martedì 16 dicembre 2008
L'uomo e la vita
Interessante l'Istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede "Dignitas personae. Su alcune questioni di bioetica" anche se un po' teorica in alcuni punti, molto belle le conclusioni che riporto qui sotto.
L'insegnamento della Chiesa parte da considerazioni giuste ed importanti sulla dignità dell'uomo, sulla sacralità della vita, sull'essere dalla parte dei più deboli. In alcuni punti, ad esempio sulla famiglia, mi pare però si leghi troppo ad alcune considerazioni teoriche e scenda poco nello specifico, nella realtà di tutti i giorni. Certo l'istruzione vuole dare linee guida non affrontare tutti i singoli casi, ma alcune affermazioni risultano un po' secche e inammovibili quando invece tutto dovrebbe essere sempre riportato alle difficoltà della realtà.
Molto interessante anche l'intervento di Vittorio Possenti Vita, disporne liberamente che, con uno stile forse un po' complesso, analizza il concetto di vita indisponibile, di rapporto tra persona e tecnica e di accanimento terapeutico
CONCLUSIONE
L’insegnamento morale della Chiesa è stato talvolta accusato di contenere troppi divieti. In realtà esso è
fondato sul riconoscimento e sulla promozione di tutti i doni che il Creatore ha concesso all’uomo, come la
vita, la conoscenza, la libertà e l’amore. Un particolare apprezzamento meritano perciò non soltanto le attività conoscitive dell’uomo, ma anche quelle pratiche, come il lavoro e l’attività tecnologica. Con queste ultime,
infatti, l’uomo, partecipe del potere creatore di Dio, è chiamato a trasformare il creato, ordinandone le
molteplici risorse in favore della dignità e del benessere di tutti gli uomini e di tutto l’uomo, e ad esserne
anche il custode del valore e dell’intrinseca bellezza.
Ma la storia dell’umanità è testimone di come l’uomo abbia abusato, e abusi ancora, del potere e delle
capacità che gli sono state affidate da Dio, dando luogo a diverse forme di ingiusta discriminazione e di
oppressione nei confronti dei più deboli e dei più indifesi. I quotidiani attentati contro la vita umana;
l’esistenza di grandi aree di povertà nelle quali gli uomini muoiono di fame e di malattia, esclusi dalle risorse
conoscitive e pratiche di cui invece dispongono in sovrabbondanza molti Paesi; uno sviluppo tecnologico ed
industriale che sta creando il concreto rischio di un crollo dell’ecosistema; l’uso delle ricerche scientifiche
nell’ambito della fisica, della chimica e della biologia per scopi bellici; le numerose guerre che ancor oggi
dividono popoli e culture, sono, purtroppo, soltanto alcuni segni eloquenti di come l’uomo possa fare un
cattivo uso delle sue capacità e diventare il peggior nemico di se stesso, perdendo la consapevolezza della sua alta e specifica vocazione di essere collaboratore dell’opera creatrice di Dio.
Parallelamente la storia dell’umanità manifesta un reale progresso nella comprensione e nel riconoscimento
del valore e della dignità di ogni persona, fondamento dei diritti e degli imperativi etici con cui si è cercato e
si cerca di costruire la società umana. Proprio in nome della promozione della dignità umana si è, perciò,
vietato ogni comportamento ed ogni stile di vita che risultava lesivo di tale dignità. Così, per esempio, i
divieti, giuridico-politici e non solo etici, nei confronti delle varie forme di razzismo e di schiavitù, delle
ingiuste discriminazioni ed emarginazioni delle donne, dei bambini, delle persone malate o con gravi
disabilità, sono testimonianza evidente del riconoscimento del valore inalienabile e dell’intrinseca dignità di
ogni essere umano e segno di un progresso autentico che percorre la storia dell’umanità. In altri termini, la
legittimità di ogni divieto si fonda sulla necessità di tutelare un autentico bene morale.
Se il progresso umano e sociale si è inizialmente caratterizzato soprattutto attraverso lo sviluppo
dell’industria e della produzione dei beni di consumo, oggi si qualifica per lo sviluppo dell’informatica, delle
ricerche nel campo della genetica, della medicina e delle biotecnologie applicate anche all’uomo, settori di
grande importanza per il futuro dell’umanità nei quali, però, si verificano anche evidenti e inaccettabili abusi.
«Come un secolo fa ad essere oppressa nei suoi fondamentali diritti era la classe operaia, e la Chiesa con
grande coraggio ne prese le difese, proclamando i sacrosanti diritti della persona del lavoratore, così ora,
quando un’altra categoria di persone è oppressa nel diritto fondamentale alla vita, la Chiesa sente di dover
dare voce con immutato coraggio a chi non ha voce. Il suo è sempre il grido evangelico in difesa dei poveri
del mondo, di quanti sono minacciati, disprezzati e oppressi nei loro diritti umani» [59].
In virtù della missione dottrinale e pastorale della Chiesa, la Congregazione per la Dottrina della Fede si è
sentita in dovere di riaffermare la dignità e i diritti fondamentali e inalienabili di ogni singolo essere umano,
anche negli stadi iniziali della sua esistenza, e di esplicitare le esigenze di tutela e di rispetto che il
riconoscimento di tale dignità a tutti richiede.
L’adempimento di questo dovere implica il coraggio di opporsi a tutte quelle pratiche che determinano una
grave e ingiusta discriminazione nei confronti degli esseri umani non ancora nati, che hanno la dignità di
persona, creati anch’essi ad immagine di Dio. Dietro ogni “no” rifulge, nella fatica del discernimento tra il
bene e il male, un grande “sì” al riconoscimento della dignità e del valore inalienabili di ogni singolo ed
irripetibile essere umano chiamato all’esistenza.
I fedeli si impegneranno con forza a promuovere una nuova cultura della vita, accogliendo i contenuti di
questa Istruzione con l'assenso religioso del loro spirito, sapendo che Dio offre sempre la grazia necessaria per osservare i suoi comandamenti e che in ogni essere umano, soprattutto nei più piccoli, si incontra Cristo stesso (cf. Mt 25, 40). Anche tutti gli uomini di buona volontà, in particolare i medici e i ricercatori aperti al confronto e desiderosi di raggiungere la verità, sapranno comprendere e condividere questi principi e
valutazioni, volti alla tutela della fragile condizione dell’essere umano nei suoi stadi iniziali di vita e alla
promozione di una civiltà più umana.
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