Rapporto SIPRI sulle armi: andiamo sempre peggio.
Finche' la nostra economia si basera' in larga parte sulla produzione e vendita di armi, non si potra' fare molto per migliorare il mondo.
Italia ottava per spesa militare, settima per export.
Finmeccanica quinto posto nel mondo e primo in Europa per profitti legati al settore militare.
Come possiamo sperare di fare qualcosa se le società statunitensi e dell’Europa Occidentale realizzano il 92% delle vendite di armamenti nel 2006?
Come possiamo ritenerci innocenti delle sciagure mondiali se produciamo e vendiamo armi ogni anno di piu'?
Un'economia di morte. Le nostre ricchezze grondano sangue.
Spesso penso che in fondo io non faccio nulla contro il terzo mondo, che sono loro che non si sanno governare, che non conoscono la democrazia e si uccidono per rivalse tribali.
Poi leggo questi rapporti e capisco che le cose sono un po' piu' complesse, capisco che tenere nell'ignoranza e nella poverta' milioni di persone ci fa comodo.
Il 20% del mondo consuma l'80% delle ricchezze: ormai e' una frase che non mi fa neppure piu' effetto, sono numeri un po' vuoti, ma se mi fermo a pensarci mi vengono i brividi, anche perche' io sono in quel 20%.
Bisogna cominciare a tagliare le spese militari, a riconvertire l'industria bellica, a mettere fuori legge la vendita di armi, solo dopo questo si potra' parlare di pace, di sviluppo, di cooperazione di democrazia, senza questo sono parole vuote, illusioni.
Cambiano argomento (ma non molto) ho trovato su FaceBook questo gruppo
Numero di matricola sui caschi delle forze dell'ordine! con queste tre proposte:
1. Numero di matricola ben visibile su caschi e divise
2. Responsabilità diretta ed automatica dei superiori nei riguardi delle azioni dei loro sottoposti
3. Sospensione immediata dal servizio in caso di condanna anche di primo grado
Assolutamente condivisibili
mercoledì 26 novembre 2008
venerdì 21 novembre 2008
Capitan Uncino
Gian Piero Steccato, “Capitan Uncino” ha scritto una lettera aperta sul “Caso Eluana” all’On. Eugenia Maria Roccella, sottosegretario di Stato al lavoro, alla salute e alle politiche sociali.
Ho 59 anni e sono affetto da Locked-in Syndrome. Sono rimasto molto colpito dalla decisione di sospendere la nutrizione a Eluana Englaro. Mi sono venuti i brividi quando ho ascoltato la motivazione di questa presa di posizione. Eluana, in salute, aveva ripetutamente detto che avrebbe voluto vivere la sua vita a pieno, altrimenti avrebbe preferito morire. Ma è facile esprimersi così, a vent’anni si è nel pieno delle proprie forze e si crede di essere invincibili. Anch’io quando ero in salute ho ripetuto più volte questa frase, ma quando mi sono trovato “in trappola” e non riuscivo a comunicare, avrei voluto gridare “Fatemi vivere!”.Questo per dire come possono cambiare le cose; quante volte ho sentito genitori dire: “Se mio figlio beve o si droga lo butto fuori casa!”. Per fortuna le cose non vanno così, ci sono milioni di genitori che fanno di tutto per aiutare i figli in queste situazioni e vivono ancora nelle loro famiglie. Quante madri, mogli, famiglie vivono quotidianamente con le disabilità dei loro cari con sacrificio e tanto rispetto e amore? Direi che queste prese di posizione che tendono all’eutanasia non portano rispetto alle “carcasse umane” prodotte dalle gravi disabilità che non possono dire la loro, e a coloro che si prodigano con progetti ed attività (vedi “Casa dei Risvegli”) ad aiutare i pazienti e le loro famiglie. Mi sento anche di affermare che la società odierna, pronta a scoprire la luna o l’impossibile, è la società del “bello”, del “superfluo” e non dell’utile e del rispetto. Dico questo anche in merito alla trasmissione “Porta a Porta” del 13 novembre dove ho sentito le sue parole, onorevole Roccella, ed ho apprezzato e condiviso i suoi messaggi, ma di nuovo rabbrividendo alle affermazioni in trasmissione. Mi sono reso conto che per Eluana non c’è via di scampo. Lei ha avuto la colpa di dire venti anni fa “a gamba sana” (e senza testimoni o scritti), “se non vivo a pieno lasciatemi morire …”. Non credo neanche che il “Testamento biologico” possa essere una soluzione ottimale: che valore avrebbe decidere “ora per allora”? Quando si apre un testamento, prima che venga beneficiato il patrimonio, si guardano mille cavilli e poi si fanno le divisioni, trattandosi di soldi o beni tramutabili in euro. La vita dell’uomo vale meno: nessuna divisione, si sospende la nutrizione e il padre (che rispetto per il suo dolore), i gruppi fanatici, i giudici, non hanno dubbi. Questo mi spaventa e mi fa pensare: io che nella grande sfortuna chiedo di vivere, fino a quando riuscirò a farlo? Fino a che è viva mia moglie che mi vuole ancora bene e mi accudisce senza mai lamentarsi? Se si prova disprezzo nel vedere il filmato di un paziente in coma (in trasmissione hanno chiesto chiarimenti sul consenso della persona non in grado alla decisione) fin quando potrò uscire con la mia carrozzina e godermi il sole, i rumori e l’affetto degli amici e i buffetti dei passanti? Sono una persona cresciuta nell’onestà e nel rispetto delle persone e voglio poter uscire come tutti, non devo scontare nessuna pena e non mi vergogno della mia disabilità.
