martedì 30 dicembre 2008
350 a 5
Questo il conto delle vittime palestinesi e israeliane.
La differenza mi pare evidente, non voglio certo approvare il lancio di razzi su città indifese, ma rispondere a degli attacchi con poche conseguenze (nessun morto fino all'inizio delle ostilità) con l'operazione 'piombo fuso' ma pare davvero eccessivo.
Quello che mi da fastidio ancora una volta è la prepotenza dei violenti, l'impunita' dei potenti.
Nessuno che dica che quello che fa Israele e' un crimine di guerra, un genocidio e un crimine contro l'umanità, a parte qualche 'comunista' 'anti-semita'. I giornali, i politici, i potenti del mondo si affrettano a dire che Israele ha il diritto di difendersi, che "se lanciassero razzi sulla mia casa mi difenderei in tutti i modi" (Obama sigh!), che Hamas se l'e' cercata, certo la reazione e' stata un po' eccessiva, si chiede il cessate il fuoco, ma solo se Hamas smette di lanciare razzi.
E' chiaro che e' tutta propaganda e difesa di uno stato indifendibile. Perche' Israele e' intoccabile mentre l'Iraq era attaccabile? Perche' i palestinesi non hanno diritto ad una terra, dopo che la loro e' stata regalata gli ebrei dagli inglesi?
La situazione è molto complessa, 60 anni di guerra hanno reso le cose difficile da risolvere, ma appoggiare sempre indiscriminatamente Israele perche' e' l'avamposto dell'occidente in medio oriente e' criminale. Non si ottiene niente con la violenza, con l'oppressione, con la menzogna.
La Palestina ne e' la prova: 60 anni di guerra e siamo al punto di partenza, quanti attentati hanno fatto i terroristi e quante operazioni militari ha fatto l'esercito israeliano, quante intifade, quanti posti di blocco? e siamo sempre li'.
Sempre sangue, sempre morti, sempre oppressione e ingiustizia, sempre incertezza del furutro da entrambe le parti.
E allora basta!! basta armare i contendenti, basta appoggiare uno o l'altro sempre, basta rafforzare i violenti e affossare i pacifici! Due popoli, due stati. E soldi per far riprendere l'economia palestinese e sostenere Israele, ma con la condizione che non comprino armi, ma facciano scuole, strade, pozzi.
Non muri ma ponti!
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3 commenti:
Hamas è un branco di terroristi provocatori. Che abbiano vinto le elezioni è una vergogna, paragonabile alle elezioni vinte da nazisti o fascisti. Se ne fregano delle conseguenze e continuano a sparare quei c.... di razzi per passare da martiri, fregandosene delle conseguenze sui civili. Come Hezbollah che usava donne e bambini come scudi... Non riesco a capire perché la popolazione non si ribelli e soprattutto non riesco a capire perché continui a sostenere questa gentaglia, così come fai tu che la giustifichi...
Buon anno!
Nepo
Scusa ma il tuo commento mi pare un po' superficiale: condensi 60 anni anni di guerre, attentati, bombe ecc. in una frase: Hamas e' un gruppo terrorista. Un po' facile e parecchio banale. Fra l'altro ho detto subito di essere contrario ai missili come a qualunque opzione violenta, dire che giustifico....
Luquidare la vittoria alle elezioni di Hamas riconducendola a quella dei nazisti e' poi assolutamente anti-democratico, sono state elezioni libere e controllate da osservatori internazionali, se chi ha vinto non ci va bene potremo dirlo, ma non per questo possiamo opporci. Anche a menon e' piaciuta l'elezione di Bush per due vole, ma non ho mica bombardato la casa bianca!!! Sul fatto che la popolazione non si ribelli siamo al paradosso: anni e anni di occupazione israleiana, al-fatah corrotta e collusa, Hamas nella sua follia porta comunque una speranza a chi speranze non ha piu', e' purtoppo normale appoggiare i vioenti ine tempi di crisi, sopratutto quando i pacifici vengono soppressi da entrambe le fazioni.
Come ben sai sono contrario a qualunque discriminazione, quindi gli ebrei sono miei fratelii come e piu' degli alrti (essendolo anchenella fede), ma contesto la politca dello stato di Israle e la connivenza degli stati occidentali. Come condanno i razzi e le violenze di Hamas.
Accetto le scuse ma sottolineo il fatto che nella tua risposta siano un po' venute a mancare la tua proverbiale tolleranza e il rispetto delle idee altrui.
