lunedì 29 maggio 2006
L'Europa
Ho sentito l'altro giorno alla radio che alcuni paesi hanno raggiunto i parametri per entrare in Europa altri no. Non mi sono molto chiari quali sono questi parametri ma si parlava di deficit, di delinquenza e di gestione dell'agricoltura e mi e' venuto da pensare a quali parametri vorrei io per ammettere in Europa un paese oppure no. Si e' detto molte volte che e' stata fatta l'Europa delle banche e non dei popoli, cosa sentita da molti tanto che dove e' stato fatto il referendum sulla costituzione e' stata bocciata. Anche l'annoso problema se inserire o no le radici cristiane nella costituzione mi trova d'accordo: pero’ non semplicemente citandole ma ponendo delle regole che derivano da esse.
Comincio un mio elenco di parametri
1) Diritti umani: rifiuto esplicito della tortura, standard minimi per le carceri e standard almeno di velocita' per i processi.
Vedremmo allora i nostri politici non correre dietro al pil ma alla ristrutturazione delle nostre carceri, sovraffollate e luoghi di continui suicidi.
2) Lavoro: garantire una salario minimo, un massimo di ore di lavoro, ferie, malattia, maternita'.
Credo che solo cosi' potremmo controbattere i cinesi, non mettendo dazi e barriere doganali, ma imponendo il rispetto di standard minimi per i lavoratori, anche a chi vuole commerciare con noi
3) Energia: stabilire limiti di emissioni tipo quelli di Kyoto, imporre un tetto minimo di energie da fonti rinnovabili.
Nemmeno questo c'e' nei parametri attuali tanto che si sta litigando proprio sull'energia!!! L'Europa non possiede molte risorse l'unica possibilita' e puntare su fonti alternative e fare politiche comuni: ad es. sul nucleare dividere costi e benefici.
4) Agricoltura: favorire le colture biologiche e le specificita' locali.
Anche questo per combattere le importazioni: solo producendo prodotti di qualita' potremo contrastare chi produce a basso costo
5) guerra: come da art.11 della nostra costituzione "ripudio della guerra come metodo per la soluzione delle controversie internazionali"
6) ....(si accettano suggerimenti)
Penso che se avessimo questi come parametri potremmo proporci al resto del mondo con piu' serieta' e potremmo pretendere l'applicazione di alcune regole anche da parte degli altri: come dicevo non commerciare con chi non rispetta i diritti dei lavoratori o i diritti umani, oppure fare fronte comune contro le guerre (il caso dell'Iraq e' emblematico). Questo io ritengo sia inserire le radici cristiane nella costituzione e fare un'Europa dei popoli, e non per un'utopia ma per un nostro vantaggio anche economico.
mercoledì 10 maggio 2006
Begli amici
Lo metto solo in risposta a Piergiobbe
Cesare Previti, dopo la condanna a 6 anni per il caso Imi-Sir decisa dalla Cassazione, è nel narcere di Rebibbia. Il mattino seguente alla sentenza, resa pubblica giovedì sera dopo 12 ore di Camera di consiglio, il parlamentare di Forza Italia si è presentato nel carcere romano. Successivamente è stato ammesso nel carcere, dopo che è arrivato da Milano il provvedimento della Procura Generale di esecuzione della pena (sei anni di reclusione) inflittagli a conclusione del processo Imi-Sir.