Carissima onorevole, mi rivolgo alla sua autorevole persona affinché possa aiutarmi a vivere, in questa società che predilige il “bello” e il “comodo” e che non rispetta i valori della vita. Vorrei che i casi come il mio venissero alla luce, che il popolo italiano accogliesse i disabili nella vita di tutti i giorni, in strada, a teatro, nelle feste, nella televisione, perché anche noi abbiamo bisogno di emozioni, della gente, della normalità.
martedì 18 novembre 2008
Ancora Presepe
Nemmeno quest'anno si farà il presepe alla materna Arcobaleno.
Ero partito con grande entusiasmo e fiducia: alla prima riunione dell'anno avrei proposto il presepe! Prima avevo tastato il terreno con qualche genitore e avevo avuto risposte positive.
Arriva finalmente la riunione e quando stanno per parlare le insegnanti di religione Rossella (mia moglie) chiede se è possibile fare il presepe. Subito interviene una mamma dicendo che lei e' atea, quindi contraria, anzi canta perfino in un coro anticlericale!!! (chissà' cosa cantano!) Interviene poi la pedagogista spiegando che non si può imporre a tutti un certo credo, che la scuola deve essere laica e che si devono cercare simboli del Natale validi per tutti.
Cerco di spiegare che vorrei fare il presepe non come simbolo religioso, ma culturale, come l'albero, i regali, babbo natale ecc. Tutti si affrettano a precisare che il presepe è ben diverso e chiaramente confessionale.
Le insegnanti di religione subito intervengono per dire che non vogliono imporre niente a nessuno, allora proviamo a proporre il presepe almeno nelle ore di religione e ci viene detto che se ne parlerà perchè comunque le cose fatte nelle ore di religione vengono appese nella scuola e non si vorrebbe offendere qualcuno appendendo simboli religiosi.
Azz non ce l'ho fatta neanche quest'anno!!!!!!
A parte gli scherzi ciò che mi ha colpito non e' la posizione della mamma atea che comprendo e accetto è quella della pedagogista e delle maestre (anche di religione) che non mi piace.
Mi pare il risultato di un eccessiva paura della religione e in generale di tutto ciò che non e' 'neutro'.
Provo a spiegarmi: sono d'accordo sul non mettere simboli religiosi o politici nelle scuole, su non presentare idee religiose o politiche, sul mantenere l'educazione su idee generalmente condivise, come la tolleranza, il rispetto degli altri ecc. ecc.
In particolare capisco che la religione cattolica sia stata per lungo tempo un po' invasiva, anche perchè una grande maggioranza vi si riconosceva, ma togliere ogni riferimento religioso in tutto ciò che accade mi pare eccessivo.
Il Natale nasce come festa religiosa, perchè negarlo? come già dicevo l'anno scorso sarebbe come festeggiare la primavera il 25 aprile.
Fra le nostre radici culturali c'è anche la religione: cattolica, ma anche gli dei romani e greci, ora anche le influenze islamiche si faranno sentire, perchè escluderle a priori?
