Da oggi inizia una nuova rubrica su il Replicante: Pa3.
Prendo in prestito questa sigla da il Manuale di sopravvivenza del padre contemporaneo - Diventare Pa3 in poche, oculate mosse di Gianni Biondillo, Severino Colombo.
Pa3 si può leggere come Pa al cubo: se Pa al quadrato è Papà, Pa al cubo è qualcosa di più. Oppure semplicemente alla latina Pa-ter
Il Pa3 è una nuova figura di padre che non si vuole sovrapporre né sostituire alla madre, ma rivendica la sua posizione e importanza nell'educazione dei figli e nella conduzione della casa.
Sono particolarmente affezionato a questa figura, un po' perchè immodestamente mi ci riconosco, un po' perchè penso sia ormai irrinunciabile ed essenziale.
Dico sempre ai miei amici che noi uomini abbiamo sbagliato generazione. Siamo infatti la classica generazione di mezzo divisa fra il doversi occupare dei figli e l'essere visti ancora come casi strani. Trovo soprattutto difficile il rapporto con le nonne, per le quali il fatto che un uomo dica la sua sui figli è, più che strano, davvero inconcepibile: ti guardano con aria tra il condiscendente e lo stupito e ti liquidano con un'alzata di spalle.
Ho trovato sul sito bobbe questa citazione dal libro I miti del nostro tempo di Galimberti: “(la madre fa) sacrificio del suo tempo, del suo corpo, del suo spazio, del suo sonno, delle sue relazioni, del suo lavoro, della sua carriera, dei suoi affetti e anche amori, altri dall'amore per il figlio”, ma questo non vale anche per i papà? O almeno per alcuni. Ma la nostra società non pare abbia ancora recepito questa situazione. Anche per l'uomo la nascita di un figlio è uno sconvolgimento totale.
Negli ultimi tempi si è giustamente cominciato a discutere seriamente della condizione della donna divisa fra lavoro e famiglia, delle sue difficoltà, delle discriminazioni che subisce, della fatica a conciliare il tutto, in una società che pretende professionalità, ma non da aiuti. Si parla della famiglia nucleare che non riceve più aiuto da nonni e zii.
Non si parla però quasi mai dei padri. Delle stesse difficoltà che incontra a gestire lavoro e famiglia, ad avere congedi per paternità, assenze per malattie bambino. E senza nemmeno avere un supporto dai propri padri i quali difficilmente si occupavano della prole (felice eccezione mio padre).
Trovo in rete molti blog femminili sulla cura della prole, e molti siti di scambio informazioni fra mamme. Scrive ad esempio Emily nella discusione Mamme del Ghetto: felici o sull'orlo di una crisi di nervi?
vogliamo dire quanto è importante per una madre una "Rete" che funzioni.. fatta di altre madri con cui tenere i figli "a turno" regalandosi un po' di tempo, di amiche pronte ad ascoltare, di strutture come i consultori in cui le persone ascoltino senza fare prediche e aiutino a capire, ad accettare ma anche a cambiare quello che non va. il vero problema delle madri è quando restano "sole"con i loro problemi, con le loro rabbie, con la voglia di scappare che viene in certi momenti...senza questa Rete non ce l'avrei fatta a superare certi momenti in cui una figlia adolescente ti sconvolge la vita e ti sembra che nulla tornerà a posto...
Nulla invece sugli uomini. Ma noi non abbiamo bisogno di una rete? Non ci viene voglia di scappare, non ci sentiamo soli con i nostri problemi?
E poi il tutto viene sempre visto in modo univoco: la madre fa, la madre dice, la madre pensa. Ma non si è in due in coppia? Se il padre non fa nulla lo si dovrà stimolare o costringere, non lasciarlo fare e cercare aiuti esterni.
Vorrei colmare questa lacuna perchè penso che vedere le cose da un punto di vista maschile possa portare novità e miglioramenti (è possibile anche peggioramenti).
Ad es. per i lavori domestici trovo alcune cose davvero troppo faticose e impegnative rispetto al risultato e non capisco perchè non si sia pensato a qualcosa di meglio.
Il mio amico Matteo dice che le donne non hanno mentalità scientifica.
Non so se sia vero, per quanto riguarda i lavori di casa io penso più che altro che siano state fregate. Agli uomini non è mai importato molto cercare di migliorare la situazione perchè non li facevano loro. Le donne facendo 'solo' quelli e non essendo prese dalla frenetica vita moderna, non si preoccupavano troppo di cambiare. Ma stiamo sicuri che se gli uomini avessero stirato non avremmo ancora i ferri da stiro che differiscono da quelli delle nostre nonne solo perchè si riscaldano elettricamente!!!
Per l'educazione dei bambini penso che l'uomo possa aggiungere tranquillità, serenità, autorevolezza, aiuto nel distacco dai figli che crescono. Forse anche queste sono sovrastrutture culturali, ma le madri tendono ad essere più apprensive, più possessive, certo anche più attente e preparate. Gli uomini sono più freddi, sentono meno il distacco che per la madre è stato anche fisico, tendono a stimolare i bambini (anche per cerare di liberarsi).
Credo che l'interazione fra queste due figure porti benefici e non la iper presenza di una delle due.
Scriverò quindi post sui figli, sull'educazione, sulla casa... e mi piacerebbe confrontarmi con altri Pa3 ma anche con altre mamme o vogliamo chiamarle Ma3?
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