Berlusconi
Reati estinti per amnistia:
Falsa testimonianza P2
Terreni Macherio, falso in bilancio
Reati estinti per prescrizione:
3 tangenti alla guardia di finanza (attenuanti generiche)
Caso Lentini (depenalizzazione falso in bilancio 2002)
Lodo Mondadori (attenuanti generiche)
SME (legge sulle rogatorie 2001, depenalizzazione falso in bilancio 2002)
Tangenti a Craxi (depenalizzazione falso in bilancio 2002)
Assoluzioni per insufficienza di prove:
Tangente alla guardia di finanza (Telepiu') (assoluzione con formula
dubitativa)
Medusa cinematografica (assoluzione con formula dubitativa)
Sme (secondo capo d'imputazione) (legge sulle rogatorie 2001)
Imputazioni che non costituiscono piu' reato:
Caso All Iberian (depenalizzazione falso in bilancio 2002)
Indagini archiviate:
Traffico di droga
Bilanci Fininvest (depenalizzazione falso in bilancio 2002)
Consolidato Fininvest (depenalizzazione falso in bilancio 2002)
Tangenti fiscali Pay-tv
Stragi 92/93 (scadenza dei termini d'indagine)
Concorso esterno in associazione mafiosa con dell'Utri (scadenza dei termini
d'indagine)
Procedimenti in corso:
Telecinco (sospeso per ovvia questione diplomatica internazionale, in attesa
che Berlusconi non sia piu' Presidente del Consiglio)
Diritti televisivi, falso in bilancio, frode fiscale, appropriazione
indebita (indagini in corso)
Tangenti a David Mills, corruzione giudiziaria (indagini in corso)
Accolto dalla Cassazione il ricorso della Procura Generale di Milano e della
parte civile Cir contro le assoluzioni pronunciate nel processo Lodo
Mondadori (vedi sopra). Il processo dovra' dunque essere rifatto.
Marcello Dell'Utri, fondadatore di FI, parlamentare, stretto consigliere di
Berlusconi
Reati:
Condanna definitiva di 2 anni e 3 mesi di reclusione per frode
fiscale e false fatture.
Condanna di primo grado a 9 anni di reclusione per concorso esterno in
associazione mafiosa.
venerdì 5 maggio 2006
Beata la nazione che non ha bisogno di eroi (Brecht)
BOMBA A KABUL: MORTI 2 MILITARI ITALIANI, 4 SONO FERITI
ROMA - Secondo quanto si e' appreso due dei militari rimasti feriti nell'attentato a Kabul sono morti. Si tratta del tenente Manuel Fiorito e del maresciallo ordinario Luca Polsinelli. Lo ha reso noto lo Stato maggiore della Difesa, dopo che le famiglie sono state avvisate.
Fiorito, in forza al 2/o Reggimento alpini di Cuneo, era nato il 13 febbraio 1979 a Verona, dove era residente. Non era sposato. Polsinelli era invece nato a Orbetello il 20 ottobre 1977 e residente a Sora. Effettivo al 9/o Reggimento Alpini dell'Aquila, anche lui non era sposato.
I feriti sono il caporal maggiore Sc Giarracca, il caporal maggiore Sc Clementini, il caporal maggiore Sc Rivano, il primo caporal maggiore Mastromauro, tutti del secondo reggimento alpini di Cuneo.
L'attentato e' avvenuto nella zona della Musay valley. Sul posto sono intervenuti gli elicotteri del Contingente italiano per l'evacuazione medica d'urgenza del personale coinvolto nell'esplosione.
Secondo quanto si e' appreso, l'attentato e' avvenuto nella zona a sud-est di Kabul dove il convoglio italiano - composto da due veicoli blindati Puma, a bordo del quale c'erano Alpini del II Reggimento di Cuneo - stava svolgendo una attività di pattugliamento.
Riguardo all'ordigno utilizzato due sono le ipotesi: o una mina, oppure un "IED", cioe' una bomba artigianale fatta scoppiare al passaggio del convoglio.
Secondo una prima ricostruzione dello Stato Maggiore della Difesa, l'attentato è avvenuto alle 16:290 ora locale (le 13:50 in Italia). L'esplosione ha investito i due veicoli blindati 'Puma', con a bordo 12 uomini: quello che ha riportato le conseguenze piu' gravi è stato il primo.
Tutti i componenti sono rimasti feriti. Sul posto sono intervenuti immediatamente un elicottero CH-47 dell'Esercito e un Ab 212 dell'Aeronautica militare, che hanno trasportato i feriti all'ospedale da campo tedesco.