Il Natale ha vari simboli: il presepe simbolo religioso che ricorda da dove nasce la festa, l'albero simbolo nordico di rinascita e di forza, Babbo Natale simbolo che nasce religioso (san Nicola) e diventa commerciale (coca cola) di felicita', di dono, di premio per i bambini buoni, poi ci sono le luci segno di festa e allegria, c'è il pranzo famigliare riunione di tutta la famiglia ecc. ecc. perchè dobbiamo toglierne uno?
"Glielo dica lui" diceva la mia dada perche' dare dei lei ad un uomo era inconcepibile dato che in bolognese si usa il voi: ipercorezione dialettale la chiamava la mia prof di italiano.
Ipercorrezione laica vogliama chiamarla?
venerdì 14 novembre 2008
Giustizia
Due notizie importanti oggi:
Eluana Englaro: la corte di cassazione ha respinto il ricorso alla sentenza che permette il distacco del sondino che la alimenta.Scuola Diaz: condannati alcuni poliziotti, ma non i capi.
Sul primo caso ho gia' scritto e ripeto che mi e' difficile pronunciarmi. La Englaro e' in SVP, ma non attaccata ad una macchina, per vivere ha bisogno solo del sondino, di essere alimentata, pero' sono 16 anni che e' in questa condizione, quante speranze ci sono di una ripresa? nessuna.
E' eutanasia? e' accanimento terapeutico? e' una vita da salvaguardare?
Io sono sempre per la vita in ogni sua forma ed in ogni condizione, ma questa e' vita vegetale. Certo che interromperla volontariamente fa tremare, staccare il tubo e aspettare che muoia fa impressione, ma anche continuare questo calvario fa pensare.
La medicina ci ha posto difronte a situazioni estreme come questa (per fortuna poche) e non sappiamo che fare, la legge non c'e' e la cosa tocca problemi molto profondi difficili da risolvere e difficile conciliare le posizioni. Anche il testamento biologico mi pare uno strumento debole: si puo' decidere di non essere rianimati? di non essere curati?
Lo stato deve salvaguardare la liberta' della persona o alcuni principi fondanti?
Anche sulla polizia e alcuni abusi commessi da poliziotti ho gia' scritto.
In questo caso per quanti riguarda i capi mi rimetto alla sentenza dei giudici, anche se il non sapere e' certo una colpa meno grave ma comunque da punire. Io sono stato nell'esercito e mi hanno insegnato che se un soldato sbaglia la colpa va da lui fino al generale, in gradi diversi tutti i superiori sono colpevoli.
Per quanto riguarda i poliziotti invece mi paiono ridicole le pene comminate: dai 3 ai 5 anni.
Mi pare ci sia un buco legislativo: sono accusati di violenza privata e falso ideologico, reati che prevedono queste pene. Ma un conto e' se io prendo un bastone picchio il mio vicino, un altro se un dipendente dello stato, armato e autorizzato ad esercitare violenza, si approfitta della sua posizione, degli strumenti di offesa che gli sono stati forniti e durante una manifestazione attacca in modo violento, eccessivo ed indiscriminato persone indifese.
In questo processo c'era poco da provare, sono evidenti a tutti le modalita' del blitz della polizia: 'macelleria messicana' e' stata definita da un funzionario di polizia.
Ma cio' che mi infastidisce davvero e' l'mpunita' con cui queste cose vengono fatte.
Nel nostro ordinamento giudiziario non sono previste le pene corporali, ma sono di fatto applicate, nelle manifestazioni, nelle carceri, nei commissariati, vengono accettate come un male necessario: allora introduciamole per legge almeno non sara' l'arbitrio di chi mi arresta ma una regola precisa. I violentatori in carcere vengono puniti dagli altri carcerati, lo sanno tutti e a tutti sta bene, se lo meritano.
Ma questo non e' uno stato di diritto!
Abbiamo visto tutti le immagini dei pestaggi in strada, del funzionario che strattona e prende a calci un ragazzino con lo zaino in spalla, abbiamo visto uscire dalla Diaz persone sanguinanti ancora nel sacco a pelo egli altri con le mani sulla testa come fossero dei terroristi, anche sul pullman in cui erano stati caricati dovevano tenere le mani sulla testa, chissa' avrebbero potuto picchiare qualcuno!!
83 feriti di cui 3 in prognosi riservata, ma questo deve fare la polizia?
