Pensate, per esempio, alla vostra azione di cittadini nella vita civile. Un uomo consapevole che il mondo - e non solo il tempio - è il luogo del suo incontro con Cristo, ama questo mondo, si sforza di raggiungere una buona preparazione intellettuale e professionale, e va formando - in piena libertà - il proprio criterio sui problemi dell'ambiente in cui opera; e di conseguenza prende le sue decisioni che, essendo decisioni di un cristiano, sono anche frutto di una riflessione personale, umilmente intesa a cogliere la Volontà di Dio in questi particolari piccoli e grandi della vita.
Ma a questo cristiano non viene mai in mente di credere o di dire che lui scende dal tempio al mondo per rappresentare la Chiesa, e che le sue scelte sono "le soluzioni cattoliche" di quei problemi. Questo non va, figli miei! Un atteggiamento del genere sarebbe clericalismo, "cattolicesimo ufficiale" o come volete chiamarlo. In ogni caso, vuol dire violentare la natura delle cose. Dovete diffondere dappertutto una vera "mentalità laicale", che deve condurre a tre conclusioni:
a essere sufficientemente onesti da addossarsi personalmente il peso delle proprie responsabilità;
a essere sufficientemente cristiani da rispettare i fratelli nella fede che propongono - nelle materie opinabili - soluzioni diverse da quel le che sostiene ciascuno di noi;
e a essere sufficientemente cattolici da non servirsi della Chiesa, nostra Madre, immischiandola in partigianerie umane.
(...)
Interpretate quindi le mie parole per quello che sono: un appello all'esercizio - tutti i giorni! e non solo nelle situazioni di emergenza - dei vostri diritti; e all'esemplare compimento dei vostri doveri di cittadini - nella vita politica, nella vita economica, nella vita universitaria, nella vita professionale - addossandovi coraggiosamente tutte le conseguenze delle vostre libere decisioni, assumendo la responsabilità dell'indipendenza personale che vi spetta. E questa cristiana "mentalità laicale" vi consentirà di evitare ogni intolleranza e ogni fanatismo, ossia - per dirlo in modo positivo - vi farà convivere in pace con tutti i vostri concittadini e favorire anche la convivenza nei diversi ordini della vita sociale.
(Amare il mondo appasionatamente - Josemarìa Escrivà de Balaguer fondatore dell'Opus dei)
3 commenti:
Giustissimo, il rischio di clericalismo è elevato. Va sottolineato, solo per la comprensione, che Escrivà sottolinea come si debbano rispettare i pareri degli altri solo nelle "materie opinabili" (per cui, ad esempio, sono esclusi i valori irrinunciabili di vita, famiglia e educazione, così come il Decalogo, così come il magistero della Chiesa). Inoltre, Escrivà parlava ad un mondo meno secolarizzato del nostro, oggi, forse, non sarebbe dispiaciuto dalle dotte riflessioni di alcuni atei devoti.Chissà...
Rimane comunque che chi si serve della Chiesa per questioni politiche è sicuramente nel torto.
Non sono del tutto d'accordo. Escriva' parla di "materie opinabili", per tutto cio' che non e' dogma. I valori irrinunciabili non rientrano in questo, in quanto e' vero che non si possono negare, ma come applicarli, con quli leggi, in quali situazioni diventa "materia opinabile". E' questa secondo me l'importanza dell'affermazione del fondatore dell'Opus dei: i comandamenti sono chiari, l'adesione al cristianesimo prevede l'accettazione di certe idee, ma come applicarle e' oggetto di discussione. Per questo l'Opera istruisce sulla dotrina della chiesa, ma non organizza manifestazioni o raccolte firme. L'idea e' che tu ricevi formazione e poi vai nel mondo ad applicarla, nei piu' diversi contesti, nelle piu' varie formazioni cattoliche e no, nelle forme che tu ritieni piu' opportune.
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