Le operazioni di soccorso sono ancora in atto e sono già scattati gli accertamenti per capire la dinamica dell'attentato, la natura dell'ordigno e i responsabili. L'area è stata messa in sicurezza dai militari italiani.
Omelia dell'arcivescovo di Pisa, monsignor Alessandro Plotti
Alcuni brani della dura omelia pronunciata dall'arcivescovo di Pisa, monsignor Alessandro Plotti, in occasione della cerimonia funebre per il maggiore della Folgore Nicola Ciardelli, ucciso nell'attentato di Nassiriya lo scorso 27 aprile.
Nella chiesa di San Nicola di Pisa, sono stati battezzati il figlio del maggiore Ciardelli, il piccolo Niccolo' di due mesi e il cuginetto Matteo, accanto alla bara del maggiore.
«Oggi ha vinto la vita: col battesimo di Niccolò e Matteo è stata battuta la morte».
«Niccolò e Matteo hanno vinto l'odio e il terrorismo, come il perdono vince la vendetta».
"Speriamo che il sacrificio di Nicola serva alla pace, al benessere, alla civiltà, all' uguaglianza tra popoli».
Il vescovo ha poi invitato a «guardare all'innocenza di Nicola e di questi due bambini, di tutti i bambini del mondo, soprattutto di quelli che muoiono a centinaia e migliaia negli innumerevoli conflitti armati che dilagano nel mondo - ha sottolineato - per ribadire, con fermezza e coraggio, che la pace si raggiungerà soltanto quando sapremo mettere al centro del nostro convivere l'innocenza come valore assoluto anche per noi adulti».
«È il trionfo dell'innocenza che vogliamo celebrare oggi. L'innocenza di un soldato buono e generoso che offre la sua vita per la pacificazione di un popolo, e l'innocenza di suo figlio che ha ricevuto il battesimo: tutti e due accomunati in un destino che si trasforma in un accorato appello alla vita e alla speranza».
«La guerra gonfiata per la sete di dominio e di potere e' frutto di scontri tra popoli ricchi e gente costretta a subire l'arroganza di chi ha troppo, e che contrabbandando valori umani e libertari tende a perpetuare situazioni peccaminose di squilibrio economico e sociale, al fine di consolidare il proprio benessere e i propri sporchi traffici.
La morte di Ciardelli e dei suoi colleghi è frutto di questa logica iniqua e perversa».
Nella chiesa di San Nicola di Pisa, sono stati battezzati il figlio del maggiore Ciardelli, il piccolo Niccolo' di due mesi e il cuginetto Matteo, accanto alla bara del maggiore.
«Oggi ha vinto la vita: col battesimo di Niccolò e Matteo è stata battuta la morte».
«Niccolò e Matteo hanno vinto l'odio e il terrorismo, come il perdono vince la vendetta».
"Speriamo che il sacrificio di Nicola serva alla pace, al benessere, alla civiltà, all' uguaglianza tra popoli».
Il vescovo ha poi invitato a «guardare all'innocenza di Nicola e di questi due bambini, di tutti i bambini del mondo, soprattutto di quelli che muoiono a centinaia e migliaia negli innumerevoli conflitti armati che dilagano nel mondo - ha sottolineato - per ribadire, con fermezza e coraggio, che la pace si raggiungerà soltanto quando sapremo mettere al centro del nostro convivere l'innocenza come valore assoluto anche per noi adulti».
«È il trionfo dell'innocenza che vogliamo celebrare oggi. L'innocenza di un soldato buono e generoso che offre la sua vita per la pacificazione di un popolo, e l'innocenza di suo figlio che ha ricevuto il battesimo: tutti e due accomunati in un destino che si trasforma in un accorato appello alla vita e alla speranza».
«La guerra gonfiata per la sete di dominio e di potere e' frutto di scontri tra popoli ricchi e gente costretta a subire l'arroganza di chi ha troppo, e che contrabbandando valori umani e libertari tende a perpetuare situazioni peccaminose di squilibrio economico e sociale, al fine di consolidare il proprio benessere e i propri sporchi traffici.