Le forze dell'ordine sono autorizzate ad usare la violenza per frenare la folla scatenata, per bloccare chi delinque, ma sempre senza eccessi, devono impedire di commettere un reato, accanirsi sulle persone a terra non rientra in queste cose, picchiare persone nel sacco a pelo nemmeno. Potrei capire durante degli scontri di piazza qualche eccesso, anche se pure questi andrebbero puniti, ma all'interno di una scuola? senza alcuna resistenza! e se anche ci fosse stata, e' necessario picchiare fino al sangue, spezzare gambe e braccia? lo sfollagente serve per disperdere la folla, per riattaccare chi attacca con armi simili, per rendere inoffensivo un violento, non per renderlo in fin di vita!
Bisogna chiarire questi punti, non e' possibile andare avanti cosi', deve essere chiaro cosa puo' o non puo' fare un poliziotto e chi sbaglia deve pagare, come prima cosa deve essere espulso dalla polizia, possiamo tenere per strada persone che perdono la testa e massacrano degli innocenti, che non riescono a valutare le situazioni e il tipo di risposta da dare, che non hanno la capacita' di fermarsi???
Invece e' entrato nella normalita' il poliziotto violento, il carcere fisicamente punitivo, le percosse. E nessuno che dica: "chi ha sbagliato paghi chi e' innocente venga scagionato". No o si dice: "polizia fascista!" o "i poliziotti hanno fatto solo il loro dovere".
Penso ci voglia veramente una rifondazione della polizia, un ripensamento generale che coinvolga tutti e porti a decisioni serie e concrete
lunedì 10 novembre 2008
Promesse elettorali
Ecco la lista di 10 promesse fatte in campagna elettorale da Obama che riguardano il mondo intero:
- Ridurre le emissioni di anidride carbonica degli Usa dell’80% entro il 2050 e svolgere un ruolo forte e positivo nel negoziare un trattato vincolante per rimpiazzare il Protocollo di Kyoto in scadenza
- Ritirare le truppe dall’Iraq entro 16 mesi, senza mantenere basi permanenti nel paese
- Stabilire l’obiettivo chiaro di eliminare le armi nucleari dal pianeta
- Chiudere il centro detentivo di Guantanamo Bay
- Raddoppiare gli aiuti Usa per dimezzare la povertà estrema entro il 2015 ed accelerare la lotta a Aids/Hiv, tubercolosi e malaria
- Aprire relazioni diplomatiche con paesi come Iran e Siria, per perseguire la pacifica risoluzione delle tensioni
- De-politicizzare i servizi segreti in modo che non si ripetano mai piu’ manipolazioni come quelle che hanno spinto gli Usa in Iraq
- Lanciare uno sforzo diplomatico all’altezza di fermare le stragi in Darfur
- Accettare di negoziare solo nuovi accordi commerciali che contengano protezioni ambientali e del lavoro
- Investire 150 miliardi di dollari in 10 anni per supportare le energie rinnovabili e raggiungere un milione di auto elettriche in strada entro il 2015
Comunque salta all'occhio come siano innovative rispetto alle promesse alle nostre elezioni, anche Veltroni proponeva sviluppo, infrastrutture, inceneritori, guerra. Finalmente qualcosa di nuovo.
Non voglio con questo unirmi al coro osannante per l'elezione di Obama, per essere eletti in america (ma anche da noi) occorrono alle spalle poteri forti, dire che gli americani hanno scelto per il cambiamento mi pare un po' ingenuo. Intanto ha votato il 64% e di questi la maggioranza ha scelto Obama, quindi circa il 40% della popolazione ha scelto il cambiamento. La cosa positiva secondo me è che i poteri forti dietro ad Obama non sono più i petrolieri, ma esponenti delle energie alternative. La notizia buona è che l'America (non gli americani) ha capito che la guerra continua, il capitalismo selvaggio, le disuguaglianze troppo forti, l'inquinamento, non portano frutti per nessuno, ne' per i ricchi, ne' tantomeno per i poveri.
Qualcosa di buono quindi potrà venire da tutto questo, ma smettiamo di parlare del colore della pelle, importante anche questo, ma chiaramente frutto di uno studio di immagine: proporre un giovane, self made man, nero è stata una scommessa, ma ben studiata.
Sono però molto felice di questa elezione, dopo tante cattive notizie finalmente si muove qualcosa, finalmente si può sperare in tempi migliori.
Forza Obama
P.S. L'immagine è presa dal sito dell'Associazione Sarda per lo studio alla Sindrome di Marfan
mercoledì 5 novembre 2008
Barack Obama
Impensabile fino a qualche anno fa: un nero presidente e un bianco vice sul palco a festeggiare la vittoria con le mogli
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