare il ceto politico". "L'equivalente di un Ponte sullo Stretto o di un Mose all'anno".

Alla cifra dello scandalo, sbattuta in copertina da Il Mondo e altri giornali, sulla scia di La Casta di Rizzo e Stella e Il costo della democrazia di Salvi e Villone, si arriva sommando gli stipendi di 150 mila eletti dal popolo, dai parlamentari europei all'ultimo consigliere di comunità montane, più i compensi dei quasi trecentomila consulenti, le spese per il funzionamento dei ministeri, le pensioni dei politici, i rimborsi elettorali, i finanziamenti ai giornali di partito, le auto blu e altri privilegi, compresi buvette e barbiere di Montecitorio.

Per la par condicio bisognerebbe adottare al "costo della Chiesa" la stessa larghezza di vedute. Ma si arriverebbe a cifre faraoniche quanto approssimative, del genere strombazzato nei libelli e in certi siti anticlericali.

Con più prudenza e realismo si può stabilire che la Chiesa cattolica costa in ogni caso ai contribuenti italiani almeno quanto il ceto politico. Oltre quattro miliardi di euro all'anno, tra finanziamenti diretti dello Stato e degli enti locali e mancato gettito fiscale. La prima voce comprende il miliardo di euro dell'otto per mille, i 650 milioni per gli stipendi dei 22 mila insegnanti dell'ora di religione ("Un vecchio relitto concordatario che sarebbe da abolire", nell'opinione dello scrittore cattolico Vittorio Messori), altri 700 milioni versati da Stato ed enti locali per le convenzioni su scuola e sanità. Poi c'è la voce variabile dei finanziamenti ai Grandi Eventi, dal Giubileo (3500 miliardi di lire) all'ultimo raduno di Loreto (2,5 milioni di euro), per una media annua, nell'ultimo decennio, di 250 milioni. A questi due miliardi 600 milioni di contributi diretti alla Chiesa occorre aggiungere il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano, oggi al centro di un'inchiesta dell'Unione Europea per "aiuti di Stato". L'elenco è immenso, nazionale e locale. Sempre con prudenza si può valutare in una forbice fra 400 ai 700 milioni il mancato incasso per l'Ici (stime "non di mercato" dell'associazione dei Comuni), in 500 milioni le esenzioni da Irap, Ires e altre imposte, in altri 600 milioni l'elusione fiscale legalizzata del mondo del turismo cattolico, che gestisce ogni anno da e per l'Italia un flusso di quaranta milioni di visitatori e pellegrini. Il totale supera i quattro miliardi all'anno, dunque una mezza finanziaria, un Ponte sullo Stretto o un Mose all'anno, più qualche decina di milioni.

La Chiesa cattolica, non eletta dal popolo e non sottoposta a vincoli democratici, costa agli italiani come il sistema politico. Soltanto agli italiani, almeno in queste dimensioni. Non ai francesi, agli spagnoli, ai tedeschi, agli americani, che pure pagano come noi il "costo della democrazia", magari con migliori risultati.

Si può obiettare che gli italiani sono più contenti di dare i soldi ai preti che non ai politici, infatti se ne lamentano assai meno. In parte perché forse non lo sanno. Il meccanismo dell'otto per mille sull'Irpef, studiato a metà anni Ottanta da un fiscalista all'epoca "di sinistra" come Giulio Tremonti, consulente del governo Craxi, assegna alla Chiesa cattolica anche le donazioni non espresse, su base percentuale. Il 60 per cento dei contribuenti lascia in bianco la voce "otto per mille" ma grazie al 35 per cento che indica "Chiesa cattolica" fra le scelte ammesse (le altre sono Stato, Valdesi, Avventisti, Assemblee di Dio, Ebrei e Luterani), la Cei si accaparra quasi il 90 per cento del totale. Una mostruosità giuridica la definì già nell'84 sul Sole 24 Ore lo storico Piero Bellini.

Ma pur considerando il meccanismo "facilitante" dell'otto per mille, rimane diffusa la convinzione che i soldi alla Chiesa siano ben destinati, con un ampio "ritorno sociale". Una mezza finanziaria, d'accordo, ma utile a ripagare il prezioso lavoro svolto dai sacerdoti sul territorio, la fatica quotidiana delle parrocchie nel tappare le falle sempre più evidenti del welfare, senza contare l'impegno nel Terzo Mondo. Tutti argomenti veri. Ma "quanto" veri?

Fare i conti in tasca al Vaticano è impresa disperata. Ma per capire dove finiscono i soldi degli italiani sarà pur lecito citare come fonte insospettabile la stessa Cei e il suo bilancio annuo sull'otto per mille. Su cinque euro versati dai contribuenti, la conferenza dei vescovi dichiara di spenderne uno per interventi di carità in Italia e all'estero (rispettivamente 12 e 8 per cento del totale). Gli altri quattro euro servono all'autofinanziamento. Prelevato il 35 per cento del totale per pagare gli stipendi ai circa 39 mila sacerdoti italiani, rimane ogni anno mezzo miliardo di euro che il vertice Cei distribuisce all'interno della Chiesa a suo insindacabile parere e senza alcun serio controllo, sotto voci generiche come "esigenze di culto", "spese di catechesi", attività finanziarie e immobiliari. Senza contare l'altro paradosso: se al "voto" dell'otto per mille fosse applicato il quorum della metà, la Chiesa non vedrebbe mai un euro.