La morte di Ciardelli e dei suoi colleghi è frutto di questa logica iniqua e perversa».
giovedì 4 maggio 2006
Dues caritas est
Riporto alcuni brani della prima enciclica di Benedetto XVI che mi e' parsa molto bella
La carita' come compito fondamentale
Con il passare degli anni e con il progressivo diffondersi della Chiesa, l'esercizio della carità si confermò come uno dei suoi ambiti essenziali, insieme con l'amministrazione dei Sacramenti e l'annuncio della Parola: praticare l'amore verso le vedove e gli orfani, verso i carcerati, i malati e i bisognosi di ogni genere appartiene alla sua essenza tanto quanto il servizio dei Sacramenti e l'annuncio del Vangelo. La Chiesa non può trascurare il servizio della carità così come non può tralasciare i Sacramenti e la Parola.
L'intima natura della Chiesa si esprime in un triplice compito: annuncio della Parola di Dio (kerygma-martyria), celebrazione dei Sacramenti (leiturgia), servizio della carità (diakonia). Sono compiti che si presuppongono a vicenda e non possono essere separati l'uno dall'altro. La carità non è per la Chiesa una specie di attività di assistenza sociale che si potrebbe anche lasciare ad altri, ma appartiene alla sua natura, è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza.
La politica e la giustizia
Il giusto ordine della società e dello Stato è compito centrale della politica. Uno Stato che non fosse retto secondo giustizia si ridurrebbe ad una grande banda di ladri, come disse una volta Agostino: « Remota itaque iustitia quid sunt regna nisi magna latrocinia? ».[18] Alla struttura fondamentale del cristianesimo appartiene la distinzione tra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio (cfr Mt 22, 21), cioè la distinzione tra Stato e Chiesa o, come dice il Concilio Vaticano II, l'autonomia delle realtà temporali.[19] Lo Stato non può imporre la religione, ma deve garantire la sua libertà e la pace tra gli aderenti alle diverse religioni; la Chiesa come espressione sociale della fede cristiana, da parte sua, ha la sua indipendenza e vive sulla base della fede la sua forma comunitaria, che lo Stato deve rispettare. Le due sfere sono distinte, ma sempre in relazione reciproca.
La giustizia è lo scopo e quindi anche la misura intrinseca di ogni politica. La politica è più che una semplice tecnica per la definizione dei pubblici ordinamenti: la sua origine e il suo scopo si trovano appunto nella giustizia, e questa è di natura etica. Così lo Stato si trova di fatto inevitabilmente di fronte all'interrogativo: come realizzare la giustizia qui ed ora? Ma questa domanda presuppone l'altra più radicale: che cosa è la giustizia? Questo è un problema che riguarda la ragione pratica; ma per poter operare rettamente, la ragione deve sempre di nuovo essere purificata, perché il suo accecamento etico, derivante dal prevalere dell'interesse e del potere che l'abbagliano, è un pericolo mai totalmente eliminabile.
In questo punto politica e fede si toccano. Senz'altro, la fede ha la sua specifica natura di incontro con il Dio vivente — un incontro che ci apre nuovi orizzonti molto al di là dell'ambito proprio della ragione. Ma al contempo essa è una forza purificatrice per la ragione stessa. Partendo dalla prospettiva di Dio, la libera dai suoi accecamenti e perciò l'aiuta ad essere meglio se stessa. La fede permette alla ragione di svolgere in modo migliore il suo compito e di vedere meglio ciò che le è proprio. È qui che si colloca la dottrina sociale cattolica: essa non vuole conferire alla Chiesa un potere sullo Stato. Neppure vuole imporre a coloro che non condividono la fede prospettive e modi di comportamento che appartengono a questa. Vuole semplicemente contribuire alla purificazione della ragione e recare il proprio aiuto per far sì che ciò che è giusto possa, qui ed ora, essere riconosciuto e poi anche realizzato.