Comunque per darti risposte piu' autorevoli ti copio incollo un articolo di un ebreo moderato e intelligente, spero tu sappia leggerlo con mente piu' libera di quanto abbia letto il mio commento:
"11 gennaio 2009
Cosa deve fare la chiesa per combattere davvero Hamas
Dal Foglio di mercoledì 7 gennaio
Nessuna persona sensata può immaginare che risuoni in Piazza San Pietro un invito a imbracciare le armi. Ciò non vuol dire che l’invito del Papa a deporre le armi e al dialogo sia rituale. In sintonia con quanto ha scritto Giuliano Ferrara il 5 gennaio, condividiamo il senso morale di quell’invito. Tuttavia, tra il magistero spirituale e la realtà politica vi sono passaggi intermedi complessi che Roberto Formigoni, Mario Mauro e Maurizio Lupi hanno scavalcato affrettatamente sostenendo, nell’appello “Politici con il Papa per la Terrasanta”, che possa darsi un’applicazione politica immediata di quel pronunciamento morale.
Da giorni Mario Mauro ammoniva che “se Israele non compie un ‘sussulto di saggezza’ le conseguenze potrebbero essere nefaste”, intendendo per sussulto di saggezza l’interruzione immediata dell’intervento militare, un cessate il fuoco permanente e la ripresa del processo di pace. Ci scusiamo di sottoporre con qualche puntiglio all’esame della logica questi interventi e l’appello: alla fin fine si sta parlando di qualcosa che deve avere uno sbocco concreto, ovvero la fine di morti e violenze. Fuori dalla concretezza saremmo a una forma di elusione che starebbe al senso morale come il diavolo all’acquasanta.
Troviamo apprezzabile in questi interventi la denuncia chiara delle responsabilità di Hamas nell’aver causato questa crisi, della sua natura di movimento che ha come scopo primario la distruzione dello stato di Israele e che tiene in ostaggio la popolazione palestinese rendendo la vita impossibile a quella israeliana. Bene. E allora che fare? Si esclude che abbia senso e utilità qualsiasi tentativo di indurre Hamas alla responsabilità e al dialogo. Viceversa si ammonisce Israele a evitare l’errore di concludere dalla efferatezza di Hamas che l’unico modo di ottenere sicurezza e convivenza pacifica sia il ricorso alla forza. Tocca a Israele cessare il fuoco allo scopo di riattivare il processo di pace. Con chi? Su questo l’appello non dice nulla, mentre Mauro parla dell’Anp e di Abu Mazen, e si riferisce alle risoluzioni Onu e alle vie indicate dalla presidenza francese dell’Unione europea.
A parte il fatto che le risoluzioni Onu e le indicazioni europee equivalgono al vuoto pneumatico, non sarebbe male ricordare che proprio il ritiro da Gaza fu pensato come il primo passo di un processo che doveva condurre alla concreta fondazione di uno stato palestinese. Solo che in questo processo si inserì Hamas, che prese il potere con la forza a Gaza e sostituì a quell’obiettivo il proprio: la guerra santa per la liberazione dell’intera Palestina dall’“entità sionista”. Fu la lungimirante comunità internazionale a consentire a Hamas di partecipare alle elezioni. Il suo successo elettorale viene ancora addotto da certi analfabeti della democrazia per dire che il potere di Hamas è legittimo, non rendendosi conto che l’ammettere al voto chi ha un programma eversivo rappresenta già di per sé la morte della democrazia.
Insomma, o perché Hamas è legittimato o perché è troppo malvagio, di lui non ci si occupa, ma si invita Israele a ripercorrere “responsabilmente” e con le mani legate dietro la schiena uno scenario già avvenuto, per finire col farsi di nuovo trafiggere di missili nel silenzio dei tanti che oggi invece trovano il fiato per ammonire col dito alzato.
Ci permettiamo di consigliare rispettosamente agli estensori dell’appello di riscriverlo, lasciando da parte le prediche a Israele, e fissando come unico obiettivo quello che non si è mai perseguito davvero (e che lo stesso presidente Sarkozy ha ammesso ieri essere l’unico nodo da affrontare): esercitare ogni pressione su Hamas affinché accetti le regole della convivenza internazionale. Se ciò avesse successo, allora sì che la politica si sarebbe mostrata capace di tradurre il magistero spirituale in un argomento moralmente valido e concretamente capace di indurre Israele a cessare il suo intervento.
Leggi La vita d'Israele è disponibile di Sandro Magister - Leggi Se la chiesa ama la società aperta, libera e razionale, deve difenderla di Giuliano Ferrara - Leggi Perché la cacofonia in rosso porpora
di Giorgio Israel
http://www.ilfoglio.it/soloqui/1677"
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