Nella cultura cattolica, in misura ben maggiore che nelle timidissime culture liberali e di sinistra, è in corso da anni un coraggioso, doloroso e censuratissimo dibattito sul "come" le gerarchie vaticane usano il danaro dell'otto per mille "per troncare e sopire il dissenso nella Chiesa". Una delle testimonianze migliori è il pamphlet "Chiesa padrona" di Roberto Beretta, scrittore e giornalista dell'Avvenire, il quotidiano dei vescovi. Al capitolo "L'altra faccia dell'otto per mille", Beretta osserva: "Chi gestisce i danari dell'otto per mille ha conquistato un enorme potere, che pure ha importantissimi risvolti ecclesiali e teologici". Continua: "Quale vescovo per esempio - sapendo che poi dovrà ricorrere alla Cei per i soldi necessari a sistemare un seminario o a riparare la cattedrale - alzerà mai la mano in assemblea generale per contestare le posizioni della presidenza?". "E infatti - conclude l'autore - i soli che in Italia si permettono di parlare schiettamente sono alcuni dei vescovi emeriti, ovvero quelli ormai in pensione, che non hanno più niente da perdere...".

A scorrere i resoconti dei convegni culturali e le pagine di "Chiesa padrona", rifiutato in blocco dall'editoria cattolica e non pervenuto nelle librerie religiose, si capisce che la critica al "dirigismo" e all'uso "ideologico" dell'otto per mille non è affatto nell'universo dei credenti. Non mancano naturalmente i "vescovi in pensione", da Carlo Maria Martini, ormai esiliato volontario a Gerusalemme, a Giuseppe Casale, ex arcivescovo di Foggia, che descrive così il nuovo corso: "I vescovi non parlano più, aspettano l'input dai vertici... Quando fanno le nomine vescovili consultano tutti, laici, preti, monsignori, e poi fanno quello che vogliono loro, cioè chiunque salvo il nome che è stato indicato". Il già citato Vittorio Messori ha lamentato più volte "il dirigismo", "il centralismo" e "lo strapotere raggiunto dalla burocrazia nella Chiesa". Alfredo Carlo Moro, giurista e fratello di Aldo, in uno degli ultimi interventi pubblici ha lanciato una sofferta accusa: "Assistiamo ormai a una carenza gravissima di discussione nella Chiesa, a un impressionante e clamoroso silenzio; delle riunioni della Cei si sa solo ciò che dichiara in principio il presidente; i teologi parlano solo quando sono perfettamente in linea, altrimenti tacciono".

La Chiesa di vent'anni fa, quella in cui Camillo Ruini comincia la sua scalata, non ha i soldi per pagare gli impiegati della Cei, con le finanze scosse dagli scandali e svuotate dal sostegno a Solidarnosc. La cultura cattolica si sente derisa dall'egemonia di sinistra, ignorata dai giornali laici, espulsa dall'universo edonista delle tv commerciali, perfino ridotta in minoranza nella Rai riformata. Eppure è una Chiesa ancora viva, anzi vitalissima. Tanto pluralista da ospitare nel suo seno mille voci, dai teologi della liberazione agli ultra tradizionalisti seguaci di monsignor Lefebrve. Capace di riconoscere movimenti di massa, come Comunione e Liberazione, e di "scoprire" l'antimafia, con le omelie del cardinale Pappalardo, il lavoro di don Puglisi a Brancaccio, l'impegno di don Italo Calabrò contro la 'ndrangheta.
Dopo vent'anni di "cura Ruini" la Chiesa all'apparenza scoppia di salute. È assai più ricca e potente e ascoltata a Palazzo, governa l'agenda dei media e influisce sull'intero quadro politico, da An a Rifondazione, non più soltanto su uno. Nelle apparizioni televisive il clero è secondo soltanto al ceto politico. Si vantano folle oceaniche ai raduni cattolici, la moltiplicazione dei santi e dei santuari, i record di audience delle fiction di tema religioso. Le voci di dissenso sono sparite. Eppure le chiese e le sagrestie si svuotano, la crisi di vocazioni ha ridotto in vent'anni i preti da 60 a 39 mila, i sacramenti religiosi come il matrimonio e il battesimo sono in diminuzione.

Il clero è vittima dell'illusoria equazione mediatica "visibilità uguale consenso", come il suo gemello separato, il ceto politico. Nella vita reale rischia d'inverarsi la terribile profezia lanciata trent'anni fa da un teologo progressista: "La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo". Quel teologo si chiamava Joseph Ratzinger.