La dottrina sociale della Chiesa argomenta a partire dalla ragione e dal diritto naturale, cioè a partire da ciò che è conforme alla natura di ogni essere umano. E sa che non è compito della Chiesa far essa stessa valere politicamente questa dottrina: essa vuole servire la formazione della coscienza nella politica e contribuire affinché cresca la percezione delle vere esigenze della giustizia e, insieme, la disponibilità ad agire in base ad esse, anche quando ciò contrastasse con situazioni di interesse personale. Questo significa che la costruzione di un giusto ordinamento sociale e statale, mediante il quale a ciascuno venga dato ciò che gli spetta, è un compito fondamentale che ogni generazione deve nuovamente affrontare. Trattandosi di un compito politico, questo non può essere incarico immediato della Chiesa. Ma siccome è allo stesso tempo un compito umano primario, la Chiesa ha il dovere di offrire attraverso la purificazione della ragione e attraverso la formazione etica il suo contributo specifico, affinché le esigenze della giustizia diventino comprensibili e politicamente realizzabili.
La carita' qui e ora
L'attività caritativa cristiana deve essere indipendente da partiti ed ideologie. Non è un mezzo per cambiare il mondo in modo ideologico e non sta al servizio di strategie mondane, ma è attualizzazione qui ed ora dell'amore di cui l'uomo ha sempre bisogno.
In verità, l'umanizzazione del mondo non può essere promossa rinunciando, per il momento, a comportarsi in modo umano. Ad un mondo migliore si contribuisce soltanto facendo il bene adesso ed in prima persona, con passione e ovunque ce ne sia la possibilità, indipendentemente da strategie e programmi di partito
L'amore è gratuito
La carità, inoltre, non deve essere un mezzo in funzione di ciò che oggi viene indicato come proselitismo. L'amore è gratuito; non viene esercitato per raggiungere altri scopi.[30] Ma questo non significa che l'azione caritativa debba, per così dire, lasciare Dio e Cristo da parte. È in gioco sempre tutto l'uomo.
Chi esercita la carità in nome della Chiesa non cercherà mai di imporre agli altri la fede della Chiesa. Egli sa che l'amore nella sua purezza e nella sua gratuità è la miglior testimonianza del Dio nel quale crediamo e dal quale siamo spinti ad amare. Il cristiano sa quando è tempo di parlare di Dio e quando è giusto tacere di Lui e lasciar parlare solamente l'amore. Egli sa che Dio è amore (cfr 1 Gv 4, 8) e si rende presente proprio nei momenti in cui nient'altro viene fatto fuorché amare.
L'azione pratica resta insufficiente se in essa non si rende percepibile l'amore per l'uomo, un amore che si nutre dell'incontro con Cristo.
A volte l'eccesso del bisogno e i limiti del proprio operare potranno esporlo alla tentazione dello scoraggiamento. Ma proprio allora gli sarà d'aiuto il sapere che, in definitiva, egli non è che uno strumento nelle mani del Signore; si libererà così dalla presunzione di dover realizzare, in prima persona e da solo, il necessario miglioramento del mondo. In umiltà farà quello che gli è possibile fare e in umiltà affiderà il resto al Signore. È Dio che governa il mondo, non noi.
La preghiera
L'esperienza della smisuratezza del bisogno può, da un lato, spingerci nell'ideologia che pretende di fare ora quello che il governo del mondo da parte di Dio, a quanto pare, non consegue: la soluzione universale di ogni problema. Dall'altro lato, essa può diventare tentazione all'inerzia sulla base dell'impressione che, comunque, nulla possa essere realizzato. In questa situazione il contatto vivo con Cristo è l'aiuto decisivo per restare sulla retta via: né cadere in una superbia che disprezza l'uomo e non costruisce in realtà nulla, ma piuttosto distrugge, né abbandonarsi alla rassegnazione che impedirebbe di lasciarsi guidare dall'amore e così servire l'uomo.
La preghiera come mezzo per attingere sempre di nuovo forza da Cristo, diventa qui un'urgenza del tutto concreta.
Si puo' trovare tutta sul sito della Santa Sede
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